Migranti: sequestrata Aquarius, indagata Medici senza frontiere - QdS

Migranti: sequestrata Aquarius, indagata Medici senza frontiere

redazione

Migranti: sequestrata Aquarius, indagata Medici senza frontiere

martedì 20 Novembre 2018

Sono 24 gli indagati nell'inchiesta per traffico illecito rifiuti infettivi in undici porti italiani condotta da Guardia di finanza e Polizia e coordinata dalla Procura di Catania. Salvini esulta, "ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong". Msf parla di azione "sproporzionata e strumentale" per "criminalizzare l'azione medico-umanitaria in mare"

Rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, scaricati in maniera indifferenziata nei porti italiani come se fossero rifiuti urbani: è l’accusa nei confronti della Ong Medici Senza Frontiere e di due agenti marittimi che ha fatto scattare il sequestro preventivo della nave Aquarius, che si trova nel porto di Marsiglia, e della somma di quasi mezzo milione di euro.
 
L’inchiesta denominata Bordless, condotta da Guardia di Finanza e Polizia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 44 occasioni per un totale di 24 mila chili di rifiuti. Gli indagati sono in tutto 24 e, secondo l’accusa, avrebbero "sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani, in occasione di scali tecnici e sbarco dei migranti".
 
I porti interessati sarebbero stati undici: Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania, Brindisi in Puglia.
 
Tra i rifiuti scaricati la Procura indica "gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari", gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica.
 
"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti" ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
 
Il primo novembre scorso la Procura di Catania – alla quale quella di Palermo aveva inviato la pratica per competenza territoriale -, aveva formulato una richiesta di archiviazione nei confronti di Salvini per la vicenda della nave Diciotti, affermando che il ritardo nello sbarco dei 192 migranti a bordo fu "giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale".
 
Dal canto suo Medici senza frontiere ha "condannato con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius", una misura giudicata "sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare".
 
"Dopo due anni – ha detto Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per Msf – di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare".
 
Indagati
Centri operativi
di Amsterdam
e Bruxelles
 
Nel registro degli indagati – con l’accusa di "attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti" – sono finiti, oltre che alcuni membri dell’organizzazione, anche i Centri operativi di Amsterdam e Bruxelles che – con personalità giuridica e autonomia organizzativa – gestivano Aquarius e Vos Prudence.
 
L’inchiesta degli uomini del comando provinciale di Catania e dello Scico della Gdf e di quelli della squadra mobile di Catania e dello Sco della Polizia avrebbe inoltre accertato che i membri di Msf e i due agenti marittimi Francesco Gianino e Giovanni Ivan Romeo concordavano "sistematicamente" lo smaltimento illegale dei rifiuti – 37 volte per l’Aquarius e 7 per la Vos Prudence – "eludendo i rigidi trattamenti imposti dalla loro natura infettiva".
 
Tra gli indagati, oltre a Gianino, Romeo e i centri operativi di Amsterdam e di Bruxelles di Msf, ci sono il comandante e il primo ufficiale dell’Aquarius, il russo Evgenii Talanin e l’ucraio Oleksandr Yurchenko. A questi si aggiungono 8 membri di Msf: il vice capo missione Italia di Msf Belgio Michele Trainiti, il vice coordinatore nazionale nazionale e addetta all’approvvigionamento della missione Italia di Msf Belgio Cristina Lomi, il liaison Officer di Mas Belgio Marco Ottaviano, i coordinatori del progetto Sar Aquarius di Msf Olanda, Aloys Vimard e Marcella Kraaij, il coordinatore logistico di Aquarius Joachim Tisch, il delegato alla logistica a bordo della nave Martinus Taminiau e il coordinatore del progetto a bordo della nave, l’inglese Nicholas Romaniuk.
 
"Mai dichiarata
presenza rifiuti
a rischio infettivo"
 
La Procura di Catania scrive che tra gennaio 2017 e maggio 2018 dalle navi Vos Prudence e Aquarius "non è stata mai dichiarata la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo" anche in presenza di "numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell’arrivo dei migranti nei porti italiani" duranti i quali sono stati "rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati".
 
"Ogni altro rifiuto della clinica è stato presentato insieme a tutti i rifiuti normali al momento dello sbarco" si legge in una email interna di Medici senza frontiere acquisita dalla Procura di Catania. In un’intercettazione, poi, Francesco Gianino, titolare della "Mediterranean shipping agency" (Msa) di Augusta che agiva da intermediario, spiega a un funzionario della Vos Prudence che i vestiti dei migranti "li classifichiamo come rifiuto speciale, come se fossero stracci della sala macchine". E parla di "equilibri talmente sottili ormai consolidati in 2-3 anni" ricordando al suo interlocutore che bisogna comportarsi "come una zanzara in una cristalliera, non come un elefante dentro la cristalliera".
 
