I vampiri di mercato non reagiscono male - QdS

I vampiri di mercato non reagiscono male

Carlo Alberto Tregua

I vampiri di mercato non reagiscono male

martedì 23 Ottobre 2018

L’M5s cambia pelle

La sorpresa, secondo alcuni, all’apertura dei mercati di ieri mattina è avere constato che lo Spread è sceso a 282, le borse sono partite in crescita con Piazza Affari a +1,82% e il Ftse Mib a 19.426 punti, l’euro tiene rispetto al dollaro sopra la soglia dell’1,1512 e il rendimento dei Bond a dieci anni è cominciato a 3,42.
Nonostante il declassamento di Moody’s a Baa3, cioè un gradino più su dei bond spazzatura, la situazione generale è calma. Ciò perché non bisogna dimenticare che il Paese ha dei pilastri solidi nel Gruppo immobiliare pubblico di oltre 400 miliardi, in quello privato di oltre mille miliardi e in un risparmio privato che è campione al mondo nel rapporto numero per abitanti.
L’italia è stato il miglior Paese esportatore nel 2017 dell’intera Europa ed ha un potenziale produttivo secondo solo alla Germania.
Questo coacervo di elementi mantiene i mercati tranquilli e, per essi, quegli investitori che hanno il dovere di tutelare i risparmi che vengono loro affidati.
 
Beppe Grillo, spesso dà segno di concretezza. Domenica, sul palco del circo Massimo a Roma, ha fatto un’osservazione intelligente: “Sfilano su questo palco presidente del Consiglio e ministri, chi posso più prendere in giro?”. Tradotto significa che l’M5s di Governo ormai non può prescidere dalla realtà.
A lui non importa che Casaleggio si sia intestato il simbolo a Cinque stelle, perché tanto resta il Santone del Movimento, il fondatore e colui che ha consentito di passare da nessun consenso a quasi un terzo dei voti degli elettori.
L’informazione, scritta e radiotelevisiva, è diventata più cauta nei confronti dei pentastellati perché non si aspettava la prudenza dei mercati. Quella stessa stampa che non ha sottolineato come il Mef, intervenendo nel capitale del Monte dei paschi di Siena, su impulso del Partito democratico, abbia già perso 5,5 miliardi su 6,9. Una notizia passata molto in secondo piano. La perdita del Mef è circa la metà del Reddito di cittadinanza, ma nessuno ha fatto questo raffronto.
A proposito del Rdc, siamo convinti che l’intento di Di Maio, cioè dare un assegno a tutti coloro che sono al di sotto dell’indice Isee, e che noi non condividiamo, non potrà funzionare da un punto di vista burocratico.
 
La questione è semplice: il Governo punta all’erogazione dei relativi assegni, di 780 euro a persona, su una macchina amministrativa che già non funziona e cioè i 566 Centri per l’impiego in cui lavorano circa 8 mila persone.
Immaginate che su questa struttura dequalificata, non digitalizzata, senza l’opportuna formazione, arriveranno presumibilmente 5 milioni di richieste per il rilascio del Reddito di cittadinanza. Si tratterà di uno tsunami che invaderà i Cpi, con l’effetto pacifico di asfissiarli e cioè di immobilizzarli. Conseguenza: nessun assegno verrà erogato.
Poi, Di Maio ha posto la corretta questione dei controlli. Immaginate che sulla Guardia di finanza – già oberata dall’eccellente lavoro che svolge continuamente per recuperare parte dei 210 miliardi di evasione (secondo l’Istat) – arriveranno richieste di controllo per milioni di istanze. Come potrà mai ottemperarvi?
 
Da un quotidiano nazionale è emersa la notizia che il ministro Paolo Savona avrebbe 1,3 milioni depositati in conti bancari svizzeri. La notizia non ha avuto seguito, forse perché pochi sanno che qualunque cittadino italiano possa aprire un conto bancario in Svizzera, a condizione che nomini un istituto bancario italiano che faccia da sostituto di imposta e che quindi registri qualunque movimento in entrata e in uscita, divenendone responsabile nei confronti del fisco, anche operando le relative ritenute fiscali. Per conseguenza, il conto non va dichiarato nel riquadro RW della dichiarazione dei redditi.
A proposito di Svizzera, vogliamo portare in evidenza la realizzazione sul lago Maggiore ticinese di una piattaforma galleggiante, che si raggiunge con una passerella pedonale larga quanto un’autostrada a quattro corsie e lunga tre km, sull’acqua, tra Ascona e il Parco botanico delle Isole di Brissago, con l’intento di valorizzare quest’ultimo.
Immaginate un’opera di questo genere in un lago italiano e gli strilli dei falsi ambientalisti. Futuro e fiducia, ecco quello che serve perché l’Italia diventi un Paese Normale. Non ci sono né l’uno, né l’altra. Solo strilli!

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