Il Ddl sulle ex Province regionali arriva all'esame dell'Assemblea - QdS

Il Ddl sulle ex Province regionali arriva all’esame dell’Assemblea

Raffaella Pessina

Il Ddl sulle ex Province regionali arriva all’esame dell’Assemblea

martedì 30 Ottobre 2018

Per l’Ars una fine del mese di ottobre con un nutrito Ordine del giorno. C’è da mettere ordine al caos che regna all’interno degli Enti intermedi

PALERMO – Ultima settimana del mese di ottobre per l’Assemblea regionale siciliana. L’ordine del giorno è piuttosto nutrito, perché finalmente, invece di discutere interrogazioni e interpellanze, il Parlamento siciliano dovrà esitare ben sei Disegni di legge, molti dei quali sono stati incardinati la scorsa settimana.
 
Tutto dipenderà naturalmente dalla quantità degli emendamenti che sono stati presentati entro venerdì scorso ai vari documenti da parte dei gruppi parlamentari. Ma soprattutto, la speranza è quella che i Ddl vengano esitati dall’Aula senza il pericolo di ritornare nelle Commissioni di merito per ulteriori approfondimenti.
 
Il primo punto in discussione è il Disegno di legge n. 367 sulle norme degli Enti di area vasta. Un Ddl importante per una riforma, quella delle ex Province siciliane che è partita nel 2014 e che non è ancora giunta a conclusione. Durante il governo Crocetta era stata pubblicizzata come una delle più importanti riforme dell’Isola, incentrata sul taglio dei costi della politica e sulla sostituzione di Enti obsoleti e inefficienti con strutture moderne ed efficienti. Invece, quattro anni dopo, Liberi consorzi e Città metropolitane non esercitano nuove competenze, sono amministrati da commissari regionali e da vertici provvisori, non hanno fondi sufficienti per pagare le utenze, la manutenzione ordinaria di scuole e strade, i servizi per gli alunni con handicap, gli stipendi dei dipendenti, le spese per il rimborso di mutui e fitti passivi, la quota di cofinanziamento di importanti progetti per lo sviluppo locale assistiti da contribuzione dell’Ue. Insomma, un guazzabuglio che di fatto ha lasciato le ex Province con le stesse competenze di prima, ma con molte meno risorse nelle casse. A questo si è aggiunto il disimpegno finanziario dello Stato, a cui ha fatto fronte la Regione senza però riuscire a sanare il disavanzo. Ora è in corso un tavolo per una trattativa Stato-Regione che porti a un’adeguata soluzione. Da segnalare, inoltre, come la riforma in questi anni abbia subito modifiche e censure da parte della Corte Costituzionale.
 
Al secondo punto c’è il Ddl sulle “Modifiche e integrazioni alla Legge regionale n. 3 del 2016, in merito alle norme di modifica in materia di parcheggi di interscambio” (n. 294/A), quindi “Norme per l’affidamento in ‘Adozione’ delle aiuole e spazi verdi da parte delle amministrazioni comunali siciliane” (n. 20/A).
 
Toccherà poi al Ddl n. 336 sul “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio ai sensi dell’articolo 73,comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni”. La Regione nel 2017 ha contratto debiti per circa 80 milioni di euro, ma per ora ne vengono presi in considerazione circa 42 milioni (21 derivanti da cause che la Regione ha perso e deve pagare e 16 milioni e mezzo derivanti da acquisti di beni e servizi non previsti in bilancio o di importi superiori a quanto previsto; a queste somme vanno aggiunte more e interessi legali).
 
In elenco vi sono altri due Ddl: “Norme per la promozione, il sostegno e lo sviluppo delle cooperative di comunità nel territorio siciliano” (n. 113/A) e “Norme finalizzate alla realizzazione di parcheggi e alla decongestione dei centri urbani” (n. 119).
 
All’ultimo punto, ma non per importanza, vi sarà la discussione del Bilancio consolidato della Regione siciliana per l’esercizio finanziario 2017, uno dei documenti contabili obbligatori e da approvare entro la fine dell’anno per evitare il ricorso all’esercizio provvisorio.

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