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Catania – Con la prescrizione della Tia ‘04 vanno al macero milioni di euro

Alessandro Petralia

Catania – Con la prescrizione della Tia ‘04 vanno al macero milioni di euro

martedì 12 Gennaio 2010

Negli ultimi anni la riscossione è calata fino al 55% con un mancato incasso di 500.000 €. Per la sola Ato Ct3, gestito dalla Simeto Ambiente, si sfiorano i 7 mln €

CATANIA – Che questo 2010 porti via l’emergenza rifiuti in Sicilia è solo una speranza: la certezza è invece che diversi milioni di euro di denaro pubblico andranno definitivamente persi. Il nuovo anno sancirà infatti l’inesigibilità delle bollette dei rifiuti emesse nel 2004 ma non ancora riscosse. è l’articolo 2948 del codice civile ad affermarlo: “si prescrivono in cinque anni gli interessi e, in generale, tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi”. Il conto è presto fatto: il quinquennio utile alla riscossione delle bollette non pagate, e non oggetto di controversia, è ormai scaduto.
 
Uno smacco per i cittadini in regola e per la pubblica amministrazione; anche perché le cifre e le percentuali sono notevoli. Per il solo Ato Ct3, gestito dalla Simeto Ambiente Spa, si sfiorano i 7 milioni di euro: nei 18 comuni dell’ambito territoriale etneo la riscossione della Tia provvisoria 2004 ha raggiunto quota 74%. A fronte di un importo di €22.182.624 di bollette emesse la riscossione effettiva si è attestata infatti a €15.608.158. Una performance in sé non eccessivamente negativa, ma che è allarmante se vista in prospettiva e raffrontata con i dati che attestano il crollo progressivo dell’attività di riscossione: già il ruolo suppletivo per le nuove utenze dello stesso 2004 vede la percentuale dei contribuenti scendere fino al 55%, con un ulteriore mancato incasso di oltre 500.000 euro. Negli anni successivi la riscossione cala ancora al 53%, poi al 52%, fino alla situazione attuale in cui molto meno della metà dei cittadini pagare le bollette. Il cui importo, secondo la denunzia della Federconsumatori, è triplicato col passaggio da Tarsu a Tia nel 2004; aumento che ha causato l’atteggiamento evasivo dei contribuenti.
 
All’altro capo si collocano le responsabilità delle ditte che hanno preso in appalto la riscossione dei tributi: oggi la Serit Spa, nel 2004 un’Ati composta da Credito Siciliano, Rileno Spa e Tecnologia e Territorio Srl, le quali non si sono certo distinte per zelo. Né sono state spronate a farlo. Nel Dicembre 2005 infatti la L. R. 19/2005 istituiva presso l’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e delle autonomie locali il Fondo di rotazione in favore “delle società degli Ambiti Territoriali Ottimali: una camera di compensazione a spese dei Comuni, cioè dei cittadini.
 

 
CATANIA – è stato il Decreto Ronchi (d.lgs 22/97, art.49) a introdurre progressivamente la “Tariffa di Igiene Ambientale” al posto della “Tassa Rifiuti Solidi Urbani”.
Diversa innanzitutto la natura di tassa a tariffa: giuridicamente la prima si configura come un tributo avente come presupposto la funzione di un servizio pubblico, mentre la seconda come un prezzo, un corrispettivo di un contratto privatistico che l’utente trae da un pubblico servizio liberamente richiesto. Nella realtà il servizio non è liberamente richiesto, né vi è facoltà di scegliere tra una pluralità di soggetti. Cambia il metodo di calcolo: la Tia prevede l’uso, oltre ai dati fissi come la superficie dell’immobile (metodo Tarsu), di parametri variabili, come il numero di occupanti l’immobile e la produzione empirica di rifiuti. La gestione non è più comunale ma esterna: infine la Tia deve coprire il 100% dei costi del servizio, mentre per la Tarsu parte di essi erano coperti dal Comune.

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