Nebbia sulla Manica - QdS

Nebbia sulla Manica

Pino Grimaldi

Nebbia sulla Manica

giovedì 01 Novembre 2018
Fa politica dal 1989. Cristiana evangelica, ma dal 2000 presidente di un partito chiaramente cattolico, ultima portavoce della Repubblica democratica tedesca; prima donna ad essere – e da ben 13 anni – Cancelliere della Germania, parla russo inglese francese ed italiano; dottore in fisica e scienze: Angela Merkel. Il meglio prodotto dall’Europa dopo la stagione dei “grandi” che vi furono in ogni nazione dopo la fine della secondo conflitto. Ha detto – e lo farà perché donna d’onore – che a fine mandato (2019) non correrà per il cancellierato, non si presenterà per il Bundestag, non accetterà alcuna carica nell’Ue e si ritirerà, dopo 30 anni di impegno politico, a vita privata. È “notizia”.
 
Incredule tutte le cancellerie del mondo; in Germania, ove è nata nel 1954, sospiri di sollievo dei suoi oppositori, che non l’avranno più – inossidabile com’è – davanti, ma problemi in Europa e non solo: è stata punto di riferimento, sempre chiaro – nel bene e nel male – sul quale poter contare.
 
Di fatto l’unico vero leader, non perché a capo della nazione più ricca e dinamica del continente, ma perché dotata di grande senso politico e nel gestire, pro domo sua, ovvio, ma anche pro domo Europa i rapporti con i grandi del mondo. Ed in un momento di chiara crisi per l’Unione con i populismi-sovranisti e nazionalisti alla riscossa non avere più un “leader” pone dubbi sulla sopravivenza di essa e fa temere di tornare agli Stati nazione con le loro monete e con politica estera da inventare ogni giorno, come per secoli è stato in Europa.
 
Non ha mai detto “Deutchland uber alles” ma ha fatto si che ciò fosse, mettendo all’angolo i suoi interlocutori dei quali qualcuno magari in grado di fronteggiarla, altri scimmiotanti capacità inesistenti. Ha saputo scegliere i suoi partner europei di volta in volta, ma dando a ciascuno la sensazione di esser quello per antonomasia. Non è mai caduta nel piagnisteo del perdono da chiedere per quanto la sua Nazione ebbe a fare nel passato, né ad esaltare le virtù teutoniche. Quando prese democraticamente il potere fece si che nessuno la temesse e la ostacolasse; e quando il potere è stato nelle sua mani lo ha gestito in maniera quasi perfetta.
Non ci sono altri leader in Europa, ma solo discreti presidenti di Repubbliche o primi ministri abili nel combinare guai o a far da lecchini a Cina od Usa, lontani dal comprendere la Russia verso la quale tutti – ma non lei che con Putin parla lo stesso gergo – hanno un rispettoso timore.
 
Noi messi più male possibile: il trio Sa.Di.Co. non appare capace di comprendere la situazione europea e biascica solo arroganza. In Francia un ambizioso narciso lascia i francesi a pentirsi amaramente di averlo eletto. In UK l’altra donna, sulla quale si erano accese tante speranze, si salva perché ha Londra, vera capitale finanziaria e la sua sterlina. Su 28 Stati che compongono l’Unione non ve ne è uno solo capace di assumere la guida di essa.
 
“Nebbia sulla Manica: continente non più visibile”. Parrebbe.

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