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Messina – Avvisi di garanzia e sospensioni, ancora bufera sull’Università

Francesco Torre

Messina – Avvisi di garanzia e sospensioni, ancora bufera sull’Università

venerdì 08 Gennaio 2010

Tra le ultime novità: un ipotizzato reato di corruzione e un’autosospensione durata solo dieci giorni. Prosegue l’inchiesta giudiziaria “Concorsopoli”. Poca credibilità per l’Ateneo

MESSINA – È durata dal 20 al 30 dicembre la decisione, che sembrava incrollabile, del Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina Salvatore Berlingò di autosospendersi dall’incarico a seguito dell’allargamento dell’inchiesta giudiziaria sull’Ateneo messinese denominata “Concorsopoli”. D’altra parte a Natale, si sa, dobbiamo essere tutti più buoni, e allora perché aizzare la piazza con gesti autolesionistici? Meglio, molto meglio, continuare a baciarsi le mani e difendere l’onore della famiglia, anzi della Famiglia.
Ma andiamo con ordine. Avevamo già raccontato in passato dell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sul caso dell’ex Procuratore aggiunto di Messina Pino Siciliano (indagato per concussione e tentativo di concussione) e sul concorso per ricercatore di Diritto Amministrativo bandito nell’ottobre del 2005 dall’Università di Messina e vinto proprio dal figlio di Siciliano, Francesco, e dalla figlia di Berlingò, Vittoria. Sempre a proposito di questa indagine, nel mese di dicembre il sostituto procuratore Beatrice Ronchi, titolare dell’inchiesta, ha emesso un avviso di garanzia nei confronti dell prof. Aldo Tigano, detentore proprio della cattedra di diritto amministrativo, ipotizzando un reato di corruzione. Tigano, infatti, fu nominato presidente della commissione di quel concorso nonostante fosse, secondo la procura reggina, non solo amico di Siciliano ma anche relatore della tesi di laurea del figlio.
In seguito a tale allargamento dell’inchiesta (per cui si attendono ancora nuovi inquietanti sviluppi), ecco la decisione del Preside Berlingò, o se volete del padre di famiglia Berlingò, di autosospendersi dall’incarico, tramite una lettera inviata al collega Antonino Metro, con contestuale richiesta di sostituzione al trono della Facoltà. Il resto è storia nota. “Proprio al fine di sventare spregevoli strumentalizzazioni o infondate speculazioni da parte di chi, al contrario della Facoltà, non avesse compreso il mio gesto nella sua reale portata e volesse, pertanto, continuare nell’opera denigratoria ai danni dell’Istituzione da me presieduta – scrive Berlingò nella lettera in cui si autoreintegra come Preside di Giurisprudenza – ho deciso di accogliere senza più indugiare il pressante invito rivoltomi sia dalla Facoltà sia dal Senato Accademico per una pronta ripresa dell’esercizio delle mie funzioni, già a partire dal primo giorno feriale del 2010, e cioè il 4 gennaio”. Ad maiora. In attesa di nuove dalla Procura reggina.
 

 
Vincite bizzarre. Borsa di studio di 13 mila € per la figlia del Rettore
 
Messina – La credibilità dell’Università è andata ormai in frantumi da tempo. Zimbello dell’intera nazione, emblema del malaffare della città, si mantiene in equilibrio precario attendendo gli sviluppi delle varie inchieste che riguardano e potrebbero smantellare i suoi vertici. Ma tra tante pericolose incognite, ecco una bella notizia. La figlia del Rettore Franco Tomasello, Chiara, è risultata vincitrice di un concorso di dottorato, aggiudicandosi per i prossimi 3 anni anche una borsa di studio di 13 mila 600 €. Disciplina? Neuroscienze, guarda caso proprio la stessa del padre, ordinario di Neurochirurgia. Ma sono solo coincidenze. Il talento della famiglia del Rettore è ormai noto a tutta la città, come dimostra la carriera del figlio Dario, già associato alla Facoltà di Lettere, e del marito di Chiara, Francesco Martines, ricercatore a Scienze Politiche. Cosa dite?  Nient’altro che coincidenze.

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