In Sicilia ancora troppo deboli i segnali di ripresa economica - QdS

In Sicilia ancora troppo deboli i segnali di ripresa economica

Raffaella Pessina

In Sicilia ancora troppo deboli i segnali di ripresa economica

venerdì 23 Novembre 2018

Il punto della Banca d’Italia sull’andamento dell’attività produttiva nei primi sei mesi del 2018. Bene l’export, stabile il numero degli occupati, disoccupazione in crescita al 22,3%

PALERMO – È stata presentata martedì nella sede della Banca d’Italia in via Cavour a Palermo la pubblicazione de “L’Economia della Sicilia – Aggiornamento congiunturale, in cui sono illustrati i principali dati relativi all’andamento dell’economia siciliana nella prima parte dell’anno in corso.
Dalla relazione si rileva come in Sicilia nella prima parte dell’anno è proseguita la fase di moderata crescita dell’attività produttiva. Nel complesso i ricavi delle imprese industriali e dei servizi privati non finanziari si sono espansi, in linea con quanto osservato nell’anno precedente, e sono aumentate le esportazioni, anche al netto del comparto petrolifero; le aspettative a breve termine rimangono positive.
 
Nel primo semestre del 2018 il numero degli occupati in Sicilia è risultato in linea con il dato della prima metà dell’anno scorso, a fronte di incrementi più consistenti sia nella media nazionale sia nel Mezzogiorno (rispettivamente 1,2 e 1,6 %). Il numero di occupati è inferiore di circa 100mila unità rispetto al 2008. Come nel 2017, alla dinamica complessiva hanno contribuito positivamente i settori dell’agricoltura e dell’industria, mentre è proseguito il calo del numero degli occupati nelle costruzioni; nel terziario il numero dei lavoratori eè diminuito nei principali comparti, rispetto a una crescita nella media nazionale. L’occupazione è nuovamente aumentata per le lavoratrici mentre è rimasta pressoché stabile per gli uomini. L’incremento del numero di occupati ha interessato soprattutto i lavoratori con un titolo di studio elevato e quelli con un’età superiore ai 44 anni. è proseguita la crescita del numero di dipendenti e si è registrata un’ulteriore riduzione degli autonomi.
 
Gli incrementi occupazionali hanno interessato solo i lavoratori con contratto a tempo pieno; tra quelli in part-time la quota di chi avrebbe preferito un impiego a tempo pieno si è ridotta, pur rimanendo ancora su livelli elevati (oltre l’80 per cento; il 66,4 nel 2008). In linea con l’andamento del numero degli occupati, il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni, nella media del primo semestre del 2018, è rimasto sostanzialmente stabile su base annua (40,6 %).
 
Il tasso di disoccupazione è lievemente cresciuto, per effetto di un aumento della partecipazione al mercato del lavoro, attestandosi al 22,3%, il doppio rispetto alla media nazionale. Secondo i dati dell’Inps, nei primi nove mesi dell’anno le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni sono diminuite del 29,3 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Vi ha contribuito il marcato calo degli interventi straordinari e in deroga; per la componente ordinaria si è invece registrato un aumento del 12,5 %, per effetto di una crescita delle ore soprattutto nel comparto dell’edilizia.
 
Prosegue la crescita del credito nel settore privato. L’espansione è stata ancora sostenuta dai finanziamenti alle famiglie; la contrazione dei prestiti alle imprese, in atto da oltre un quinquennio, si è attenuata fino quasi ad annullarsi. La qualità del credito erogato ha continuato a migliorare: il flusso di nuovi deteriorati in rapporto ai prestiti, che già nel 2017 era sceso rapidamente fino a un livello inferiore a quello pre-crisi, si è lievemente ridotto. I depositi bancari hanno continuato ad aumentare per effetto soprattutto dell’accumulo delle giacenze in conto corrente.
Dopo il recupero degli ultimi anni, la redditività delle aziende si è stabilizzata, mentre le disponibilità liquide sono ulteriormente aumentate; la dinamica degli investimenti è stata contenuta, con una leggera crescita nell’industria. L’andamento ciclico del settore delle costruzioni è rimasto negativo, nonostante sia proseguito l’incremento delle compravendite residenziali.
 
Nel primo semestre le esportazioni di merci sono aumentate del 15,2 %. è proseguita la tendenza positiva del settore petrolifero, che rappresenta più della metà dell’export regionale. Nel resto dei settori la crescita ha accelerato al 21,5 per cento (15,9 nel 2017); l’andamento positivo ha interessato i principali comparti di specializzazione (agroalimentare, chimico-farmaceutico ed elettronica) e ha beneficiato anche dei risultati del settore dei mezzi di trasporto, in particolare navali. Le vendite verso i mercati dell’Unione europea sono aumentate a un ritmo più sostenuto rispetto a quelle destinate ai paesi extra-Ue, soprattutto per la componente non-oil.
 
 
 
Nel 2018 la spesa per investimenti dovrebbe risultare in leggero aumento: le aziende che hanno partecipato al sondaggio della Banca d’Italia hanno confermato, nel complesso, i piani di investimento formulati a inizio anno, che prefiguravano un’espansione della spesa rispetto all’anno precedente.
Per il 2019, i due terzi delle imprese prevedono investimenti stabili rispetto al 2018, mentre tra le rimanenti le aspettative di aumento prevalgono su quelle di riduzione.

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