Multe inutili se non notificate per Pec - QdS

Multe inutili se non notificate per Pec

Adriano Agatino Zuccaro

Multe inutili se non notificate per Pec

sabato 06 Ottobre 2018

Il Dm 18 dicembre 2017 prevede che i verbali di contestazione redatti dalla Polizia stradale debbano essere notificati per Posta elettronica certificata se il destinatario ne è dotato. Attenzione: se hai la Pec non accettare la raccomandata. Se firmi, la notifica è valida

Il decreto ministeriale del 18 dicembre 2017 “Disciplina delle procedure per la notificazione dei verbali di accertamento delle violazioni del Codice della strada, tramite posta elettronica certificata” ha introdotto novità importanti sul procedimento di notificazione dei verbali di contestazione, redatti dagli organi di Polizia stradale a seguito dell’accertamento di violazioni del Codice della strada.
 
In sostanza, secondo quanto scritto nell’articolo 2 si stabilisce che i verbali da notificare dalla Polizia stradale devono essere inviati via Pec ai soggetti che ne possiedono una (di seguito i dettagli). Il rischio è (e ci arrivano diverse segnalazioni in proposito, ndr) che diversi uffici di Polizia stradale (da Nord a Sud del Paese) si limitino a inviare la Pec solo su richiesta esplicita del cittadino e non si avvalgono dei pubblici elenchi per le notificazioni e comunicazioni elettroniche come prescrive il decreto.
 
 
La norma, dunque, rischia di rimanere inapplicata. I cittadini provvisti di Pec (regolarmente inserita nei suddetti elenchi) che dovessero ricevere una raccomandata con la notificazione e decidessero di non firmarla avrebbero dunque elementi per avanzare un ricorso e fare i conti con l’art. 5 che precisa: “Qualora la notificazione mediante Pec non sia possibile per qualsiasi altra causa, la procedura di notificazione avviene nei modi e nel rispetto delle forme e dei termini del Codice della strada, con oneri a carico del destinatario”.
 
La notificazione dei verbali di contestazione, si legge nell’Art. 3, si effettua nei confronti di colui che ha commesso la violazione, se è stato fermato ed identificato al momento dell’accertamento dell’illecito ed abbia fornito un valido indirizzo Pec; del proprietario del veicolo con il quale è stata commessa la violazione, ovvero di un altro soggetto obbligato in solido con l’autore della violazione (ai sensi dell’art. 196 del Codice della strada), quando abbia domicilio digitale ovvero abbia, comunque, fornito un indirizzo Pec all’organo di polizia precedente, in occasione dell’attività di accertamento dell’illecito.
 
“Qualora non sia stato comunicato al momento della contestazione – si legge nel decreto – l’indirizzo Pec dell’autore della violazione, ovvero qualora la contestazione della violazione non sia stata effettuata al momento dell’accertamento dell’illecito, l’indirizzo Pec del proprietario del veicolo o di altro soggetto deve essere ricercato (nel registro Ini Pec), dall’ufficio da cui dipende l’organo accertatore o che ha redatto il verbale di contestazione, nei pubblici elenchi per notificazioni e comunicazioni elettroniche a cui abbia accesso”.
 
La chiave di volta in merito all’invio della Pec sta proprio nel verbo “deve essere ricercato”. L’ufficio da cui dipende l’organo accertatore ha dunque l’obbligo di inviare la Pec a quei soggetti che ne possiedono una.
 
A giugno di quest’anno il registro Ini Pec contava oltre 1.480.000 indirizzi Pec di professionisti relativi a oltre 1.735 ordini e collegi professionali, e quasi 4.600.000 indirizzi Pec di imprese (società e imprese individuali) e l’indice è in continuo aggiornamento.
 
Da sottolineare che quando la notificazione via Pec non sia possibile per causa imputabile al destinatario o per qualsiasi altra causa, il soggetto notificante effettua la notifica nei modi e nel rispetto delle forme e dei termini del Codice della strada, con oneri a carico del destinatario. Diversamente gli uffici della Polizia Stradale hanno l’obbligo di inviare la Pec.
 
Ricordiamo che l’espletamento dei servizi di Polizia stradale spetta in via principale alla specialità Polizia Stradale della Polizia di Stato; alla Polizia di Stato; all’Arma dei Carabinieri; al Corpo della Guardia di Finanza; ai Corpi e ai servizi di polizia provinciale, nell’ambito del territorio di competenza; ai Corpi e ai servizi di Polizia municipale, nell’ambito del territorio di competenza; ai funzionari del Ministero dell’Interno addetti al servizio di polizia stradale; al Corpo di Polizia penitenziaria e al Corpo Forestale dello Stato, in relazione ai compiti di istituto.
 

