Art bonus flop, dimenticato dalla Regione - QdS

Art bonus flop, dimenticato dalla Regione

Isabella Di Bartolo

Art bonus flop, dimenticato dalla Regione

mercoledì 24 Ottobre 2018

A quattro anni dalla sua introduzione solo 230.000 euro sono stati raccolti contro i settanta milioni della Lombardia e i trenta del Veneto. Tanti piccoli siti rischiano di sparire per assenza di manutenzioni. Tusa, assessore regionale ai Beni culturali, “Sono mancate informazione e giusta pubblicità. Ora occorre un nuovo inizio”

Il mecenatismo in Sicilia resta all’anno zero. A distanza di 4 anni dall’introduzione dell’Art bonus – l’art.1 del D.L. 31 maggio 2014, n. 83 su “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni in legge n. 106 del 29/07/2014 – nulla si muove nell’Isola.
 
L’introduzione del credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, Art bonus appunto, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale non attrare investitori nonostante chi effettui erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, così come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.
 
La detrazione fiscale è pari al 65% ma resta un’opportunità sprecata in Sicilia perchè, secondo le ultime stime, sono circa 230mila euro i finanziamenti privati raccolti: una cifra di gran lunga inferiore a quelle registrate in Lombardia, con 70 milioni di euro – tra cui fondi per la Scala di Milano – o 30 milioni nel Veneto.
 
In totale sono 8.819 i mecenati in Italia ma solo 5 sono i siti siciliani che hanno ottenuto finanziamenti a fronte dei 22 in attesa.
 
È palermitana l’istituzione culturale che ha ottenuto maggiori fondi liberali: la Fondazione Teatro Massimo di Palermo con 74.600 euro, donati da diverse imprese private come Sais Trasporti, l’istituto clinico Locorotondo, l’azienda vinicola Tasca d’Almerita e imprenditori. Una sinergia che ha portato frutti a differenza di quanto, ad esempio, accade a Catania, dove sono tanti i siti senza alcun interesse da parte dei privati.
 
Secondo è il Giardino della Kolymbethra, un eden “adottato” dal Fai di Agrigento e che si trova nella Valle dei Templi. È di 47mila euro la somma raccolta per la manutenzione del verde e 15mila euro per il nuovo percorso di visita. Negli ultimi decenni del Novecento, a causa della scomparsa dei vecchi contadini, la Kolymbethra cadde in abbandono, sino all’intervento del FAI che la riportò al suo antico splendore. “Ora il Giardino – dice Giuseppe Taibi, responsabile Fai Agrigento – è il degno completamento alle emozioni della visita al Parco Archeologico, una totale delizia per i cinque sensi: dal profumo delle zagare al sapore delle mandorle, dall’argento degli ulivi all’umido della terra, al lieve rumore di sottofondo dell’acqua che scorre costante”.
 
Il giardino della Kolymbetra
 
È Settesoli l’azienda che ha “adottato” il parco archeologico più grande d’Europa: Selinunte, in territorio di Castelvetrano a Trapani con 47.625 euro. “Grazie alla Settesoli – dice Enrico Caruso – direttore del parco archeologico – si è provveduto alla sistemazione della nuova illuminazione artistica dei templi e al restauro delle mura”.
 
Il Teatro Naselli di Comiso ha ricevuto 32.900 euro, il “Vittorio Alfieri” di Naso, sui Nebrodi invece 300 euro sui 150mila previsti per il completamento e l’efficientamento energetico.
 
Niente fondi per alcuni tra i siti più importanti dell’Isola: il Teatro Greco di Siracusa in testa. Il monumento del parco della Neapolis è meta quotidiana di migliaia di visitatori e, ogni anno, ospita il festival delle rappresentazioni classiche dell’Inda. Necessario il suo restauro come evidenzia il soprintendente ad interim di Siracusa, Calogero Rizzuto: “Il teatro ha bisogno di un serio intervento di restauro e conservazione”. La Regione siciliana non ha soldi nonostante i cospicui ticket di ingresso ma non vi sono privati intenzionati a sfruttare l’Art bonus per ridare lustro al sito greco che ha bisogno di 72.800 euro per la sistemazione della cavea antica danneggiata dal tempo e dai visitatori.
 
Il Teatro Massimo di Palermo
 
Servono 126mila euro per il Museo d’arte moderna e contemporanea di Palazzo Belmonte Riso ma nessun intervento può essere previsto poichè nessun mecenate ha dimostrato interesse per completare l’impiantistica, giacchè mancano gli impianti di climatizzazione, rilevazione fumi e videosorveglianza.
 
La causa del mancato interesse? “La carenza di informazioni e corretta promozione – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa – ed è questa una priorità per i nostri uffici. è ormai chiaro che la Sicilia non ha la forza di auto-sostenersi, per questo è fondamentale l’apporto dei privati”.
 

