Micciché presidente, i giovani del Pd: "Proviamo vergogna" - QdS

Micciché presidente, i giovani del Pd: “Proviamo vergogna”

redazione

Micciché presidente, i giovani del Pd: “Proviamo vergogna”

lunedì 18 Dicembre 2017

Determinanti anche i voti del centrosinistra, grazie ai quali il forzista è stato eletto allo scranno più alto di palazzo dei Normanni

PALERMO – "Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione della presidenza dell’Assemblea regionale siciliana". Lo scrivono in una nota 21 dirigenti siciliani dei Giovani democratici, dopo che sabato scorso il forzista Gianfranco Micciché è stato eletto allo scranno più alto di palazzo dei Normanni con almeno 4 voti del centrosinistra: due del Pd e altrettanti di Sicilia futura.
 
"Siamo stati spettatori, vivendola con forte imbarazzo, dell’evoluzione post-voto in Sicilia. Pensavamo – aggiunge la nota – che la tornata elettorale avesse fornito l’occasione di una profonda riflessione sui limiti evidenziati nei cinque anni al governo. A un mese e mezzo di distanza non ci sono stati momenti seri di riflessione nè valutazioni politiche che facessero autocritica sull’esito del voto". La giornata di sabato, continua la nota, "ha confermato in maniera disarmante che una parte della classe dirigente del nostro partito non ha il minimo rispetto per se stessa, confermando quel senso comune che vede il confronto politico tra centrodestra e M5s. Andando ben oltre il riconoscimento dell’onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza Italia nonché uomo di punta del centrodestra è un atto vergognoso e privo di rispetto verso gli elettori e la storia del Pd. Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano schieramento in base alla propria convenienza. A questi, se ne sono aggiunti, da ieri, altri quattro".
 
"Chiediamo alla classe dirigente del Pd siciliano – conclude la nota – di rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti. Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle istituzioni e del Pd per questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico". 

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