Imprese, risorse Ue inutilizzate e dalla Regione pochi investimenti - QdS

Imprese, risorse Ue inutilizzate e dalla Regione pochi investimenti

Michele Giuliano

Imprese, risorse Ue inutilizzate e dalla Regione pochi investimenti

sabato 09 Gennaio 2010

Le organizzazioni di categoria attaccano: “Mancano bandi e decreti per la spesa dei fondi 2007-13”. Necessario varare norme per agevolare il credito e incentivare il sistema produttivo

PALERMO – Le imprese artigiane dimenticate nel fondo di un cassetto, così come quelle dell’industria e dell’edilizia.
Sono i tre settori dove esiste una situazione di notevole allarme in Sicilia, eppure si continua a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda: gli strumenti (vale a dire i soldi) ci sono per risollevare le sorti dei vari comparti, manca però la progettualità. Per dirla breve mancano i bandi da attivare sfruttando i fondi europei, quelli relativi alla programmazione 2007-2013, e non ci sono nemmeno capitoli di bilancio alla Regione che prevedono specifiche e sostanziali misure di sostegno alle attività produttive.
 
Praticamente è l’intero mondo del lavoro siciliano che lo dice, dalle più svariate organizzazioni di categoria a quelle sindacali.
La Cna siciliana non usa mezzi termini per definire l’attuale momento dell’imprenditoria artigiana, definendo gli ultimi movimenti di bilancio (la manovrina, ndr) assolutamente iniqui per il settore: “I provvedimenti economici approvati dall’Ars – scrive in una nota la Confederazione degli artigiani – destano profonda preoccupazione perché si limitano a garantire la solita spesa parassitaria e non prevedono alcun aiuto alle categorie produttive. Artigianato e piccola e media impresa, cioè il cuore pulsante dell’economia siciliana, nonostante siano da mesi in ginocchio sono del tutto dimenticati. Per questo ribadiamo la necessità di varare al più presto norme per agevolare il credito alle imprese e incentivare il sistema produttivo in Sicilia”. E quando si parla di artigianato non si scherza mica: la Cna parla infatti a nome di 87 mila imprese e di 200 mila addetti operanti.
A destare più preoccupazione in realtà è soprattutto la spesa dei fondi europei: siamo appena entrati nel 2010 e già si dovrebbe parlare di metà fondi spesi dell’intera somma messa a disposizione dal governo di Bruxelles, ed invece Confindustria ancora oggi parla di immobilismo. Mancano infatti i bandi, ma anche i decreti per attivare questi fondi europei e perfino le direttive per la concessione degli stanziamenti stessi: “I soldi ci sono – dicono il presidenti di Confindustria Palermo Nino Salerno e della piccola impresa Giosi Di Trapani, ed il responsabile dei giovani imprenditori, Marcello Cacace – ma la Regione ancora non apre i rubinetti di spesa. La Confindustria esprime preoccupazione. Dall’inizio del 2007 sono già passati tre anni nell’immobilismo, quanto tempo devono aspettare le imprese?”.
 
Nel complesso, il programma di sviluppo della Sicilia per il 2007-2013 prevede investimenti per 6,54 miliardi. I 3,27 miliardi provenienti da Bruxelles, come da prassi, sono un contributo a cui si devono aggiungere degli stanziamenti da parte delle autorità regionali e nazionali italiane. Ma di tutti questi soldi sono stati spesi solo pochi spiccioli. Adesso però c’è una nuova giunta di governo alla Regione che potrebbe far decollare la spesa: “Il nostro giudizio è sospeso – dice Mario Filippello, segretario regionale della Cna – dipenderà dalla qualità degli interventi che saranno messi in campo a sostegno delle piccole e medie imprese e all’artigianato siciliano”.
 


L’approfondimento. Pochissimi movimenti ed ancora da definire
 
Sul piano della spesa di fondi Ue per le imprese siciliane si è registrato solo qualche timido accenno ad oggi. Ad esempio tra le poche cose da annotare la firma degli accordi con la Banca e il Fondo per gli investimenti europei che permetterà alla Regione Siciliana di destinare 148 milioni di euro alle aree urbane e 60 milioni di euro alle piccole e medie imprese. I due fondi, già operativi in altri Stati europei quali Germania, Regno Unito, Spagna, Polonia, Grecia, Belgio e Lituania, arrivano per la prima volta in Italia permettendo alla Regione Siciliana un radicale cambiamento nelle proprie politiche di sviluppo: le risorse impiegate nel fondo saranno destinate infatti, per la prima volta, alla creazione di strumenti di ingegneria finanziaria e ad investimenti rimborsabili. Le risorse, sotto forma di prestiti o garanzie, finanzieranno progetti di enti locali o imprese, che garantiscano la produzione ritorni economici tali da permettere la restituzione delle somme. L’attivazione degli accordi con la Bei permetterà infatti agli investitori privati di completare e gestire importanti opere pubbliche nel caso dell’iniziativa Jessica; e la realizzazione di nuovi investimenti nel territorio, nel caso dell’iniziativa Jeremie.

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