Ars approva Ddl su vendita diretta prodotti agricoli - QdS

Ars approva Ddl su vendita diretta prodotti agricoli

Patrizia Penna

Ars approva Ddl su vendita diretta prodotti agricoli

giovedì 04 Ottobre 2018

Angela Foti (M5s): “Così valorizziamo la produzione locale e la filiera corta”. Ddl modifica Statuto, proseguono audizioni dei costituzionalisti

PALERMO – La seduta d’Aula di ieri si è aperta con la conferma, da parte della deputata Elvira Amata, presidente della Commissione Statuto all’Ars, che non si sono ancora concluse le audizioni dei costituzionalisti in merito al progetto di legge costituzionale “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale, concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi”. Dunque, su questo fronte, dibattito ancora in stand by.
 
Il Parlamento siciliano è passato così all’esame del disegno di legge 189-94/A “Vendita diretta dei prodotti agricoli”, primo firmatario Orazio Ragusa, che è stato infine approvato con 51 voti favorevoli, senza il discusso articolo 6 che secondo l’opposizione avrebbe favorito i centri commerciali. Il Ddl consente e regolamenta la vendita di prodotti agricoli nell’ambito della filiera corta e della produzione locale.
 
“Siamo soddisfatti per l’approvazione da parte dell’Aula di un disegno di legge di assoluto buon senso, capace di dare ristoro e valorizzare il lavoro dei nostri agricoltori – ha commentato Angela Foti, cofirmataria -. L’Ars ha infatti approvato il disegno di legge che, in armonia con la normativa nazionale, favorisce l’ingresso nel mercato attraverso i produttori agricoli a titolo prevalente, delle loro produzioni primarie e secondarie, quindi i prodotti della terra e i loro trasformati, ad esempio, dalla pasta ai formaggi alle marmellate”. “Il Ddl che abbiamo voluto sposare in pieno – spiega Foti – favorisce e regola, peraltro, anche la somministrazione senza servizio ai tavoli, di prodotti da degustare naturalmente, compreso il finger food, oggi molto ricercato da parte dei consumatori. Cambia il paradigma della filiera. Ci allineiamo finalmente a molte regioni d’Italia. L’obiettivo finale è quello di incrementare il reddito degli agricoltori e l’ingresso di queste piccole produzioni in una filiera della distribuzione che spesso guarda solo alle grandi produzioni. La vendita diretta invece potrà favorire il reddito degli agricoltori”.
 
Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Ars, intanto, ha sollecitato l’Aula chiedendo l’indizione in tempi rapidi del referendum consultivo per chiedere al parlamento nazionale una riforma costituzionale per lo Statuto siciliano che riconosca le compensazioni economiche per lo svantaggio derivante dall’insularità”.
 
“È tempo – ha spiegato – che questo processo di partecipazione popolare venga avviato per superare il gap della nostra regione rispetto al resto del Paese in termini di sviluppo e crescita economica. Purtroppo ogni cittadino siciliano, nelle condizioni attuali, paga una tassa occulta parecchio onerosa. Importare ed esportare beni, curarsi, studiare, fare impresa, consumare corrente elettrica e carburanti ha oggi un costo ben nettamente superiore rispetto a chi vive in altre regioni. Occorre dunque aprire una vertenza con lo Stato – aggiunge – in cui abbia un ruolo preminente anche la flessibilità fiscale, a partire da una riorganizzazione della riscossione. In questa battaglia politica possiamo far riconoscere ogni siciliano che, esprimendosi al referendum, darà un segno tangibile per rivendicare con orgoglio le prerogative autonomistiche della Sicilia”.
 
A proposito di questioni irrisolte e della necessità che la classe politica siciliana si dia una mossa, resta ancora senza una soluzione la vicenda legata al destino incerto di Riscossione Sicilia. La partecipata regionale, infatti, brancola letteralmente nel buio.
“Nei giorni scorsi – scrive la Fabi (Federazione italiana bancari italiani) in una nota – avevamo denunziato il continuo rinvio da parte del Governo della Regione dell’assetto amministrativo di Riscossione Sicilia ed i danni prodotti all’economia della Regione ed in particolare ai dipendenti della Società Regionale che giorno dopo giorno continuano a fare il proprio dovere e aspettano di averi soddisfatti i diritti derivanti dalla sottoscrizione da parte aziendale della contrattazione nazionale. La Fabi ha aderito alla manifestazione presso l’Assemblea Regionale siciliana indetta da altri Sindacati e ciò per dare un segnale chiaro che in questo momento occorre la massima unità sindacale su una difficile vertenza in cui si gioca il destino di 700 lavoratori”. “Il Governo dia immediatamente un assetto alla gestione della Società attraverso la nomina di persone che abbiano i requisiti previsti dalle leggi vigenti e per quanto riguarda il futuro si raccordi col Governo Nazionale affinché si proceda al più presto a passare la gestione al Servizio Unico Nazionale di Riscossione presso l’Agenzia delle Entrate. Occorre superare, quindi, l’anomalia siciliana e nel contempo assicurare il funzionamento del servizio garantendo i livelli occupazionali ed i diritti contrattuali”.
 
Ieri, infine, l’ex ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è stato ascoltato dalla Commissione regionale antimafia, guidata da Claudio Fava, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sul cosiddetto “sistema Montante”. L’audizione, che si è tenuta a Palazzo dei Normanni, a Palermo, è durata un’ora e mezza. Al termine Alfano è andato via senza rilasciare dichiarazioni.

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