Differenziata inutile senza energimpianti - QdS

Differenziata inutile senza energimpianti

Rosario Battiato

Differenziata inutile senza energimpianti

martedì 24 Luglio 2018

Istat: nel 2017 un cittadino dell’Isola su cinque ha giudicato scadente il servizio di raccolta. Per 8 su 10 di essi differenziare è inutile perché l’80% degli scarti va comunque in discarica. “Minacce” ai sindaci per esportare a peso d’oro i rifiuti, risorse che altri trasformeranno in energia 

PALERMO – Solo con i numeri è possibile orientarsi nel grande groviglio dei rifiuti isolani. E quindi abbiamo messo in fila i record negativi della raccolta (circa il 20%, 40 punti percentuali di distanza dal dato richiesto per legge già nel 2015) che derivano anche dall’apatia per una differenziata che, tra le famiglie che denunciano motivi di insoddisfazione del servizio, ne vede circa 8 su 10 che la considerano “non utile” (dati Istat). Inoltre, confermando una tendenza di vecchia data, gli isolani continuano a non pagare la Tari: 77 euro pro capite di mancata riscossione come denunciato da un report di Crif Ratings, secondo posto nazionale dopo il Lazio.
 
 
I dati, per arrivare meglio al punto, vanno poi conditi con alcune considerazioni di più ampio respiro: nell’Isola il tasso di riciclo, visto che la differenziata da sola non è sufficiente, è comunque tra i più bassi d’Europa, anche a causa di un basso livello generale dell’impiantistica e, più in particolare, per l’assenza attuale e nei piani del governo degli energimpianti, le strutture per valorizzare energeticamente il rifiuto ed essenziali per la chiusura del ciclo, così come attestano gli esperti del settore intervistati dal QdS nelle scorse puntate sul tema. Intanto, il conferimento in discarica è intorno all’80% dei rifiuti prodotti, un tasso eccessivo per i siti isolani che da anni minacciano di implodere (come già accaduto) e che, infatti, da ottobre vedrà il trasferimento all’estero dei rifiuti, con potenziali costi aggiuntivi per tutti.
 
136 comuni nel mirino
Nelle scorse settimane il dipartimento dei rifiuti ha scritto a tutti gli enti fuorilegge per i valori di differenziata (almeno il 30%), ribadendo la necessità di provvedere, entro la fine di luglio (pena l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte della Regione, cioè il commissariamento), alla messa in atto del provvedimento di affidamento del servizio di trasporto fuori rifiuti. Lo prevedeva già l’ordinanza di giugno del presidente della Regione – lo abbiamo scritto lo scorso 12 luglio nel servizio “Rifiuti, stretta sui Comuni indisciplinati” – ed è stato confermato nella nota di chiarimento inviata la scorsa settimana dal dipartimento regionale dei Rifiuti.
La nota riguarda 140 comuni che per il presidente della Regione dovranno affidare il “servizio del trasporto fuori regione dei rifiuti indifferenziatI, ovvero frazione secca o stabilizzata in uscita dai Tmb, eccedenti la quantità del 70% di quella prodotta complessivamente nel corso del corrispondete periodo dell’anno precedente”.
 
Insomma, il quantitativo minimo di raccolta differenziata è fissato al 30%, target impensabile per molti enti locali isolani, soprattutto per i più grandi. Per tutti quelli che saranno confermati non in regola con gli obiettivi minimi fissati dalla Regione, il servizio di trasporto all’estero comincerà dal primo ottobre prossimo.
 
Una necessità dettata dal ritardo dei comuni isolani nella raccolta differenziata che nel 2016 è stata pari al 15,40% (dati Ispra) e che, nonostante nel 2017 si sia spinta fino al 20% (dati della Regione), resta ancora lontano anni luce da quel 65% che è l’obiettivo fissato dalla normativa nazionale per il 2015 e dal 50% che risulta essere la media nazionale.
 
È sufficiente ricordare che l’80% dei rifiuti prodotti nell’Isola (circa 1,8 milioni di tonnellate su 2,3, dati Ispra) finisce in discarica “provocando – si legge nella nota del dipartimento – il rapido esaurimento delle stesse oltre che un aggravio dell’esercizio degli impianti di trattamento meccanico-biologico (tmb) e una non ottimale biostabilizzazione del sottovaglio umido”.


 
Discariche sempre più sature
È ormai da anni che gli appelli sulla saturazione delle discariche isolane continuano spingere il dibattito sull’emergenza e per ogni sito che chiude, o che minaccia di ridurre il carico possibile da conferire, i cittadini tremano perché l’intero sistema, ad oggi, si bassa fondamentalmente sul conferimento in questi impianti (con qualche timida eccezione). A metà luglio il M5S, per bocca di Adriano la Varrica e Caterina Licatini (componenti della commissione Ambiente alla Camera), ha denunciato la situazione della discarica di Bellolampo: “anche l’ultima vasca si sta rapidamente saturando – hanno scritto – e, pur nella gravità della situazione, si procede con lentezza nella prassi necessaria al rilascio dei pareri, nulla osta e autorizzazioni necessari ad allungare la vita della VI vasca in attesa della realizzazione della nuova: a breve i cittadini rischiano concretamente una nuova interruzione del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani, con conseguente rischio di insorgenza di gravi problematiche igienico sanitarie, nonché di possibili danni ambientali ed economici nel Comune di Palermo”.
La scorsa settimana un serio allarme era pervenuto dalla discarica di Lentini della Sicula Trasporti, che aveva segnalato la possibile riduzione del conferimento dei rifiuti nel sito. Un rischio rientrato grazie all’intervento del dipartimento Ambiente e Rifiuti della Regione che ha attivato una serie di misure per ottimizzare le discariche esistenti e procedendo all’attivazione di nuovi impianti di trattamento meccanico-biologico.
 
Ai siciliani non piace differenziare
Una gestione così allarmante dei rifiuti non convince i siciliani. Secondo dati Istat riferiti al 2017, ci sono ragioni precise che in qualche misura stanno alla base dell’allergia dei siciliani alla differenziata. Più del 20% delle famiglie dell’Isola, una su cinque, ha lamentato un servizio di raccolta porta a porta che soddisfa “poco” o “per niente”, dato più elevato tra tutte le Regioni (in Italia siamo all’11,6%). E tra i motivi che rendono insoddisfatte le famiglie del servizio di raccolta dei rifiuti c’è la convinzione che non sia utile raccogliere i rifiuti in modo differenziato (82,5% delle famiglie insoddisfatte).
La Sicilia è la seconda d’Italia per tasso di evasione. Per un servizio detestato, non mancano, come da tradizione, gli evasori. Secondo un report di Crif Ratings, che ha condotto un’analisi sui bilanci dei comuni italiani in relazione ai mancati incassi relativi alla tassa dei rifiuti 2016, i siciliani sarebbero mediamente al secondo posto tra le Regioni italiane per mancato pagamento della Tari, con un dato pro capite che raggiunge 77 euro e con Palermo che è la seconda città d’Italia per mancato pagamento (117 euro per la Città capoluogo, 93 in provincia). Evidentemente i siciliani hanno qualche conto in sospeso con i rifiuti.
 

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