Quasi una famiglia siciliana su tre dentro l'incubo emergenza idrica - QdS

Quasi una famiglia siciliana su tre dentro l’incubo emergenza idrica

Rosario Battiato

Quasi una famiglia siciliana su tre dentro l’incubo emergenza idrica

giovedì 22 Febbraio 2018

Istat: il 29% degli isolani lamenta irregolarità nella distribuzione dell’acqua, il triplo della media Italia. E anche le reti si confermano “colabrodi”: sprecato il 50% del liquido immesso

PALERMO – La grande crisi idrica del palermitano non è una novità nel panorama emergenziale siciliano. La difficoltà della distribuzione dell’acqua è un problema che riguarda l’intera Isola e ha abbracciato, anche in tempi recenti, diverse province. Lo dimostrano gli ultimi dati del settore idrico registrati dall’Istat e rilasciati, nei giorni scorsi, nell’aggiornamento della Banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo: tre famiglie siciliane su dieci lamentano irregolarità nell’erogazione dell’acqua.
 
In altri termini, a differenza degli anni passati, la particolare penuria di acqua di questi ultimi mesi nel palermitano, che ha costretto il governo a concedere i poteri speciali a Musumeci, è stata dettata da una combinazione di fattori, tra cui anche la riduzione delle piogge, ma i problemi del settore, che sono soprattutto infrastrutturali, hanno una storia che arriva da decenni di pessima gestione delle reti di distruzione che registrano perdite fino alla metà dell’acqua immessa.
 
Nel corso del 2016 quasi una famiglia siciliana su tre (29,3%) ha denunciato irregolarità nell’erogazione dell’acqua. Si tratta del secondo dato più elevato d’Italia, soltanto la Calabria riesce a fare peggio con 37,5%, e comunque è il triplo del dato medio nazionale che si ferma a quota 9,4%.
 
Le regioni migliori dal punto di vista del servizio sono tutte posizionate nel nord del Paese: Emilia-Romagna, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte hanno valori inferiori al 5%, con le punte di eccellenza di alcune realtà che scendono anche al di sotto del punto percentuale. Bene anche Toscana, Umbria e Marche che si mantengono nell’area compresa tra 5 e 7%, mentre la discesa nella parte bassa del Paese fa registrare una notevole crescita delle famiglie che lamentano irregolarità.
 
Con l’eccezione dell’Abruzzo, che si assesta al 18%, tutte le altre hanno valori che non superano il 14% del Molise. In questo quadro generale appare chiaro come Sicilia e Calabria rappresentino a tutti gli effetti delle eccezioni straordinariamente negative per le pessime prestazioni in materia di erogazione dell’acqua.
 
A preoccupare ulteriormente è la tendenza del dato isolano. Il 29,3% registrato nel 2016, cioè – va ribadito ancora – quasi una famiglia su tre che denuncia irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua, è il dato più elevato dal 2008 in poi ed è in decisa controtendenza rispetto a quanto registrato nel periodo che va dal 2003, quando il dato isolano superava il 40%, fino al 2015 che aveva fatto registrare un consistente abbassamento a poco più del 20%.
 
Le segnalazioni delle famiglie isolane sono perfettamente coerenti con un altro indicatore registrato dall’Istituto di statistica, cioè l’efficienza nella distribuzione dell’acqua per il consumo umano, che misura l’acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale.
 
La Sicilia ha il quarto peggior dato nazionale – dopo Sardegna, Lazio e Basilicata – che arriva al 50%, circa dieci punti in meno della media nazionale, e lontanissima dalle tendenze registrate nella fascia settentrionale del Paese, dove evidentemente l’acqua non si spreca. Il dato che riguarda quella macroarea infatti si spinge dal 65% in poi, salvo qualche rara eccezione.

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