"Sul Rendiconto non capisco i benefici dell'operazione e ora si rischia l'esercizio provvisorio" - QdS

“Sul Rendiconto non capisco i benefici dell’operazione e ora si rischia l’esercizio provvisorio”

Patrizia Penna

“Sul Rendiconto non capisco i benefici dell’operazione e ora si rischia l’esercizio provvisorio”

mercoledì 21 Novembre 2018

L’intervista in esclusiva del Quotidiano di Sicilia ad Alessandro Baccei, ex assessore regionale all’Economia. “Se se ne approva uno nuovo, va parificato perché la parifica funge da garanzia per l’Ars”

Baccei, lei conosce molto bene la Sicilia dato che è stato assessore regionale all’Economia del governo Crocetta. La Giunta Musumeci poteva di fatto approvare un nuovo rendiconto generale 2017? Poteva tecnicamente produrre un rendiconto bis, diciamo così, dopo che la prima versione era già stata parificata lo scorso mese di luglio dalla Corte dei Conti?
“Premesso che non ho la certezza, secondo me, però, se si approva un nuovo rendiconto di certo serve una nuova parifica che mi pare poi sia quello che dice la Corte dei Conti. Il punto è poi mandarlo nuovamente all’Ars per l’approvazione ed è quello che va votato”.
 
Qual è lo scenario che così si delinea? Si allungano i tempi?
“Io non so se tecnicamente l’Ars può votare un rendiconto diverso da quello che è già stato parificato dai magistrati contabili, questo non glielo so dire. Sicuramente la prassi è quella di mandare all’Ars il rendiconto già parificato, poi però se si vogliono fare delle modifiche o tener conto delle richieste della Corte dei Conti, lo si fa in assestamento nel bilancio successivo. Ma quella su cui l’Ars si deve pronunciare è certamente la versione parificata perché questo costituisce anche una “garanzia” per il Parlamento siciliano che lo deve approvare".
 
Lei che idea si è fatto, pensa ad un errore commesso in buona fede?
“Questo non lo so, non lo capisco perché una cosa è il rendiconto, altra cosa è il consolidato. Onestamente non ho idea delle motivazioni che stanno alla base di questa scelta operata dal governo Musumeci e non capisco neanche i benefici che possono scaturirne”.
 
Quindi il pasticcio si poteva evitare? Bastava dunque inserire dei correttivi nell’assestamento?
“Allora, è chiaro che se si vuole cambiare il rendiconto, bisogna approvare quello “nuovo”. Stiamo parlando in questo caso del rendiconto 2017, l’assestamento si far per tener conto del bilancio di previsione del 2018 e delle correzioni del 2017 quindi sono due ambiti diversi di riferimento. Però, se la Corte dei Conti fa delle osservazioni sul bilancio 2017 questa osservazioni è come se andassero a cambiare la base, il presupposto per il bilancio 2018. Il rendiconto resta quello parificato, quello è e quello rimane, è un consuntivo. Se voglio fare un nuovo rendiconto va parificato nuovamente dalla Corte dei Conti”.
 
Se si sottopone il rendiconto bis ad un nuovo giudizio di parifica da parte della Corte dei Conti, il rischio concreto è lo slittamento di tutti i documenti finanziari, quindi l’esercizio provvisorio?
“Potrebbe essere questo lo scenario, potrebbe anche succedere che vanno avanti con un rendiconto non parificato. Come ha detto la Corte dei Conti, il governo ha la responsabilità politica mentre la responsabilità contabile è appunto della Corte dei Conti. La cosa “normale” sarebbe approvare un rendiconto parificato e tenere poi conto degli effetti sul bilancio di previsione dell’anno successivo, che poi è la cosa che per prassi è stata sempre fatta. Ed è anche la cosa che logicamente è più corretta. Poi, sa, nei meandri della legge può darsi che si individui la possibilità di un’altra procedura”.

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