Messina Denaro: la cosca "familistica" - QdS

Messina Denaro: la cosca “familistica”

redazione

Messina Denaro: la cosca “familistica”

giovedì 19 Aprile 2018

Il superlatitante è “figlio d’arte” visto che il padre era Francesco Messina Denaro, capo della cosca di Castelvetrano, che gli aveva trasmesso il bastone del comando dopo essere stato stroncato da un infarto nel 1998, mentre era anche lui latitante. Fratelli, sorelle, nipoti, cugini e cognati nell’organigramma del clan. Nei giorni scorsi condannati sorella e nipote "del cuore"

Una “famiglia” mafiosa in senso stretto quella che ha consentito finora la lunghissima latitanza – venticinque anni, un quarto di secolo – di Matteo Messina Denaro, 56 anni, boss di Castelvetrano e di Cosa nostra.
 
E a ben guardare “figlio d’arte” visto che il padre del boss era Francesco Messina Denaro, capo della cosca di Castelvetrano e del relativo mandamento, che gli aveva trasmesso il bastone del comando dopo essere stato stroncato da un infarto nel 1998, mentre era anche lui latitante.
 
Forse anche per questo è sempre stato il legame di sangue a guidare il boss latitante Matteo Messina Denaro nella scelta degli uomini a cui affidare affari e gestione delle attività illecite.

Il vincolo mafioso finisce col coincidere con quello familiare.
 
Il particolare emerge netto dall’inchiesta della Dda di Palermo che ha portato al fermo di 22 tra boss e favoreggiatori del clan di Messina Denaro tra i quali diversi suoi familiari.
 
Le indagini nel tempo hanno individuato al vertice delle cosche il cognato del capomafia Filippo Guttadauro, poi il fratello Salvatore Messina Denaro, quindi il cognato Vincenzo Panicola e il cugino Giovanni Filardo.
E ancora il cugino acquisito Lorenzo Cimarosa, poi pentitosi, la sorella Patrizia Messina Denaro, i nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo.
 
Oggi si conferma la scelta "familistica" del boss nel disegnare l’organigramma del clan ed emerge il ruolo di protagonista in tutte le dinamiche mafiose sul territorio di due cognati del latitante che sono tra i fermati.
 
Proprio due giorni fa la quinta sezione penale della Corte di Cassazione aveva confermato la sentenza con cui, il 10 ottobre 2016, la Corte d’appello di Palermo aveva condannato a 14 anni e mezzo di carcere, per associazione mafiosa, Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del boss. Era stata confermata, inoltre, la condanna 16 anni per Francesco Guttadauro, "nipote del cuore" del super latitante.
 
La sentenza di primo grado era stata emessa dal Tribunale di Marsala il 31 marzo 2015.
Zia e nipote sono ritenuti colpevoli di associazione mafiosa. Il processo era scaturito dall’operazione antimafia Eden del 13 dicembre del 2013.
 
 
 
 

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