Taglio vitalizi, pioggia di ricorsi alla Camera, l'Ars temporeggia - QdS

Taglio vitalizi, pioggia di ricorsi alla Camera, l’Ars temporeggia

Raffaella Pessina

Taglio vitalizi, pioggia di ricorsi alla Camera, l’Ars temporeggia

martedì 11 Settembre 2018

Entro settembre il Consiglio di Presidenza esaminerà la proposta M5s. Deputati in ferie, anche l’attività legislativa è ancora ferma

PALERMO – Si preannuncia battaglia sui vitalizi nazionali e regionali che il Movimento Cinquestelle ha detto da sempre di voler abolire. Ma i deputati non la vogliono dare vinta a Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati e componente del M5S al parlamento nazionale. Con una delibera del consiglio di presidenza della Camera infatti sono stati sensibilmente ridotti gli importi dei vitalizi dei parlamentari. Contro di lui si schiera Maurizio Paniz, avvocato, ma anche ex deputato nazionale del Pdl in tre legislature ( 2001, 2006 e infine 2008) che ha già fatto conoscere le proprie intenzioni: il “pasdaran delle indennità”, così è stato soprannominato Paniz, ha annunciato non solo che la delibera è illegittima perché si tratta di diritti acquisiti e non di privilegi, ma che assumerà la difesa di circa 400 deputati.
 
“Ho già presentato giovedì scorso oltre 300 ricorsi contro i tagli dei vitalizi per gli ex deputati e ne presenterò un altro centinaio questa settimana”. Una vera e propria “class action”, che avrà l’obiettivo di inficiare uno dei cavalli di battaglia del Movimento Cinquestelle. L’avvocato Paniz ha quindi raccolto i fascicoli di tutti i deputati che hanno fatto ricorso e che chiedono la restituzione delle parti di indennità falciate dalla delibera. “Punto ad ottenere l’annullamento della delibera dell’Ufficio di presidenza della Camera – ha detto Paniz – che ha fortemente ridotto l’ammontare dei vitalizi in essere. Una delibera – ha ribadito – che ritengo totalmente illegittima e palesemente incostituzionale”.
 
Ci sono comunque altri quattro avvocati che assistono un totale di 700 parlamentari che hanno fatto ricorso, nella convinzione di costringere il presidente della Camera Fico alla resa. Quest’ultimo aveva peraltro già preannunciato che i tagli avrebbero portato ad un risparmio per i cittadini di circa 40 milioni di euro. Tutti soldi che i parlamentari nazionali non intendono lasciare nelle casse dello Stato. “Penso di vincere al 100% nel lungo percorso – ha ribadito Paniz – Lo ha confermato anche il Consiglio di Stato nel parere che ha recentemente dato alla presidenza del Senato, indicando le condizioni per un possibile intervento che qui alla Camera non sono state in alcun modo rispettate”.
 
E a chi lo tacciava di essere l’avvocato dei privilegiati Paniz ha risposto di essere ”il legale che difende un principio fondamentale in uno Stato di diritto e che in questo caso interessa tutti i 18 milioni di pensionati italiani, perché il principio che riguarda gli ex parlamentari, riguarda anche tutti i nostri pensionati. Non si tratta di privilegi, ma di diritti acquisti, non certamente voluti dagli attuali beneficiari, ma decisi molti decenni fa da altri autorevoli esponenti della vita politica italiana. Gli stessi che hanno deciso molte delle baby pensioni attualmente in vigore, che interessano circa 9milioni di italiani e che nessuno può permettersi di toccare”.
 
Paniz si appoggia anche al parere reso da due professori costituzionalisti Enzo Cheli e Sabino Cassese, che sono stati punti di riferimento della Corte costituzionale, hanno dichiarato in recenti interviste a importanti quotidiani nazionali, che i diritti acquisiti dai cittadini, quali essi siano – ex parlamentari o cittadini normali – non possono essere modificati”. Il Movimento Cinquestelle non si preoccupa e parte al contrattacco. Il vice premier Luigi Di Maio scrive in che i circa “700 ex deputati hanno fatto ricorso per riavere i vitalizi aboliti e continuare a essere mantenuti a vita dallo Stato come fossero dei nababbi. Quando erano in Parlamento non hanno fatto nulla per aumentare le pensioni minime e le condizioni di vita dei pensionati più poveri e ora vogliono continuare a prendere vitalizi di migliaia di euro nonostante abbiano versato “molto meno”. Ma Di Maio non si ferma qui. “Il Senato deve abolire subito i vitalizi come abbiamo fatto alla Camera. Non c’è più tempo da perdere per eliminare i privilegi. Bisogna decidere da che parte stare, da quella dei cittadini o da quella dei parassiti. Noi abbiamo già scelto e non faremo neppure mezzo passo indietro: i ricorsi non ci spaventano”.
 
“Intanto consiglio caldamente a questi 700 vitalizio-dipendenti di andarsi a nascondere il più lontano possibile, magari su un eremo. Non conoscono vergogna”, conclude Di Maio. Se anche il Senato procederà all’abolizione la partita si aprirà anche per gli ex parlamentari regionali dell’Assemblea regionale perché il Parlamento siciliano con una legge apposita, la 44 del 1965, si è equiparato proprio al Senato e tutte le delibere riguardanti il trattamento economico e pensionistico del Senato della Repubblica devono essere adottate anche a Palazzo dei Normanni.

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