Palermo - Aziende, residui attivi e debiti fuori bilancio questi i nodi del Rendiconto consuntivo 2017 - QdS

Palermo – Aziende, residui attivi e debiti fuori bilancio questi i nodi del Rendiconto consuntivo 2017

Gaspare Ingargiola

Palermo – Aziende, residui attivi e debiti fuori bilancio questi i nodi del Rendiconto consuntivo 2017

mercoledì 03 Ottobre 2018

L’Amministrazione alle prese con la “valutazione non positiva” dei Revisori dei Conti sul documento. Oggi l’assessore Gentile e il ragioniere generale Basile in Commissione Bilancio

PALERMO – La “valutazione non positiva” sul Bilancio consuntivo 2017 del Comune da parte del Collegio dei revisori ha scatenato naturalmente la bagarre politica, non soltanto con l’inevitabile, rabbiosa reazione dell’opposizione – che domanda a gran voce le dimissioni del sindaco Leoluca Orlando e nuove elezioni – ma anche con le frizioni tra i banchi degli orlandiani.
 
Particolarmente delicati sembrano i rapporti con Sinistra Comune. Il capogruppo Giusto Catania ha posto un problema politico chiedendo espressamente un vertice di maggioranza mentre per oggi la presidente della Commissione Bilancio Barbara Evola ha convocato l’assessore Antonino Gentile e il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile.
 
 
Il parere negativo dei Revisori, del resto, è arrivato nel bel mezzo della trattativa per il rimpasto in Giunta e potrebbe avere effetti deflagranti sulla maggioranza. La relazione del Collegio è molto dura e ricalca le parole usate dal Mef e dalla Corte dei Conti. La situazione più preoccupante riguarda le partecipate. I contabili fanno notare infatti che la partita dei disallineamenti non è ancora chiusa: particolarmente a rischio le situazioni di Amat (30,6 milioni), Rap (8) e Amap (3,8). A maggio Orlando aveva adottato, ricordano Marcello Barbaro, Sebastiano Orlando e Marco Mazzurco, una direttiva “imperativa e vincolante” che imponeva alle partecipate di stralciare dai bilanci i crediti pretesi. Tuttavia tale direttiva, se applicata, “oltre a portare i bilanci delle succitate società (appunto, Amat, Rap e Amap, ndr) in condizioni estremamente deficitarie, potrebbe condurre a conseguenze pregiudizievoli, oltre che sul valore e sull’integrità del patrimonio netto di ciascuna di esse, anche sugli organismi di gestione delle casse”. Ad esempio la Rap perderebbe oltre un terzo del suo capitale sociale. Ed è per questo che a oggi la direttiva “non risulta ottemperata dalle società interessate”, cioè è rimasta sulla carta.
 
Il Collegio rileva inoltre che il Comune ha problemi di cassa e di liquidità, che nel Consuntivo sono iscritti residui attivi vecchi di oltre trent’anni (una scelta “inspiegabile” perché ormai quasi impossibili da esigere) e che il tetto per la spesa per il personale a tempo determinato è stato superato (17 milioni a fronte di un limite di 11,7). Il totale dei residui passivi sfonda quota 264 milioni su un volume di impegni di 666. In pratica i residui passivi sono il 39,75% degli impegni complessivi contro un limite massimo previsto dalla legge del 40%: per appena lo 0,25% il Comune di Palermo non sfora un altro dei parametri per cui si è autorizzati a parlare di “deficit strutturale”. Gli altri parametri non rispettati riguardano per l’appunto i residui attivi e, altra nota dolente, i debiti fuori bilancio, che dal 2013 all’anno scorso hanno avuto un’incidenza crescente sulle entrate correnti (dallo 0,60% al 5,08%).
 
Un fenomeno, quindi, “reiterato ad ogni esercizio”, che “crea possibili rischi sugli equilibri di bilancio” e “una grave patologia da rimuovere”. In un solo anno, dal 2016 al 2017, i debiti fuori bilancio sono aumentati da 33,3 a 39,6 milioni e i revisori sottolineano che spesso vi si fa ricorso per i servizi socio-assistenziali: nel 2017 il 54,72% dei debiti fuori bilancio riconosciuti (17,3 milioni) era costituito dai servizi per le fasce più deboli e il Comune “non provvede ad attivarsi in maniera adeguata” perché il pagamento dei servizi “viene ormai come prassi effettuato solo dopo la sentenza di condanna da parte del tribunale, con addebito di onorari, spese e interessi”.
 
Palazzo delle Aquile per di più paga in ritardo (ci mette in media quasi cento giorni, nel 2017 quasi 272 milioni sono stati erogati oltre i tempi previsti), “conseguenza diretta di una carenza di liquidità determinata dall’incapacità di riscuotere le entrate da tributi propri (ordinarie e da lotta all’evasione) e dalle tempistiche di pagamento per le somme provenienti dallo Stato o dalla Regione”. Gli affitti rendono poco e male (in calo di 200mila euro rispetto al 2016) e le percentuali di riscossione di multe e tasse sono ancora troppo basse: nel 2017 il Comune ha incassato il 14,74% (8,2 milioni su 56) delle multe comminate (negli anni precedenti si superava il 18%) e l’1,31% (1,2 milioni su 91,2) dai tributi evasi, anche se in questo senso la situazione nel 2018 pare sensibilmente migliorata.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017