Pd ondeggiante per acquisire consensi - QdS

Pd ondeggiante per acquisire consensi

Carlo Alberto Tregua

Pd ondeggiante per acquisire consensi

mercoledì 01 Novembre 2017

Verso la campagna elettorale

L’iniziativa di Renzi di far votare il suo gruppo alla Camera dei deputati a sfavore dell’attuale governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, non è stata capita dall’opinione pubblica.
Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni Silveri ha chiesto al Consiglio superiore della Banca d’Italia il parere obbligatorio ma non vincolante sul rinnovo di Visco. Il parere positivo è arrivato, il presidente del Consiglio ha proposto la sua nomina al Presidente della Repubblica che, con proprio decreto, lo ha confermato per il secondo mandato sestennale. L’operazione si è così conclusa con un apparente ceffone di Gentiloni a Renzi.
Ma com’è possibile che il segretario del Pd abbia preso quest’iniziativa senza prima consultarsi con il presidente del Consiglio? Oppure fra i due c’è stato il gioco del gatto e della volpe? Nessuno lo ha spiegato, tuttavia una supposizione deduttiva si può fare.
 
Renzi sapeva che la sua iniziativa sarebbe stata bocciata e, nonostante ciò, l’ha ugualmente portata avanti. In tal modo, ha cercato di acquisire il consenso di centinaia di migliaia di correntisti, azionisti e obbligazionisti di tutte le banche andate in default, anche per difetto di vigilanza della Banca d’Italia, la quale ha esercitato tale funzione probabilmente in modo formale anziché sostanziale.
L’ira del popolo dei clienti delle banche saltate sarebbe così stata colta da Renzi e quest’ultimo spera che si traduca in qualche centinaia di migliaia di voti in più per il Partito democratico, nell’ordalìa che si verificherà in occasione della prossima campagna elettorale che sembra si svolgerà domenica 18 marzo 2018.
Elezioni, finalmente, con una legge equilibrata, la Rosatellum, che vale sia per la Camera che per il Senato, anche se quest’ultimo, ricordiamo, svolge le sue elezioni su base regionale, come previsto dall’articolo 57 della Costituzione.
I tre blocchi al palo, M5s, Centrosinistra e Centrodestra, si contenderanno fino all’ultimo voto, per tentare di raggiungere il sospirato 40%, che assicurerebbe quasi la maggioranza. Però, stando alle attuali previsioni, nessuno raggiungerà tale traguardo.
 
La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza molto equilibrata sulla questione della rivalutazione delle pensioni al di sopra dell’assegno mensile netto di 1.450 euro. La sentenza ha messo sul piatto della bilancia il diritto soggettivo dei pensionati, che hanno un assegno al di sopra di tale soglia, e la necessità dello Stato di contenere le correlative spese.
La decisione della Corte Costituzionale ha fatto emettere un sospiro di sollievo al Governo, perché se fosse stata di segno opposto, avrebbe comportato un enorme esborso per le casse dello Stato, di ben 30 miliardi.
A fronte di quest’esito positivo, rileviamo due tentativi del Pd di dare mance elettorali: il primo riguarda il blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile, seppure dal 2019, quando l’età passerebbe da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha già comunicato, conti alla mano, che questo blocco comporterebbe fino al 2040 una maggiore spesa di ben 140 miliardi. Boeri è uno che se ne intende, quindi, bisogna credergli. Dunque, l’iniziativa di Renzi ha un sapore elettoralistico.
 
L’altra iniziativa è quella di elargire altri mille euro a tutti i dipendenti pubblici, indipendentemente dal merito, dall’efficienza e dalla loro capacità di fornire servizi di qualità ai cittadini. Nella Legge di Bilancio 2018 – il cui testo è approdato ieri in Senato, dopo l’approvazione del 13 ottobre – è prevista una spesa di ben 2,5 miliardi di aumenti, senza alcun riferimento ai Piani aziendali e quindi all’efficientamento dell’intera macchina burocratica.
Ci auguriamo che dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2018, quando probabilmente entrerà nel vivo la campagna elettorale – nell’ipotesi di elezioni il 18 marzo le Camere dovranno essere sciolte entro i primi di gennaio – la coalizione di Centrosinistra, che oggi esprime il governo, non si lanci in ulteriori promesse che sa di non potere mantenere.
Ci auguriamo ancora che i tre poli sottopongano ai cittadini obiettivi concreti, insieme ai relativi tempi di realizzazione, che generalmente si chiamano cronoprogrammi. Disattesi sempre!

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