Il Popolo non esiste, ci sono persone umane - QdS

Il Popolo non esiste, ci sono persone umane

Carlo Alberto Tregua

Il Popolo non esiste, ci sono persone umane

sabato 13 Ottobre 2018

La furbizia dei sovranisti

Non sono nuovi gli appelli al Popolo. Chi vuole governare per opprimerlo e non per servirlo continua a nascondersi dietro esso, per giustificare atti e comportamenti non idonei e non valutati con equità generale, in modo che il proprio tornaconto ne esca vincente.
La questione è vecchia come il cucco. Già ai tempi dei greci, quando vi era la cosiddetta Democrazia, i vertici istituzionali parlavano in nome del Popolo, così fecero imperatori e senatori romani e, via via fino ai nostri giorni, i dittatori, più o meno grandi, come Napoleone, Hitler e Mussolini.
Ma chi è questo Popolo? Un insieme eterogeneo di persone ove prevalgono numericamente le classi sociali più povere e ignoranti, mentre la Classe dirigente, ricca, continua a mantenere le differenze socio-economiche in modo da godere dei privilegi. Siccome il lenzuolo ha una dimensione fissa, se vi sono classi ricche (poche) vi devono essere quelle povere (tante).
 
La verità è che il Popolo non esiste in quanto esso è formato da un insieme di persone umane, le quali hanno una loro identità, sono dotate di testa, cervello e volontà. Il guaio è che né testa né cervello vengono adoperati in maniera adeguata perché in molte di esse non albergano la cultura, la conoscenza e i saperi.
L’ignorante è facile preda del furbo, che spesso non è intelligente, mentre chi usa la propria testa con equità capisce come sia necessario l’altruismo, senza tentare di portare tutto sotto il proprio tetto.
Alcuni sostengono che la Democrazia è l’espressione del Popolo. Sarà. La verità è che l’insieme delle persone umane è fortemente condizionato, specie ai nostri giorni, da internet, radio, televisione e carta stampata. Sono pochi quelli che hanno un’opinione quasi obiettiva e quindi non dipendono da chi cerca di condizionarli.
Vi è un’altra verità che i giornali non vogliono scoprire: la convenienza personale alla base delle azioni di chi si occupa di condizionare il cosiddetto Popolo.
Non possiamo impedire che qualcuno cerchi di condizionarci, ma possiamo impedirci di farci condizionare.
 
Come fare? Dobbiamo avere una sorta di barriera mentale di fronte a tutti gli impulsi, le tentazioni, gli insulti e qualunque altra forma di condizionamento cerchi di penetrare nella nostra testa. L’addestramento deve essere serio, costante, fin dalla giovane età. Così si evita di subire, anche in modo subliminale, forme di coercizione che ci obbligano a compiere atti e gesti anche quando non vorremmo.
La questione è ridotta all’osso. Ognuno di noi deve essere nelle condizioni di fronteggiare qualunque fatto ci colpisca, senza avere reazioni scomposte né improvvisate. Insomma, occorre sempre il tempo per la riflessione, in modo da individuare la migliore soluzione rispetto a un certo problema.
La gatta frettolosa fa i gattini ciechi, si tratta di un vecchio modo di dire che dobbiamo sempre tenere presente per evitare comportamenti non idonei rispetto alle situazioni che ci si presentano di volta in volta.
 
Non esiste il Popolo, esistono le persone umane, cioè gli individui. Quando sentiamo uomini politici che si definiscono sovranisti o che parlano sempre in nome di questo fantomatico Popolo, comprendiamo subito che si tratta di illusionisti, cioè di gente che vuole rappresentare una realtà inesistente in modo da gabellarlo, facendo i propri comodi.
La nostra Costituzione dice che la giustizia viene amministrata in nome del Popolo italiano. Secondo voi, la giustizia somministrata a ciascun cittadino subisce l’impronta del Popolo italiano? Si tratta di un richiamo che non corrisponde alla realtà perché poi in effetti sono i magistrati che decidono, in base alle leggi, chi ha torto e chi ha ragione.
Ma allora il Popolo non esiste? Sì, c’è. Ma appellarsi continuamente a un soggetto fantomatico non è il modo migliore per amministrarlo e, soprattutto, per distribuire equità e giustizia.
Non si tratta di pia illusione, bensì di una realtà che dovremmo vedere con occhi sereni, evitando di nasconderla perché illusi da tanti imbonitori.

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