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Catania – Pubbliservizi, in bilico 400 lavoratori

Melania Tanteri

Catania – Pubbliservizi, in bilico 400 lavoratori

martedì 07 Novembre 2017

Trattative con l’ex Provincia. Ontario: “C’è un problema di liquidità”

CATANIA – Sull’orlo del fallimento. La situazione di Pubbliservizi, partecipata della Città metropolitana di Catania, resta ancora incerta, così come la sorte di quattrocento lavoratori che potrebbero perdere il posto. La scorsa settimana, dopo le ennesime proteste da parte dei dipendenti, una parte dei quali ha occupato la sede dell’azienda, all’interno del centro fieristico le Ciminiere, per cercare di ottenere risposte certe sul futuro occupazionale. Risposte che, però, tardano ad arrivare.
 
Si attende, infatti, di comprendere se ci saranno i fondi per permettere alla Pubbliservizi, soffocata dai debiti, di poter andare avanti. In caso contrario, l’amministratore Silvio Ontario potrebbe decidere di portare le carte in tribunale. “Stiamo resistendo” – ha affermato Ontario, non nascondendo affatto la situazione al limite.
 
Non è bastato l’accordo, sottoscritto dall’allora sindaco metropolitano Enzo Bianco di fronte al prefetto, per fare in modo che i dipendenti potessero lavorare fino a dicembre, con una percentuale decurtata dallo stipendio. Decisione immediatamente contestata dalle forze sindacali, per quanto fosse l’unica possibile. Oggi, le cose sembrano addirittura peggiorate: l’azienda non potrebbe praticamente fare fronte nulla, neanche nell’ambito dell’ordinario.
 
Niente benzina per i mezzi, niente pezzi di ricambio, sono solo alcune delle difficoltà evidenziate da Ontario che ha avviato le trattative con il neo commissario straordinario della Città metropolitana, Salvo Cocina. “Stiamo cercando con il nuovo commissario di trovare soluzioni – ha aggiunto l’amministratore. Ma non ne vediamo all’orizzonte. C’è un problema di liquidità – ha continuato – e un problema di futuro, perché non mi hanno dato prospettive per il rinnovo triennale”.
 
Insomma, nulla è certo, tranne l’agitazione dei lavoratori che continuano a chiedere risposte certe per il 2018, considerato che la proroga del contratto è solo fino al mese di dicembre. Anche se, dall’azienda, si continua a operare economie per tentare di mantenerla in piedi. Sono stati ridotti gli stipendi, operati risparmi sul carburante e, in generale, eliminate molte voci in uscita. Ma resta l’incognita dei fondi per il nuovo contratto di servizio.
 
Ma restano i debiti nei confronti dei fornitori, che potrebbero rendere vani gli sforzi messi in campo per salvare l’azienda. Per conoscere le sorti della quale, occorrerà attendere le prossime settimane.

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