Inaugurato ponte di 55 km, aspettando il Ponte (di 3 km) - QdS

Inaugurato ponte di 55 km, aspettando il Ponte (di 3 km)

Inaugurato ponte di 55 km, aspettando il Ponte (di 3 km)

giovedì 25 Ottobre 2018

Francesco Triolo e Ivo Blandina, presidenti dell’Ordine degli Ingegneri e di Sicindustria Me in coro: “Si deve fare”. Martedì 23 ottobre è stato inaugurata in Cina l’infrastruttura tra Hong Kong-Zhuhai-Macao, è il collegamento più grande al mondo che attraversi un tratto di mare. FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE

MESSINA – Martedì 23 ottobre è stato inaugurato in Cina il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao, il ponte più grande al mondo che attraversi un tratto di mare. Comprese le strade di accesso, il ponte è lungo circa 55 chilometri: per la sua costruzione sono stati spesi circa venti miliardi di dollari, e sarà in grado di resistere ad un terremoto di magnitudo 8. Consentirà di ridurre i tempi di percorrenza tra tre importanti città costiere.
 
Prima della costruzione del ponte, un viaggio in automobile da Zhuhai a Hong Kong richiedeva circa 4 ore di tempo: ora saranno sufficienti 30 minuti.
 
Per circa 30 chilometri il ponte attraversa il delta del fiume delle Perle e, nella parte verso Hong Kong, si inabissa per quasi 7 chilometri per rendere possibile l’attraversamento delle grandi navi mercantili.
 
Tutto questo mentre in Sicilia non si riesce a costruire un ponte di soli 3 km. Il QdS, da anni sta portando avanti la “battaglia” per la sua realizzazione e ha lanciato anche una petizione su Change.org (clicca qui per firmare).
 
In questa occasione abbiamo sentito il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Messina, Francesco Triolo, e il presidente della Camera di Commercio nonché presidente di Sicindustria di Messina, Ivo Blandina.
 
“Credo che ci siano cose che vanno assolutamente fatte e il ponte sullo Stretto è una di quelle”, dice Francesco Triolo, secondo il quale il manufatto potrebbe dare un importante input alla rinascita della città per quella forza di attrazione che eserciterebbe sull’impresa turistica ed il suo indotto.
 
Disponibile a firmare la petizione lanciata dal Quotidiano di Sicilia su change.org, Triolo crede che il ponte rappresenti un punto di svolta per la Sicilia, uno strumento per uscire dalla marginalizzazione a cui è stata condannata in questi decenni.
 
“All’interno dell’Ordine ci sono posizioni diverse ma la maggioranza degli iscritti, circa l’80% è pro ponte – dice Triolo – e sulla fattibilità tecnica nessuno crede che ci siano ostacoli che non possano trovare una soluzione. Messina ha bisogno di qualcosa con la quale venga identificata. La città non offre nessuna attrattiva per le migliaia di croceristi che sbarcano in città, e il trend è in crescita, il ponte potrebbe esserlo.
 
Integrati a questa opera devono nascere tutta una serie di opere collaterali con uno studio del territorio e per questo si dovrà vedere con il nuovo Prg per capire anche quale tipo di turismo potrebbe essere sviluppato intorno. Si è perso tempo pensando che prima del ponte fossero necessarie tutta una serie di interventi compensativi. Facciamo il ponte, dal momento che si realizza abbiamo bisogno di collegare la città per fare arrivare i flussi.
 
Anche i disagi che la città dovrebbe subire negli anni della costruzione sono superabili se si pensa all’opera finita ed ai vantaggi economici e di immagine che potremmo avere”.
 
“Opera importante con un impatto rilevante ed una capacità di attrarre risorse e di creare valore non solo per il tempo della costruzione ma anche per tutto quello che ne scaturisce, dalla gestione alla manutenzione”.
 
Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio e presidente di Sicindustria di Messina crede che bisogna finalmente decidere. “Abbiamo condizionato l’assetto infrastrutturale della nostra Regione e in particolare della nostra area alla realizzazione del Ponte senza però che sia successo nulla in tutti questi decenni, non si è fatto il Ponte ma non si è fatto neppure altro. La Salerno Reggio Calabria, forse grazie alla legge Obiettivo del 2001 è stata ristrutturata e resa conforme in vista di un collegamento stabile con la Sicilia.
 
L’infrastrutturazione calabrese è più o meno pronta ad essere innestata ma la Sicilia è rimasta indietro con due autostrade principali disastrate ma anche la Paleremo-Catania è in condizioni pietose e non si sono fatti neppure interventi sulla rete ferroviaria. La politica si dovrebbe assumere la responsabilità di decidere.
 
Il Ponte è fattibile. La tecnologia ormai è in grado di soddisfare tutte le esigenze di sicurezza; dal punto di vista della sostenibilità – continua Blandina – credo non si possa legare un intervento così importante alla redditività, si fanno le opere pubbliche per la loro utilità, perchè rispondono alle esigenze di ammodernare il Paese e renderlo pronto per sviluppare traffici ed economia. Le infrastrutture sono la precondizione per lo sviluppo di qualsiasi territorio. Non si può non fare una scelta in questo momento e deve essere quella di farlo perché i vantaggi vanno oltre la durata della costruzione. Arriverebbe qualche miliardo di euro sul territorio, si occuperebbe qualche decina di migliaia di persone, sono vantaggi di una lunga fase capaci di determinare assetti nuovi e non solo in campo economico”.

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