Servono trattoristi per pulire le strade ma i fondi sono bloccati - QdS

Servono trattoristi per pulire le strade ma i fondi sono bloccati

Raffaella Pessina

Servono trattoristi per pulire le strade ma i fondi sono bloccati

giovedì 08 Novembre 2018

I 70 operai dell’Esa potranno lavorare solo per quattro giorni. Flai Cgil: “Per fronteggiare l’emergenza alluvione servono risorse”

PALERMO – Anche di fronte alle emergenze, la burocrazia in Sicilia rallenta qualsiasi iniziativa. Oggi è la volta degli operai specializzati alla guida dei trattori (i cosiddetti trattoristi) a cui il presidente della Regione Nello Musumeci ha chiesto di intervenire immediatamente per l’emergenza alluvione. Ma le 70 unità potranno prestare servizio solo per quattro giorni a testa perché è stato redatto per loro un contratto di 179 giornate, periodo quasi completato. Gli operai, che sono entrati in stato di agitazione da ieri, sono stati ricevuti dal direttore generale dell’Esa, Fabio Marino.
 
“Abbiamo chiesto alla Regione di sbloccare altre risorse e revocare la sospensione dell’attività lavorativa – dice il segretario generale della Flai Cgil Palermo Dario Fazzese – come fanno i trattoristi a dedicarsi all’emergenza maltempo se l’autorizzazione della Regione, nelle more delle garanzie occupazionali, prevede le ultime 4 giornate di lavoro a testa? Quattro giornate che non saranno, ovviamente, sufficienti a ultimare le opere avviate”.
 
Intanto stanno arrivando richieste di lavori urgenti da parte di decine di comuni del palermitano che chiedono di sistemare strade e altre opere in emergenza, ma entro dieci giorni saranno finite tutte le risorse stanziate per la campagna di meccanizzazione agricola. “Significa che, facendo dei turni a squadre ridotte, con gli operai che si alterneranno – ragiona il sindacalista – non si riuscirà a mettere in sicurezza il territorio”. La richiesta dei sindacati è abbastanza ovvia: “Vista l’emergenza, chiediamo di autorizzare il proseguimento delle attività. Chiediamo all’assessorato alle Attività agricole e alla presidenza della Regione di intervenire con risorse aggiuntive per poter espletare il lavoro richiesto dall’emergenza che ha colpito in modo violento il territorio palermitano e le opere necessarie di prevenzione per evitare altri disastri”.
 
Intanto la seduta d’Aula dell’Assemblea regionale siciliana che si doveva tenere ieri pomeriggio ha subito ritardi ed interruzioni. Cominciata con quasi un’ora di ritardo, è stata sospesa intorno alle 17.10 perché in Aula è mancato il numero legale. Troppo pochi i deputati presenti a Sala D’Ercole. Nel breve tempo in cui il Parlamento si è riunito è stata proposta, ma subito respinta, la richiesta, avanzata da Forza Italia, per una procedura d’urgenza per l’esame del ddl sull’abbattimento di suidi e daini nel parco delle Madonie. Contrario il Pd ed Anthony Barbagallo è intervenuto dichiarando che “La Corte costituzionale, con la sentenza 107 del 2014, ha già censurato Veneto e Liguria per l’abbattimento di fauna selvatica da parte di soggetti non abilitati a questa attività. Per questo motivo riteniamo inaccettabile la proposta di legge di Forza Italia che vorrebbe ampliare in maniera arbitraria la platea dei soggetti scelti per la soppressione di animali selvatici all’interno del Parco delle Madonie”.
 
Per il Partito democratico il provvedimento di fatto consentirebbe l’attività venatoria all’interno della Aree naturali protette. “Siamo consapevoli della gravità del problema, – aggiunge Barbagallo – ma c’è già in vigore la legge regionale del 2015 che prevede oltre i piani di abbattimento anche quelli di cattura. C’è un problema sul quale il governo deve invece dare risposte – conclude – ed è quello delle richieste di indennizzo in favore di agricoltori e privati che hanno subito danni da suidi e daini e non hanno ancora ricevuto risarcimento da parte degli Enti Parco a causa della carenza di fondi destinati allo scopo”.

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