Prescrizione sacrosanta. Il processo duri tre anni - QdS

Prescrizione sacrosanta. Il processo duri tre anni

Carlo Alberto Tregua

Prescrizione sacrosanta. Il processo duri tre anni

mercoledì 20 Dicembre 2017

Esclusi tutti i delitti di mafia

Siamo costretti a tornare, a conclusione dell’anno, sulla Malagiustizia, perché danneggia spesso irreparabilmente i cittadini, ma anche le imprese e soprattutto l’economia. Infatti, gli investitori esteri hanno difficoltà a portare i loro piani in Italia sapendo che, quando accade una controversia giudiziaria, sia davanti i Tribunali ordinari che avanti a quelli amministrativi, i processi durano 3-4 volte di più rispetto a quelli europei.
Gli attuali Governo e maggioranza, con l’approvazione della Legge di Bilancio 2018, hanno di fatto concluso il loro compito. Tutti gli attori dell’agone politico, fatte le doverose ferie di fine anno, dopo l’Epifania si getteranno nella campagna elettorale di due mesi, tenuto conto che sembra ormai acquisita la data del 4 marzo 2018 per le elezioni politiche.
Nei primi mesi del prossimo anno, si aprirà l’Anno giudiziario con le relazioni a Roma e dei 26 Distretti giudiziari del Paese. Verosimilmente, queste relazioni porteranno il bilancio 2017 con i dati delle cause pendenti, che confermeranno quasi certamente i 9 milioni di fascicoli dei processi civili e penali, oltre quelli amministrativi e fiscali.
 
Così non si può andare avanti. Il tentativo del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di stabilire processi civili brevi semplificando le regole è abortito a causa delle forti resistenze delle lobby, che dalla lunga durata dei processi traggono benefici.
La questione centrale per ridurre l’arretrato non è soltanto lavorare di più e meglio (magistrati, cancellerie, avvocati e tanti altri), ma tagliare decisamente le procedure che consentono di allungare i tempi come fossero elastici.
Il metodo di Mario Barbuto, oggi direttore del Dipartimento Organizzazione giudiziaria del ministero di Giustizia, dovrebbe essere applicato a tutti i Tribunali d’Italia. Ma ancora non si vede come questo modo di procedere possa essere recepito a ogni livello delle Giurisdizioni.
La lunghezza dei processi è ancora più disdicevole nel settore penale, dove ci sono in gioco le persone, le quali non possono più attendere uno o due lustri per sapere se siano colpevoli o innocenti.
Questo discorso non vale per i delitti di mafia e della criminalità organizzata, ma solo per quelle persone cui capita di incappare in un reato.
I delitti di corruzione sono stati equiparati a quelli di mafia. Non sappiamo se sia giusto. Tuttavia tali delitti sono dilaganti e forse questo eccesso può ritenersi giustificato.
Ma anche in questo caso, i delitti di corruzione devono essere riscontrati e i colpevoli puniti entro il termine massimo previsto dall’Europa che è di tre anni. Ripetiamo, tre anni. Il che equivale alla durata del giusto processo. Anche un giorno in più non può trovare alcuna giustificazione etica. Ecco perché la prescrizione andrebbe accorciata a questo termine, mentre dovrebbe essere totalmente eliminata per i delitti di mafia, da perseguire senza alcuna limitazione.
Vero è che la Legge Pinto (89/2001) prevede un risarcimento per i ritardi nei processi, ma non c’è risarcimento che tenga quando si viene assolti.
 
La Malagiustizia, come si scriveva prima, ha effetti notevoli sull’economia. Pensiamo, per esempio, a tutti i ritardi che vi sono negli appalti pubblici. Ritardi che non consentono la realizzazione delle opere nei tempi previsti e che invece sono utilizzati per speculazioni di ogni genere.
Colpa anche del famoso Codice degli appalti, inutilmente complicato e fatalmente perverso: sembra fatto apposta per chi ha interesse a tardare.
Vi sono premi di accelerazione (quando le opere vengono consegnate prima del previsto), ma la loro erogazione avviene raramente, perché le imprese hanno più convenienza a ritardare la consegna piuttosto che ad anticiparla.
Com’è che nei Paesi avanzati del mondo la giustizia funziona senza particolari difficoltà? Com’è che nei Paesi più avanzati del mondo le opere pubbliche vengono consegnate puntualmente? Vi sono tante cause degli endemici ritardi, più volte elencate e che non ripeteremo, ma non certo ci possiamo riferire a una sorta di maledizione extraterrestre.
La causa è in noi, nel nostro Dna furbesco e causidico, che dimentica totalmente le regole etiche cui bisogna ispirarsi ogni giorno
 

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