
“Una sinergia illuminata tra attori sociali, imprese, istituzioni, cittadinanza. Il vecchio modello politico che vede lo stato assistenzialista non funziona. Laddove i cittadini riescono a fare sistema insieme alle istituzioni, si ottengono grandi risultati. Ed è quello che è successo e succede a Castelbuono, dove tutti partecipano all’obiettivo di lavorare per il benessere economico, sociale e politico della cittadina. Castelbuono ha una grande tradizione e si trova in un territorio, le Madonie, che Madre Natura ha voluto ricco di prodotti eccellenti. A questo bisogna aggiungere l’assenza di presenza mafiosa e lobby economiche”.
“Ringrazio tutti coloro i quali mi hanno votato e anche quelli che non mi hanno scelto. Io ho sempre lavorato e lavorerò per Castelbuono. Sarà la storia a dirci quale modello politico ha meglio funzionato. Castelbuono ha una grande storia e soprattutto una bella tradizione che vogliamo continuare a portare avanti”.
“Investire nella cultura, puntare su un artigianato di qualità, su un’agricoltura sostenibile, un turismo che fa leva sulla nostra storica accoglienza”.
“Dal punto di vista culturale, punteremo a fare crescere ancora di più il Divino Festival, che è già stato inserito nel circuito di importanti festival enogastronomici, mentre l’Ypsigrock, il festival indie rock, è a pieno titolo uno degli appuntamenti europei da non mancare. Investiremo in energie alternative, tra le quali la geotermia e vogliamo un’agricoltura di qualità che faccia leva sull’eccellenza dei nostri prodotti. Un progetto ambizioso è sicuramente la riqualificazione dell’area del Castello con la creazione di un “centro commerciale naturale”. Si tratta di creare una sorta di galleria dove i commercianti occuperanno un proprio spazio con il cibo di strada, l’artigianato, contribuendo a valorizzare il centro storico. Una sorta di galleria dei sapori dove gli utili non andranno al comune ma chiederemo ai consorzi di investire quei soldi in servizi. Sarà il comune a dare la gestione alle imprese private. Stiamo pensando a dei progetti sociali capaci di creare meccanismi virtuosi e coinvolgere imprese, cittadini e istituzioni. In questo modo si inverte il modello: non più assistenzialismo dallo stato ma saranno le imprese, i privati a dare servizi alla collettività”.
“Abbiamo nel Dna l’arte culinaria e dell’ospitalità. L’istituto alberghiero diventerà un polo alimentare e tramite il consorzio universitario si faranno corsi di cucina. La didattica si terrà nei palazzi storici della città mentre la pratica nei ristoranti cittadini. In questo modo si abbattono i costi”.
“In Sicilia non ci sono grosse industrie quindi capisco che per alcune professioni bisogna migrare. Restare è una scelta. E chi decide di restare a Castelbuono o tornare lo fa perchè vuole investire nelle risorse locali, in un modello imprenditoriale giovane che lega territorio, ambiente, pubblico e privato. Un modello vincente con un approccio nuovo: abbandonare l’idea del posto fisso”.