Nello sbarco di nave Aquarius con a bordo 416 migranti avvenuto a Catania il 27 novembre del 2017, nel buono di servizio giornalieri dei rifiuti conferiti, scrivono Procura e Guardia di finanza, "nessuna traccia è stata rinvenuta di quelli solidi composti dagli scarti alimentari e di quelli costituiti dagli indumenti dei migranti a rischio contaminazione, nonché di quelli sanitari veri e propri derivanti dall’attività medico-sanitaria prestata a bordo".
 
A Trapani, il 15 e il 30 aprile 2017, la Procura contesta "dichiarazioni mendaci di Medici senza frontiere Olanda attestanti la non presenza tra i rifiuti scaricati di sostanze infettive o contagiose, nonostante i sette casi sospetti di tubercolosi, infezioni urinarie ed ematurie, varicella e scabbia, segnalati dall’ufficio di sanità marittima di Pozzallo (Ragusa)".
 
Sequestrati a Catania
ottanta chili di rifiuti
a rischio infettivo
 
Il dieci maggio del 2018, a Catania, dopo lo sbarco di 105 migranti dall’Aquarius, le Fiamme gialle hanno sequestrato il carico di rifiuti appena conferito a un autocarro autocompattatore diretto al deposito della società cooperativa "La Portuale II". Tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal comandante della nave come rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo: indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus e altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall’attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo alle persone soccorse, come garze intrise di sangue, guanti e mascherine con tracce ematiche.
 
Il protocollo prevede invece che il comandante della nave trasmetta alle autorità marittime e all’agenzia marittima raccomandataria, 24 ore prima dell’approdo, un modulo di notifica con l’indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti da conferire e in ragione della loro tipologia il gestore dell’impianto portuale organizza il servizio di raccolta. Al termine delle operazioni, l’operatore ecologico consegna al comandante o suo preposto il ‘buono di servizio giornaliero’, valido come ricevuta di effettiva consegna della tipologia e dei quantitativi di rifiuti dichiarati. La ditta portuale concessionaria del servizio di smaltimento prende in carica i rifiuti (registro di carico e scarico). Durante il trasporto in discarica i rifiuti sono accompagnati dal formulario di identificazione rifiuti (Fir). In nessuno di questi passaggi, secondo la Procura di Catania, si segnalava la presenza di rifiuti speciali, ma soltanto solidi indifferenziati.

"Vi è un fondato pericolo – scrive il Gip di Catania, Carlo Cannella, nel decreto di sequestro di nave Aquarius – che la libera disponibilità della motonave possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato" visto che "è di tutta evidenza che la commissione del delitto è strettamente collegata all’attività di salvataggio in mare" da parte della Ong, le quali "nel periodo oggetto di indagine realizzava ben 37 sbarchi reiterando sempre l’illecita modalità di smaltimento di rifiuti sanitari pericolosi e di materiale medico".
 
 
Medici senza frontiere
"Seguite procedure standars
accuse inaccurate e fuorvianti"
 
 
L’Ong invece da parte sua sottolinea che "tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard" e che "le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando Msf ha avviato le attività in mare nel 2015".
 
Medici senza frontiere "ribadisce piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane", ma "contesta la ricostruzione della Procura e respinge categoricamente l’accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva finalizzata al traffico illecito di rifiuti".
 
Dopo la valutazione del decreto di sequestro e un’analisi interna, che, sostiene Msf, "dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, l’Ong presenterà ricorso al Tribunale del riesame.
 
"Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito – dichiara Gabriele Eminente, direttore generale di Msf in Italia – ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre – chiosa Eminente – chi sopravvive al mare viene riportato all’incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati".
 
 
Le reazioni
della politica
 
"Qualcuno alla Procura di Catania – ha scritto su Twitter il presidente del Pd, Matteo Orfini – sembra aver deciso che le ong sono un pericolo per la sicurezza del Paese. E quindi le si accusa di qualunque cosa. Poi tutto viene archiviato, ma il danno è fatto. Resto dell’idea che chi lotta per salvare vite umane vada ringraziato".
 
Duro Fabio Cantarella, coordinatore regionale Enti locali della Lega in Sicilia e assessore a Sicurezza e Ambiente del Comune di Catania, "La nave Aquarius, se il reato sarà accertato, oltre a scaricare immigrati, scaricava anche rifiuti sanitari infetti" ha dichiarato, proponendo un disinvolto parallelismo.

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