Airbnb riscossore tassa soggiorno, restano tante le questioni aperte - QdS

Airbnb riscossore tassa soggiorno, restano tante le questioni aperte

redazione

Airbnb riscossore tassa soggiorno, restano tante le questioni aperte

sabato 10 Febbraio 2018

Accordo siglato tra il Comune di Palermo e il noto portale per l’affitto di stanze e case vacanza. Come verranno trasferite queste somme e chi riscuoterà la cedolare secca?

PALERMO – È stato siglato ieri a Palazzo delle Aquile, l’accordo tra il Comune di Palermo e Airbnb per rendere automatica la riscossione dell’imposta di soggiorno per i turisti che alloggiano nel capoluogo siciliano prenotando attraverso la piattaforma.
L’accordo è stato formalizzato nel corso del Focus sul Turismo Esperienziale, organizzato dalla Cna alla presenza del Coordinatore Nazionale del settore Turismo e Commercio, Cristiano Tomei, del Presidente Luca Tonini, del presidente regionale e del segretario regionale della Cna Nello Battiato e Piero Giglione.
 
Con questo accordo, sottoscritto dal sindaco Leoluca Orlando e da Alessandro Tommasi, Public Policy Manager di Airbnb, Palermo si aggiunge a Genova, Bologna e Firenze che nei mesi scorsi avevano raggiunto l’intesa con il Portale, divenendo così la più grande città d’arte italiana ad avere raggiunto l’intesa e la prima in tutto il Sud Italia.
 
Di fatto, l’accordo rappresenta una svolta nella semplificazione del pagamento e della riscossione dell’imposta di soggiorno, contribuendo al contempo ad azzerare completamente il rischio dell’evasione dell’imposta e permette a Palermo di unirsi al club delle oltre 340 amministrazioni nel mondo in cui Airbnb gestisce in maniera semplificata il versamento delle imposte e ha già raccolto oltre 510 milioni di dollari.
 
Aigo Confesercenti però esprime dubbi sull’accordo. Per il presidente nazionale, Agostino Ingenito, sono tante le incertezze di questo accordo: «A partire dal fatto che AirBnb non è l’unica piattaforma di affitti brevi esistenti, con molte strutture che non sono presenti su questo portale. Inoltre, non capiamo come Airbnb possa rifiutarsi di fare da sostituto di imposta per la cedolare secca e, al contrario, accettare di incassare la tassa di soggiorno. E poi ancora: queste strutture sono tutte in regola? E come verranno trasferite queste somme al Comune? Ci sono tanti dubbi e troppe incongruenze».
 
«L’accordo – sottolinea Daniela Giardina, presidente regionale di Aigo – è un passo avanti per censire le strutture presenti a Palermo sfruttando proprio AirBnb. Il secondo passo sarebbe quello di chiedere a queste strutture di mettersi in regola con la normativa nazionale e regionale. Ad esempio, quante strutture sono registrate sul portale alloggiati della Polizia? Molti ignorano quest’obbligo».
 
«Ci sono aspetti positivi in questo accordo – afferma Gerino Sanfilippo, presidente provinciale Aigo – come ad esempio l’emersione del sommerso per quanto riguarda la tassa di soggiorno e contemporaneamente che il Comune possa rimpinguare le proprie casse. Però, è arrivato anche il tempo di vessare un po’ meno le strutture ricettive come i b&b che pagano costi elevati per la Tari essendo equiparati, dal regolamento comunale, ad hotel senza ristorante. Quindi è auspicabile rivedere questo regolamento e in generale è necessario alleggerire il carico fiscale sulle strutture ricettive: il rischio altrimenti è di ottenere il risultato opposto, cioè che molti decidano di lavorare in nero perché non riescono a sopravvivere.

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