Priorità: produrre ricchezza e lavoro - QdS

Priorità: produrre ricchezza e lavoro

Carlo Alberto Tregua

Priorità: produrre ricchezza e lavoro

martedì 31 Luglio 2018

Soddisfare i bisogni dei cittadini

C’è chi prende iniziative e chi caccia le mosche, chi è progettuale e chi aspetta Godot, chi ritiene che la fortuna nel proprio futuro abbia un ruolo importante ma marginale e chi invece pensa di essere eternamente sfortunato, c’è chi si assume le responsabilità delle proprie decisioni e fa l’esame dei propri possibili errori e, invece, chi addebita agli altri i propri insuccessi.
Come vedete, il mondo è bello perché è avariato, sosteneva Marcello Marchesi (1912-1978), grande umorista.
Però, ognuno deve scegliere a quale tipologia di persone appartenere: a chi costruisce o tenta di costruire continuamente oppure a chi sperpera, consuma e distrugge quello che altri hanno costruito.
Non c’è da disperarsi, le persone sono fatte così. Ognuno di noi deve cercare di capire con chi ha a che fare: persone dell’uno o dell’altro tipo.
C’è una parte della Classe politica che ritiene di dover dare a tutti i cittadini una prebenda, indipendentemente dal loro merito, e c’è chi invece li sprona per inventarsi un lavoro e per diventare produttivo.
 
L’esempio viene dall’alto: non è che il Ceto politico e quello burocratico stiano in alto quanto a valori etici. Stanno in alto per le loro funzioni formali di classe dirigente; i politici come mandatari del popolo per prendere decisioni e formulare leggi eque che prevedano la produzione e poi la distribuzione della ricchezza; i burocrati che dovrebbero eseguire la volontà politica producendo servizi a favore dei cittadini al costo più basso e della migliore qualità possibile.
Questo è il punto: produrre ricchezza e con essa occupazione. Stiamo parlando di lavoro produttivo, non di lavoro inutile. Purtroppo, la Burocrazia è fatta da persone perbene in larga misura e capaci in minor misura, ma anche di fannulloni di sfruttatori e di parassiti.
Non essendoci al suo interno alcun barlume dei valori di merito e responsabilità, risultano tutti uguali, con la conseguenza che le cattive abitudini finiscono per prevalere su quelle buone, secondo la logica della famosa legge economica di Gresham: “La moneta cattiva scaccia quella buona”.
Come dire: il cattivo esempio dilaga, mentre il buon esempio fa fatica ad essere emulato.
 
Il Governo GialloVerde si accinge a mettere sul campo la legge di Bilancio 2019 insieme a quella del triennio. Essa sarà la cartina di tornasole per verificare se questo Governo intende veramente imboccare la strada dello sviluppo o perseguire quella perniciosa dell’assistenzialismo, che è stata una costante degli ultimi tre governi a guida Pd.
All’interno di quel partito, ancora c’è gente che usa i termini Destra e Sinistra: dovrebbe essere rinchiusa nei manicomi ove i pazzi pensano di essere generali, imperatori e prostitute.
Non c’è più Destra, non c’è piu Sinistra e neanche centro. Ci sono i bisogni del Paese, cioè quelli dei cittadini che devono essere soddisfatti.
Gli statisti non possono accontentare tutti i cittadini perché questi vedono fino alla punta del proprio naso. Gli statisti devono guardare il medio e lungo periodo, prendere decisioni impopolari, formulare leggi di riforma vere, che facciano marciare la macchina statale a velocità ordinaria.
 
Questo è il punto: lo Stato deve funzonare in modo ordinario, con rispetto delle regole sostanziali e non di quelle formali, con senso di responsabilità e con l’umiltà di servire il popolo.
Ma di tutto questo non vi è traccia, mentre risulta evidente la scia della corruzione che appesta l’ambiente e rovina i rapporti tra persone.
Per produrre ricchezza, e con essa occupazione e aumento delle entrate per Stato ed enti locali attraverso le imposte, occorre aumentare la produttività e quindi la competitività delle imprese e della Pa. Perché questo avvenga occorre che la politica venga guidata da veri professionisti che sappiano quale sia il loro lavoro, che abbiano le idee chiare e, con esse, obiettivi realizzabili in base a cronoprogrammi tassativi.
La questione Meridionale e quella Settentrionale dovrebbero essere al centro della politica del Paese. Ma non è così perché il Nord cresce il doppio del Sud: evviva l’articolo tre della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini!

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