Non bisogna avere paura del nuovo - QdS

Non bisogna avere paura del nuovo

Carlo Alberto Tregua

Non bisogna avere paura del nuovo

sabato 29 Settembre 2018

Votato il Def, deficit al 2,4%

Nel 1994 ho votato per Berlusconi: era il nuovo. Il vecchio establishment aveva portato il Paese al disastro. Il Cavaliere si creò il nemico nei comunisti e sventolò questro drappo rosso davanti al toro per vincere le elezioni.
Fece mirabolanti promesse sullo sviluppo del Paese mediante un Piano straordinario di infrastrutture, il taglio delle tasse, la distribuzione della ricchezza. Sappiamo com’è finita.
Successivamente, nel 2013, ho votato Renzi: ancora una volta il nuovo. Tre Governi nel corso della XVII legislatura, il tentativo di una buona riforma costituzionale bocciato dal Popolo, la riforma del Jobs act, il fallimento della riforma Madia sulla Pubblica amministrazione dopo quello della riforma Brunetta.
Cinque anni all’interno della crisi decennale (2008-2018) che hanno visto il Paese uscire dalla decrescita del Pil per entrare in una modesta crescita, mentre partner dell’Ue sono crescenti il doppio rispetto all’italia. Anche in questo caso il nuovo è fallito, perché l’establishment ha continuato a tenere in pugno le sorti del Paese.
 
Nelle elezioni dello scorso 4 marzo ho votato Movimento 5 stelle: per la terza volta il nuovo. L’unione del diavolo con l’acquasanta, con un partito generato dal genio di Gianroberto Casaleggio – che ha inventato il consenso mediante Internet – e dalla comunicazione efficace di Beppe Grillo, che sa come parlare alla gente.
Anche in questo caso, l’establishment ha cominciato a sparare palle di cannone sul nuovo, che a differenza dei due precedenti prima citati è nuovo davvero, in quanto la maggioranza di deputati e senatori è approdata per la prima volta in Parlamento.
Nonostante ciò, ieri notte il Governo ha varato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) che costituisce il binario su cui correrà il treno della Legge di Bilancio 2019.
Sono stati inseriti tutti i punti programmati nel “contratto” (pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax, pace fiscale, ecc…). Per trovare le risorse, il Governo ha deciso di portare l’asticella del deficit al 2,4%, cioè a circa 45 miliardi di debito aggiunto a quello del prossimo 31 dicembre.
 
Salvini, con la sua comunicazione rude, ma schietta ed efficace, ha raddoppiato, secondo i sondaggi, i suoi consensi. La sua azione con il decreto Sicurezza-immigrazione sta confermando come la sciagurata politica sui migranti dei precedenti governi possa essere trasformata in accoglienza ordinata e soprattutto condivisa con gli altri Paesi Ue.
Ora si tratta di rimettere in ordine il sistema, riportare nelle patrie galere i carcerati stranieri e restituire ai Paesi d’origine tutti coloro che non hanno diritto all’asilo politico, accertato in pochi mesi e non in anni.
Sulla sicurezza, il decreto prevede che le abitazioni private siano inviolabili e chiunque tenti di penetrarvi debba rischiare la reazione degli abitanti.
Salvini si è dichiarato contrario all’estensione del reddito di cittadinanza urbi et orbi, anche perché non ci sono risorse, mentre ha ridimensionato l’altro suo asso della campagna elettorale, e cioè la flat tax, che probabilmente sarà estesa a pochi casi di piccoli imprenditori, anche perché il Movimento pentastellato è fortemente contrario al condono. Anche sulle pensioni a quota 100 vi è un forte ridimensionamento.
 
L’altro vero big dell’attuale Governo, Luigi Di Maio, sta acquisendo più consapevolezza del suo ruolo e con ciò senso di responsabilità. Bisogna dargli atto del successo nella questione Ilva, di cui ormai non si parla più, dopo il 15 settembre, essendo avviato il processo di modernizzazione industriale nonché di riqualificazione ambientale. Non possiamo non ricordare che la base della trattativa era stata ottimamente impostata dell’ex ministro Carlo Calenda, venuto al nostro Forum pubblicato l’1/2/2014.
Di Maio ha ridimensionato l’iniziativa sul reddito di cittadinanza perché esso assorbirà il reddito di inserimento, sarà previsto per le fasce fortemente bisognose e partirà da marzo del 2019.
Il presidente del Consiglio, professore Giuseppe Conte, vituperato dai più, sta dimostrando prudenza e saggezza di tipo democristiano, in un ruolo scomodo. Via via acquisisce più sicurezza.
Ecco il terzo nuovo: speriamo che sia la volta buona, perché delle novità non bisogna avere paura.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017