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Editoria: Antonello Piraneo firma La Sicilia

redazione

Editoria: Antonello Piraneo firma La Sicilia

martedì 25 Settembre 2018

Ieri sera Mario Ciancio Sanfilippo e suo figlio Domenico hanno lasciato rispettivamente la direzione e la condirezione del quotidiano dopo il sequestro di 150 milioni di euro all'imprenditore. Che si difende, "Non ho commesso reati". L'assemblea dei giornalisti, "Fiducia nella Magistratura". Oggi la conferenza stampa in Procura

Da oggi il quotidiano La Sicilia è firmata da Antonello Piraneo, fino a ieri caporedattore centrale del giornale.
 
Ieri sera infatti Mario Ciancio Sanfilippo e suo figlio Domenico hanno lasciato rispettivamente la direzione e la condirezione de La Sicilia dopo che l’azienda era stata sequestrata insieme con altre trenta società dell’imprenditore, tra cui le tv Antenna Sicilia e Telecolor, la maggioranza della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari, la stamperia Etis 2000 e la società di affissioni Simeto Doks, e altri beni per complessivi 150 milioni di euro.
 
Il giornale sarà firmato da Antonello Piraneo, nominato direttore responsabile dall’assemblea dei soci della Domenico Sanfilippo Editore.
 
"Lascio con amarezza – ha dichiarato Ciancio, che ha 86 anni ed è imputato per concorso esterno alla mafia – la direzione di questo giornale da me assunta, con passione, entusiasmo e spirito di servizio, nel lontano 1967. Lascio perché penso che un mio passo indietro, seppur doloroso, rappresenti una scelta che possa aiutare me ad essere più libero rispetto alla prova che mi tocca affrontare e perché ciò può contribuire a evitare che restino eventuali dubbi nei miei 400.000 lettori, nei giornalisti, nei tipografi e nei collaboratori".
 
"Ma lascio – ha aggiunto – a fronte alta, perché non ho commesso alcuno dei reati di cui sono accusato. E lo dimostrerò".
 
La notizia delle dimissioni era stata data durante un’assemblea di redazione convocata dopo il decreto del Tribunale, richiesto della Dda ed eseguito dai carabinieri del Ros e del comando catanese. Lo stesso Tribunale ha nominato amministratori giudiziari Angelo Bonomo e Luciano Modica per garantire la continuazione dell’attività del gruppo.
 
Oltre alle società sono stati sequestrati conti correnti e polizze assicurative. Per stamattina è prevista una conferenza stampa sul sequestro nella Procura della Repubblica di Catania.
 
Mario Ciancio Sanfilippo, che è stato presidente della Fieg, la Federazione italiana editori giornali, ha ribadito che i suoi avvocati "sono già al lavoro per predisporre l’impugnazione in Corte di Appello".
 
"Ritenevo di avere dimostrato – spiega – attraverso i miei tecnici e i miei avvocati, che non ho mai avuto alcun tipo di rapporto con ambienti mafiosi e che il mio patrimonio è frutto soltanto del lavoro di chi mi ha preceduto e di chi ha collaborato con me. Ritengo che le motivazioni addotte dal Tribunale siano facilmente superabili da argomenti importanti di segno diametralmente opposto, di cui il collegio non ha tenuto conto".
 
La vicenda giudiziaria che riguarda l’editore è travagliata e comincia nel 2010 con l’apertura dell’indagine nei suoi confronti. Poi la richiesta di archiviazione da parte della Procura e l’ordine del Gup per nuove indagini nel 2012.
 
Nel 2015 un altro giudice decide il non luogo a procedere.
 
La Procura ricorre in Cassazione e la Suprema corte annulla con rinvio il proscioglimento: si arriva così al rinvio a giudizio nel giugno 2016 per concorso esterno alla mafia e quindi all’inizio del processo nel marzo scorso.
 
In questo contesto s’inserisce poi il sequestro di beni per circa 17 milioni nel giugno 2015.
 
Preoccupazione per le testate sequestrate è stata espressa dai sindacati dei giornalisti: la Federazione nazionale della stampa e le Associazioni della stampa di Sicilia, Puglia e Basilicata.
 
Il sindacato dei giornalisti evidenzia "il rischio che il provvedimento possa mettere a repentaglio la sopravvivenza di aziende editoriali che rappresentano un patrimonio per l’informazione nel Mezzogiorno".
 
La ministro per il Sud Barbara Lezzi, parla di "brutta notizia per l’informazione" e si dice vicina "ai lavoratori delle testate".
 
Dal canto loro i giornalisti de La Sicilia, al termine dell’assemblea di ieri, hanno ribadito la loro fiducia nell’operato della magistratura.
 
"Noi giornalisti – si legge in una nota dell’Assemblea di redazione – continueremo a fare come sempre il nostro lavoro a testa alta, con dignità e onestà intellettuale, pur gravati di un maggior carico di preoccupazione legittima per la conservazione dei nostri posti di lavoro. Ribadiamo altresì che il quotidiano La Sicilia è sempre stato dei giornalisti. Non consentiamo quindi ad alcuno di speculare sulla nostra professionalità che, come sempre, continueremo ad assicurare in nome di una indipendenza e di una libertà di stampa che non sono mai venute meno e che sono garanzia di democrazia per chi scrive e per chi legge".
 
"Lo dimostra – continua la nota – il giornale che abbiamo realizzato, sempre in prima linea nella denuncia dei crimini e nella difesa delle fasce più deboli. Al direttore Mario Ciancio Sanfilippo, che nei decenni ha portato avanti questa testata con orgoglio, con passione e, soprattutto, con grande umanità, va il nostro affettuoso ringraziamento, certi che sarà in grado di chiarire la sua posizione giudiziaria. Al nuovo direttore Antonello Piraneo, sicuri che continuerà a garantire la libertà di espressione, assicuriamo il nostro pieno sostegno. Ai lettori garantiamo che, anche in un momento così difficile, non verrà meno il nostro impegno per una corretta e libera informazione".

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