L'impatto del turismo sull'ambiente siciliano - QdS

L’impatto del turismo sull’ambiente siciliano

Rosario Battiato

L’impatto del turismo sull’ambiente siciliano

mercoledì 13 Settembre 2017

Il quadro generale del fenomeno è stato diffuso all’interno di un apposito report dell’Ispra. All’incremento delle persone presenti deve corrispondere un potenziamento dei servizi

PALERMO – Turismo tra opportunità e pressione. I differenti canali del fenomeno, che vanno dal culturale all’ecoturismo passando per lo sportivo e quello balneare, producono reddito e lavoro, generando, al contempo, un impatto sull’ambiente che deve essere adeguatamente gestito.
Il quadro generale del fenomeno è stato fornito dall’Ispra nel rapporto “Ambiente: sfida e opportunità per il turismo”, che è stato rilasciato nei giorni sul sito ufficiale dell’Istituto.
Il turismo siciliano è in crescita. Lo hanno confermato i dati rilasciati nelle ultime settimane dall’Osservatorio turistico regionale: +19% per gli arrivi nei primi sei messi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2016, e tendenza positiva anche per luglio e agosto, sebbene siano ancora provvisori. Numeri che trovano una corrispondenza nell’elaborazione di Federalberghi – “bilancio abbastanza positivo”, ha dichiarato il presidente nazionale Nicola Farruggio – e che vedono in Palermo una destinazione ancora in crescita con un soggiorno medio che ha quasi raggiunto i 3 giorni. Elementi che fanno seguito alla buona performance in tutta l’Isola del periodo 2015/2016 (+21,6% di presenze).
Fattori che pretendono una maggiore responsabilità in maniera ambientale. In generale per “monitorare il carico del turismo sul territorio, in particolare i fattori responsabili delle pressioni e degli impatti esercitati sull’ambiente – si legge nel rapporto dell’Ispra –, si considera il rapporto ‘numero degli arrivi per popolazione residente’, indice del peso del turismo sulla regione, e il rapporto ‘presenze per popolazione residente’”.
In altri termini i flussi turistici determinano un ampliamento provvisorio della popolazione e quindi, in generale, una maggiore necessità di servizi che, nel resto, dell’anno sono calibrati sul carico ordinario dei residenti.
Questo aspetto, almeno in Sicilia, assume delle complicazioni ancora più gravi, considerando le difficoltà ordinarie sul fronte dei rifiuti e della depurazione. E l’ambiente chiaramente ne risente.
Pur non essendo una prescrizione legislativa, la sostenibilità del turismo è un elemento fondamentale nell’Ue e a questo proposito sono diverse le iniziative europee che comunque fanno riferimento alla volontarietà degli stakeholders interessati e che indirizzano i turisti a una scelta maggiormente consapevole in termini di destinazione. La certificazione o l’etichettatura ambientale nel settore turistico comprende quelle imprese che hanno deciso di incorporare i principi di sostenibilità nel loro funzionamento. L’Ecolabel Ue, il marchio di qualità ecologica dell’Unione per i servizi di alloggio turistico e campeggi, è presente in 201 prodotti/servizi in tutta Italia e da questo punto di vista la Sicilia, assieme al Trentino-Alto Adige, alla Puglia e alla Toscana, risulta la regione maggiormente coinvolta. In queste regioni, Sicilia inclusa, la diffusione è anche agevolata dalla presentazione di strumenti legislativi di finanziamento con bandi volti a incentivare la certificazione.
Meno bene i risultati relativi alle bandiere blu, assegnate dalla Fondazione per l’educazione ambiente (Fee), che ha visto nell’Isola soltanto 7 località e meno di 20 spiagge premiate a fronte di 342 bandiere blu distribuite alle spiagge di tutta Italia, pur avendo uno dei litorali più estesi.

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