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Catania – Anfiteatro romano da riscoprire, un bene invidiato ma inesplorato

Antonio Borzi

Catania – Anfiteatro romano da riscoprire, un bene invidiato ma inesplorato

sabato 23 Gennaio 2010

La provocazione dell’arch. Pavone: espropriare alcune aree e riportare alla luce l’arena sepolta. L’assessore Fatuzzo: “Ci vorranno anni, bisogna ricorrere subito ai fondi Po”

CATANIA – Anfiteatro romano. Una risorsa quasi inesplorata a Catania e che, per posizione e importanza storica, tutti invidiano alla città nata sotto il vulcano. Ogni giorno, fin quando era fruibile, turisti spaesati si trovavano di fronte a questo scorcio di mondo romano senza sapere a chi rivolgersi per poter placare la sete di conoscenza. Per i catanesi il problema nemmeno si poneva, essendo assuefatti allo stato di quasi abbandono della struttura romana in centro città.
Negli ultimi giorni il dibattito intorno all’anfiteatro si è improvvisamente riacceso. La colpa è stata di una colonna “scoppiata” che ha impedito e impedisce ai turisti di visitare la struttura fino alla messa in sicurezza della stessa, una notizia che ha portato l’architetto Antonio Pavone a lanciare una sua proposta che è stata seguita dall’appoggio dall’assessorato alla Cultura guidato da Fabio Fatuzzo.
Perché non riscoprire l’anfiteatro? Infatti tutta la zona che è visibile attualmente ai nostri occhi rappresenta una piccola parte dell’intera struttura romana. Un anfiteatro che dopo il terremoto del 1693 è stato ricoperto con delle macerie per permettere la costruzione delle abitazioni nei dintorni.
Quindi sotto i palazzi di via Manzoni e delle vie limitrofe giace la struttura romana che, essendo stata soltanto coperta, non è stata demolita. Da  qui l’idea di riportare alla luce almeno l’arena dell’anfiteatro.
Decidiamo di incontrare di presenza l’architetto Pavone  che precisa subito il tono provocatorio della proposta. “Io con questa proposta – dichiara Pavone- ho voluto animare un dibattito che prima o poi la nostra città dovrà affrontare. Infatti un bene come questo dovrà essere valorizzato e  ho lanciato una mia idea sul tutto. Ovviamente a questa mia idea dovrà seguire un dibattito sulle modalità di valorizzazione ma ben vengano i dibattiti se si tratta di far rifiorire una risorsa come questa”.
Pavone illustra tutti i futuri  possibili interventi che, ci tiene  a precisare, non saranno altamente invasivi e dovrebbero sfiorare Villa Cerami. Le vie interessate sarebbero quelle di via Magoni e via Anfiteatro con il suo cancello che oggi si affaccia sulle strutture esterne dell’anfiteatro che non sono fruibili. Un sistema che dovrebbe essere misto con zone alla luce del sole e altre coperte dalle strutture esistenti. Un affascinante sistema che sarebbe possibile grazie alle moderne tecnologie costruttive. “Ovviamente – continua Pavone – si dovranno fare delle adeguate valutazioni per vedere quali palazzi espropriare e quali no e  sicuramente non verranno toccati quelli di valore storico elevato”.
Un percorso che non dovrebbe stravolgere nemmeno l’attuale viabilità della zona facendola proseguire così come avviene oggi, ma sopra l’anfiteatro scoperto, grazie ad un sistema di rampe. E queste sono soltanto le idee e, anche se potrebbe sembrare il contrario, i  tempi stringono per poter elaborare un progetto tanto delicato dal punto di vista sociale, storico ed economico. 
Un progetto ambizioso e che  richiede un’adeguata valutazione. Per questo ci siamo rivolti all’assessore Fatuzzo, per sapere come il Comune intende recepire la  provocazione di Pavone e quali sono gli interventi che stanno compiendo in tal senso.
“Già siamo al lavoro – dichiara Fatuzzo – per calcolare i possibili costi degli espropri dei palazzi della zona. Attualmente siamo soltanto in una fase di confronto delle idee. Portare alla luce l’arena dell’anfiteatro romano permetterebbe di fare sistema con gli altri siti archeologici della zona che potrebbero portare il turista a compiere un percorso di riscoperta greco-romana”.
Come  mai tanto interesse improvviso per l’anfiteatro? “L’amministrazione – spiega Fatuzzo – sta pianificando una serie di interventi per permettere a Catania di puntare sulle proprie risorse naturali. L’approvazione del Pua si muove in questo senso dal punto di vista del turismo ricreativo e balneare noi, con questo progetto sull’anfiteatro e altri, puntiamo a quello storico e culturale”.
Un’opera ambiziosa che porterà grandi costi e soprattutto tempi lunghissimi. “È inutile nascondersi – ammette Fatuzzo – ci vorranno  tanti anni per poter riportare alla luce l’anfiteatro. Ma poiché gli scavi, per la delicatezza del sito, saranno compiuti quasi a mani nude e i turisti potrebbero compiere un percorso ad hoc fra gli scavi osservando le maestranze al lavoro. I costi saranno ingenti e una  cifra potrà essere stabilita soltanto dopo un preciso progetto,  e potranno essere coperti ricorrendo al Por 2007-2013  poiché questo sito deve essere messo in sicurezza. Per questo motivo dobbiamo essere veloci e pronti  a cogliere l’opportunità di far cambiare volto a Catania”.

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