Pil Italia: l'Ue rivede al rialzo le stime - QdS

Pil Italia: l’Ue rivede al rialzo le stime

redazione

Pil Italia: l’Ue rivede al rialzo le stime

venerdì 10 Novembre 2017

La Commissione europea: +1,5% 2017, +1,3% 2018 e +1% nel 2019

BRUXELLES – La Commissione europea ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica dell’Italia: all’1,5 per cento quest’anno, all’1,3 per cento nel 2018 e 1 per cento nel 2019. Nelle stime di primavera indicava invece 0,9 per cento sul 2017 e 1,1 sul 2018.
 
“Nel 2017 – scrive la Commissione nella scheda sull’Italia – il deficit è previsto in calo, al 2,1% del Pil, rispetto al 2,5% del 2016”. Questo miglioramento “è dovuto ai tassi d’interesse più bassi e a un aumento della spesa corrente primaria (di circa l’1,6%) in termini nominali che è più basso della crescita nominale (2,1%). In particolare, le riforme delle pensioni fatte in passato, i moderati aumenti salariali nel settore pubblico (dopo essere stati congelati fin dal 2010), e la spesa sanitaria limitano ancora la dinamica della spesa”.
 
“Nonostante una riduzione nella tassa sugli introiti delle aziende dal 27,5% al 24%, si prevede che la pressione fiscale resti grossomodo stabile, a causa soprattutto delle misure aggiuntive sui redditi adottate nell’aprile 2017”. Comunque, il deficit strutturale è previsto in leggero peggioramento nel 2017, di circa mezzo punto percentuale di Pil (al 2,1%, rispetto all’1,7% del 2016).
 
Nel 2018, il deficit nominale è previsto in leggera diminuzione all’1,8%, a causa della crescita del Pil nominale (2,6%) e di alcune misure di riduzione del disavanzo predisposte con la legge di bilancio per il 2018.
 
Queste misure includono delle ‘spending review’ a livello sia locale che ministeriale, l’intoduzione della fatturazione elettronica obbligatoria per le transazioni nel settore privato, il rinvio al 2019 di un regime fiscale semplificato per le piccole imprese (Iri) che era stato inizialmente deciso per il 2018, e misure contro l’evasione fiscale”.
 
D’altra parte, si prevede che la crescita sia sostenuta da misure aggiuntive che aumentano il deficit, come una riduzione permanente di tre anni delle contribuzioni sociali per i nuovi assunti e misure a sostegno degli investimenti. Inoltre, ulteriori risorse sono state destinate al rinnovo dei contratti degli impiegati nel settore pubblico. Globalmente, il deficit strutturale è previsto in miglioramento solo marginale nel 2018 (al 2,0%, rispetto al 2,1% del 2017, ndr).
 
Nel 2019, in uno scenario a politiche invariate, il deficit è previsto in aumento, ritornando al 2,0% del Pil (dopo l’1,8% del 2018, ndr). Sempre nel 2019, il deficit strutturale è previsto in peggioramento di circa mezzo punto percentuale di Pil (al 2,4% rispetto al 2% del 2018, ndr)”.
 
Il debito pubblico – rileva infine Bruxelles – dopo aver raggiunto il 132,0% del Pil nel 2016, si è stabilizzato al 132,1% nel 2017 anche a causa delle risorse aggiuntive destinate al sostegno pubblico al settore bancario e agli investitori al dettaglio. Successivamente, il rapporto debito/Pil è previsto in leggero calo al 130,8% nel 2018 e al 130,0% nel 2019, soprattutto a causa di una più forte crescita nominale del Pil”.

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