 
Giardino della Kolymbetra e Selinunte, raccolta ancora aperta
 
AGRIGENTO – Prima dell’intervento del Fondo ambiente italiano, il Giardino della Kolymbetra ad Agrigento era in uno stato di forte degrado, causato dal totale abbandono e dalla mancanza d’acqua. “Un terzo degli agrumi erano secchi o mancanti e gli alberi erano seriamente compromessi dagli attacchi di numerosi parassiti e ricoperti da una fitta trama di rovi, che aveva provocato lo strozzamento delle piante – dice l’avvocato Giuseppe Taibi, responsabile provinciale Fai – I mandorli sui pendii erano quasi tutti morti per la siccità, i parassiti o distrutti dagli incendi, e i pochi sopravvissuti presentavano i segni di un’irreversibile senescenza. Gli antichi olivi non erano più produttivi e il terreno, un tempo coltivato, era stato invaso e colonzzato da una densa vegetazione arbustiva ed erbacea”.
 
I lavori sono stati avviati rimuovendo tutto quanto risultava palesemente estraneo al terreno della campagna che si voleva recuperare: a partire dal 2001 è iniziata la rimessa a coltura del Giardino, è stata eseguita la potatura di riforma degli alberi, sono state eliminate le piante secche, ripiantati i mandorli e diversi fruttiferi e, in seguito, gli agrumi (oltre 100 esemplari di aranci amari). È ricominciata la lavorazione del terreno, sono stati eseguiti interventi di risanamento e difesa fitosanitaria, sono state ripulite le pareti calcarenitiche che delimitano il vallone ed è stata infine ripristinata l’irrigazione dell’agrumeto.
 
L’ultima fase di lavori ha riguardato il recupero funzionale dei muretti a secco e dei terrazzamenti, il ripristino del sistema idraulico e la creazione delle infrastrutture per il pubblico. Il Giardino della Kolymbethra è stato aperto al pubblico il 9 novembre 2001.
 
Nel 2004-2005 è stato realizzato il progetto “Gli antichi percorsi dell’acqua, dalla memoria al riuso” che ha portato al ripristino dell’antico sistema di irrigazione per sommersione a conca ricorrendo a tubazioni in terracotta, in alcune parti dell’agrumeto, e al risanamento del torrente della Badia Bassa e il suo rio affluente. Dei 62mila euro previsti per il completamento degli interventi, ne mancano poco più di 10mila e il Fai è già al lavoro per ottenerli.
 
Ancora aperta la raccolta per Selinunte dove il progetto prevede una realizzazione per successive fasi con un importo complessivo di 900mila euro. Completati grazie alle cantine Settesoli i lavori per la realizzazione del progetto illuminotecnico, ammontano a 42.000 euro e prevedono un impianto di illuminazione a basso consumo energetico per la fruizione del bene per visite serali, in quanto tale area offre anche un effetto scenografico visibile dalla collina Orientale.
 

 
L’assessore Tusa vuole rilanciare l’opportunità della L. 106/14
 
“L’Art bonus funziona, e funziona molto bene, ma solo fuori dalla Sicilia”. Sebastiano Tusa è assessore regionale ai Beni culturali ed è stato anche, per lungo corso, soprintendente del Mare. Conosce dunque le dinamiche burocratiche e le lungaggini degli uffici regionali e, proprio per questo, critica in maniera costruttiva l’Art bonus che non c’è.
 
“Occorre rilanciare questa opportunità per la nostra regione – dice l’assessore – che certamente ha bisogno di una serie di interventi non solo nei grandi monumenti ma soprattutto nei piccoli siti che rischiano di scomparire per assenza di manutenzioni. Alla luce del fatto che l’ente pubblico non ha la forza di intervenire, è necessario il coinvolgimento dei mecenati e per questo occorre rilanciare l’Art bonus attraverso una corretta pubblicità che finora è mancata. Laddove il tessuto imprenditoriale è molto forte come nelle regioni del Nord Italia, infatti, l’Art bonus funziona e ha ottenuto frutti. Qui in Sicilia ciò non accade anche perchè l’imprenditoria non è altrettanto forte ma qualcosa di buono è stato fatto come a Selinunte, solo per citare un esempio virtuoso. Oggettivamente, però, la classe imprenditoriale isolana non è abbastanza forte e nonostante le agevolazioni fiscali, l’Art bonus stenta a partire”.
 
Tusa non risparmia la posizione della Regione siciliana. “Serve un nuovo inizio – dice l’archeologo – e in tal senso intendo muovermi, coinvolgendo gli uffici preposti in una prima, grande campagna di informazione sulla legge e i suoi benefici”.

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