Racket delle badanti nel Nisseno, tre arresti - QdS

Racket delle badanti nel Nisseno, tre arresti

redazione

Racket delle badanti nel Nisseno, tre arresti

mercoledì 11 Luglio 2018

L'operazione San Giuseppe, condotta dai Carabinieri tra Gela e Niscemi, è scattata al termine di indagini coordinate dalla Procura gelese tra la Sicilia e la Romania, che ha smascherato un'organizzazione capeggiata da un italiano che si avvaleva di cittadini romeni. Tra le accuse, circonvenzione di incapaci e prostituzione

I Carabinieri stanno eseguendo, tra Gela e Niscemi, nel Nisseno, tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e perquisizioni nell’ambito di un’operazione nata per sgominare il cosiddetto "racket delle badanti".
 
I provvedimenti sono stati disposti dal Gip su richiesta della Procura di Gela e riguardano le accuse di associazione per delinquere, circonvenzione di incapaci, induzione e sfruttamento della prostituzione.
 
 
L’operazione, denominata San Giuseppe, è scattata al termine di un’inchiesta coordinata dalla Procura gelese tra la Sicilia e la Romania.
 
Le accurate indagini hanno permesso di smascherare un’organizzazione capeggiata da un italiano che si avvaleva di cittadini romeni.
 
I militari hanno ricostruito minacce e violenze subite da diverse vittime, nonché i movimenti di ingenti somme di denaro sottratte a anziani e spedite in Romania.
 
Al termine delle indagini è stata smascherata un’associazione capeggiata da un italiano che si avvaleva di cittadini romeni.
 
 
 
Era Emanuele Murana il capo dell’organizzazione criminale che, attraverso minacce e violenze, si faceva consegnare denaro da anziani.
 
Murana si serviva di due complici rumeni: Enela Ciubotaru e Vasile Daniel Ciubotaru, zia e nipote.
 
La donna aveva il compito di circuire gli anziani con l’obiettivo di derubarli e farsi fare regali.
 
Il nipote faceva da trait-d’union tra la Romania e la Sicilia e cercava per conto di Murana donne romene da far conoscere alle vittime, ponendosi alla pari di una vera e propria agenzia matrimoniale e mostrando loro un catalogo virtuale delle persone da scegliere.
 
La banda avrebbe realizzato un giro d’affari di oltre centomila euro.

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