 
Eccesso di velocità e cinture di sicurezza le prime cause di multe agli italiani
 
Al primo posto tra le infrazioni più diffuse c’è l’eccesso di velocità. Nel periodo che va da gennaio a luglio 2016 sono state rilevate circa 500 mila infrazioni di questo tipo, ovvero la metà di tutte le contravvenzioni elevate da Polizia e Carabinieri, scrive Panorama.
 
Secondo posto per il mancato uso delle cinture di sicurezza: 72 mila infrazioni. Continua l’uso al volante di telefonini e smartphone: 32 mila gli automobilisti multati nel periodo citato secondo la rivista. Numeri per altro in aumento del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente alla rilevazione. La guida in stato di ebbrezza si piazza al quarto posto delle infrazioni più diffuse con 15 mila unità con un aumento del 4,4%. Seguono le multe elevate per mancato uso del casco. Si tratta di 12 mila casi con quota in aumento del 31,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
Sesto posto per la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: 1.300 casi rilevati con aumento del 26,8%. Non bisogna mai dimenticare che dietro ai numeri citati ci sono storie di donne e di uomini che perdono la vita a causa di un’infrazione.
 
Il ministero dell’Interno ricorda che gli incidenti stradali sono in Italia la prima causa di morte per i giovani tra i 15 e i 24 anni. “Prevenzione e controllo – scrive il Ministero – possono interrompere il cosiddetto ‘paradosso del giovane guidatore’, per il quale una condotta di guida imprudente e senza conseguenze rafforza la convinzione di essere immune dai rischi”. Per provare ad arginare le condotte pericolose il ministero dell’Interno comunica che sono circa settemila i chilometri della rete autostradale italiana e delle principali strade extraurbane e di grande comunicazione che ogni giorno sono sottoposte a monitoraggio anche attraverso sistemi di videosorveglianza, tutor telematici e tecnologie d’avanguardia, applicate al rilevamento della velocità e delle infrazioni con lo scopo di assicurare un livello di efficacia sempre più accentuato nell’operatività quotidiana.
 

 
In Sicilia riscosso il 18,4% delle multe elevate nel 2016
 
Negli ultimi 10 anni, segnala la Cgia di Mestre, le multe comminate dai vigili urbani a seguito della violazione del Codice della strada sono aumentate di quasi l’81 per cento, ma il numero di automobilisti che le hanno pagate è sceso drasticamente.
 
Nel 2016, ultimo anno in cui i dati sono disponibili, appena il 39 per cento di chi ha ricevuto una contravvenzione per aver lasciato l’auto in divieto di sosta o per non aver rispettato i limiti di velocità ha eseguito il pagamento. Il rimanente 61 per cento non lo ha proprio fatto e, ipotizza la Cgia, forse lo ha eseguito solo in seguito, approfittando dell’introduzione della rottamazione delle cartelle avvenuta in più riprese in questi ultimi 2 anni.
 
La Cgia fa sapere che nel 2016 gli oltre 8 mila Comuni italiani hanno disposto quasi 2,5 miliardi di euro di multe per la violazione del codice della strada, anche se poi hanno riscosso circa 1 miliardo (cioè il 38,8 per cento). Rispetto a 10 anni prima, la situazione per le casse comunali è peggiorata moltissimo. Nel 2006, infatti, a fronte di 1,3 miliardi di multe comminate, a onorarle era stato quasi il 60 per cento dei destinatari della sanzione.
 
A livello regionale la percentuale della riscossione delle contravvenzioni stradali comminate dai Vigili urbani dei Comuni del Sud si attesta al 27,5 per cento, con punte minime del 23,2 per cento in Campania e addirittura del 18,4 per cento in Sicilia. Sale al 34,2 per cento nel Centro, per attestarsi al 42,9 per cento nel Nordovest e al 56 per cento nel Nordest.
 
Le amministrazioni comunali più virtuose sono quelle ubicate nella Regione Friuli Venezia Giulia (65,2 per cento di riscossione), nella Provincia Autonoma di Bolzano (74,2 per cento) e, in particolar modo, nel Molise (74,5 per cento).
 
Il dettaglio siciliano inerente al 2016 è di 197,7 milioni di euro di multe per violazione del Codice della strada con un’incidenza delle entrate da multe su entrate correnti pari al 4 per cento; in netto aumento sui 68,7 milioni di euro del 2006 (1,8 per cento d’incidenza).

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