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Castelvetrano: la Polizia fa terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro

redazione

Castelvetrano: la Polizia fa terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro

giovedì 14 Dicembre 2017

Una maxi-operazione nel paese dell’ultimo padrino di Cosa nostra, con decine di perquisizioni nelle abitazioni del fiancheggiatori del capomafia

CASTELVETRANO (TP) – Una maxi-operazione per fare terra bruciata intorno al boss latitante Matteo Messina Denaro, proprio nel suo paese, con duecento agenti della Squadra Mobile di Palermo e dello Sco che hanno effettuato oggi decine di perquisizioni in tutta la zona. Il blitz è coordinato dalla dda di Palermo. Le perquisizioni hanno riguardato le abitazioni di una trentina di fiancheggiatori del capomafia, tutti indagati per favoreggiamento.
 
L’ultimo padrino di Cosa nostra: Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993
 
Messina Denaro è latitante dall’estate del 1993, dopo gli attentati mafiosi a Roma, Firenze e Milano. Figlio del boss di Castelvetrano Francesco Messina Denaro, vicino ai corleonesi di Totò Riina, è l’ultimo padrino di Cosa nostra ricercato. Negli ultimi anni gli inquirenti gli hanno fatto terra bruciata attorno a lui arrestando familiari – come la sorella Patrizia e il cognato Vincenzo Panicola – e decine di fiancheggiatori.
 
Col blitz di oggi si continua a colpire chi aiuta il boss nella latitanza: per gli indagati infatti si profila il reato di procurata inosservanza della pena aggravato dall’agevolazione mafiosa. Gli agenti hanno perquisito case, masserie, magazzini nel territorio di Castelvetrano e in comuni vicini. Le indagini per la cattura del latitante sono coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido.
 
Il questore di Trapani: “La presenza dello Stato è costante”
 
"L’operazione di oggi rientra in un’attività più ampia iniziata i primi di dicembre a Castelvetrano. Una strategia per far sentire la presenza ancora più costante dello Stato su Messina Denaro e su quanti ne garantiscono la latitanza. Una maggiore pressione per cercare di raccogliere elementi utili alla cattura. Oggi sono state controllate anche diverse numerose attivita’ commerciali e imprenditoriali di persone che sono legate al capomafia". Lo dice il questore di Trapani, Maurizio Agricola, commentando l’operazione
 
"Quanto raccolto questa mattina – aggiunge il questore – è al vaglio della magistratura. Gli indagati sono 30: persone che, nel corso degli anni, sono state arrestate per mafia o che hanno avuto collegamenti e frequentazioni con appartenenti a Cosa nostra e che, storicamente, sono state in stretti rapporti con il latitante Matteo Messina Denaro. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, su segnalazione della Polizia di Stato, li ha sottoposti a una nuova indagine".
 

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