Il bravo crea ricchezza il parolaio, povertà - QdS

Il bravo crea ricchezza il parolaio, povertà

Carlo Alberto Tregua

Il bravo crea ricchezza il parolaio, povertà

martedì 16 Ottobre 2018
La ricchezza non è solo possedere denaro, come si intende comunemente ma è quella dello spirito, cioè il possesso dei beni spirituali. Sono note le ricchezze di Creso e, per converso quelle dell’Avaro di Molière, ma anche i forzieri immensi di danaro del mitico personaggio di Walt Disney alias Paperon de Paperoni. Noi qui oggi non vogliamo dissertare sulla materia bensì cercare di introdurre una valutazione più equa di questa parola che molti vedono come frutto di Satana.
La ricchezza nazionale è quanto produce l’insieme delle persone umane, dette figurativamente il Popolo. Più essa è di alto valore, più se ne può distribuire una parte maggiore ai veri bisognosi e non a quelli che fanno finta di esserlo.
Purtroppo nel nostro Paese non c’è un ufficio nazionale e locale che accerti con precisione e su base documentale lo stato di bisogno dei cittadini, anche se l’indice Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) dà un’indicazione di massima. Ma quanti imbrogli sotto l’Isee?
 
Acquisire ricchezza materiale non è difficile se deriva dal lavoro onesto nel quale la persona mette la propria inventiva, il proprio sacrificio e la voglia di raggiungere risultati.
Più difficile è invece acquisire la ricchezza spirituale o immateriale perché solo chi la voglia veramente potrà entrarne in possesso.
Perché questa differenza, anche nei mezzi di acquisizione tra la ricchezza materiale e immateriale? La risposta è semplice, il danaro si può guadagnare più facilmente del Sapere. Nel primo caso bisogna impegnarsi a fondo ma se si riesce ad entrare bene negli ingranaggi di mercato, la possibilità di ottenere successo (e quindi ricchezza) è alta. Non mettiamo nel conto coloro che lavorano in modo disonesto e quindi magari fanno soldi a palate, ma prima o dopo pagheranno il conto.
Una persona può possedere ricchezze enormi ma non è detto che abbia capito i misteri della vita, il progresso dell’umanità sin dai tempi dell’ètà della pietra, cosa sia etico fare piuttosto che lasciare agli altri i comportamenti adeguati alla bisogna.
La trasmissione del Sapere deriva anche dalla capacità di chi vuole assorbirlo. Non sembra a molti che questo passaggio sia necessario, per cui, si fermano alla parte materiale dell’acquisizione di ricchezza.
 
Le religioni spiegano alcune verità secondo i principi dei loro libri sacri: tutte le religioni a loro modo spiegano quelle verità che non hanno suffragi concreti e non fanno capire l’effettività delle circostanze.
Mentre la scienza cerca soluzioni, le religioni propinano giustificazioni perché certi fatti non si siano verificati. Tutte le religioni, nessuna esclusa, da quella cristiana, alla ebraica alla mussulmana, all’induismo e a tante altre sparse per il mondo.
Mentre la scienza ha bisogno di ripetere le prove con lo stesso risultato, la religione spesso (quasi sempre) fa riferimento al Padreterno per giustificare certe cose, oppure per giustificare circostanze che non si sono potute verificare.
I valori religiosi e quelli scientifici sono molto diversi anche nel modo di ottenerli: la religione fa riferimento al suo capo spirituale per giustificare tutto, la scienza, invece, non giustifica ciò che non è provato.
 
I valori religiosi sono diversi da quelli laici. Questi ultimi (come verità, compassione, uguaglianza, libertà, responsabilità, coraggio) regolano la vita dei laici senza bisogno dell’intervento della religione, mentre chi si preoccupa di dire agli altri come si deve comportare in base ai libri sacri fa continuo appello alla Fede dimenticando che si può motivare l’esistenza di Dio senza bisogno della Fede, cioè con la logica.
Mi spiego: tutti i meccanismi degli esseri viventi, fra cui piante e animali, nonché gli altri meccanismi fisici, come il ciclo dell’acqua, il ciclo dell’ossigeno/anidride carbonica, il ciclo del movimento della Terra e così via, dimostrano che qualcuno ha progettato e realizzato tutto quanto.
Anche in queste valutazioni vi è la differenza fra ricchezza materiale e immateriale, cosicché stolti sono coloro che continuano a restare prigionieri di una sorta di bulimia materiale senza cercare di capire come possano fare per entrare in una dimensione spirituale, che è poi quella che dovrebbe soddisfare le persone umane dopo aver soddisfatto i bisogni di prima necessità.

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