Donne e politica, all'Ars dal 1947 solo 46 le deputate elette - QdS

Donne e politica, all’Ars dal 1947 solo 46 le deputate elette

Raffaella Pessina

Donne e politica, all’Ars dal 1947 solo 46 le deputate elette

martedì 11 Dicembre 2018

Cioè il 5,6% degli 811 parlamentari eletti in totale dal 1947 ad oggi. Presenze al lumicino anche nei Comuni: i sindaci rosa sono il 6,6%. Nonostante ciò, la Sicilia supera per numero di parlamentari rosa altre regioni d’Italia. Quello della scarsa presenza femminile in politica, in verità, è un problema più generale

PALERMO – Donne e politica, un binomio che in Sicilia stenta a decollare.
Dal 1947 a oggi, infatti, all’Assemblea regionale siciliana solo 46 donne hanno avuto la possibilità di sedere sugli scranni del Parlamento più antico d’Europa, appena il 5,6% sul totale di 811 deputati eletti nel corso delle diciassette legislature.
 
Nonostante ciò, la Sicilia supera per numero di parlamentari rosa altre regioni d’Italia, che pure hanno più strumenti normativi di partecipazione attiva, come la doppia preferenza. A dare un quadro sulla presenza delle donne nel Palazzo che fu dimora di Federico II è la tesi di un ex deputata regionale, Claudia La Rocca, eletta col M5s nella scorsa legislatura e oggi collaboratrice del vice presidente dell’Ars, il pentastellato Giancarlo Cancelleri. La Rocca, che si è laureata martedì scorso, ha donato una copia della tesi “La reale democrazia paritaria: donne protagoniste e non semplici quote” alla Biblioteca dell’Assemblea regionale siciliana, “con l’auspicio – dice – che la stessa si oggetto di riflessione, poiché solo le donne e gli uomini insieme possono rappresentare pienamente, con le proprie sensibilità, capacità e bagaglio di esperienze, gli interessi generali”.
 
Delle 46 deputate-donne solo in tre sono state elette tre volte, 15 due legislature, mentre le restanti 28 per una legislatura. Le liste di appartenenza al momento dell’elezione (per le deputate elette per più legislature si prende in considerazione la lista di appartenenza della prima legislatura) vedono 10 donne elette fra le fila del Pci, 5 della Dc, 9 appartenenti a forze politiche di sinistra, 12 provenienti da liste di centro-destra e 10 le donne appartenenti al Movimento 5Stelle. Nella V (1963-1967) e VII (1971-1976) legislatura non fu aletta alcuna donna, mentre nella IV, VI, VIII, IX e X legislatura furono elette donne appartenenti esclusivamente al Pci. La prima presenza significativa di deputate si ha con la XVI legislatura (2012-2017): 15 elette, 6 delle quali col M5s. Nell’attuale legislatura (XVII) ci sono 16 deputate, la metà del M5s.
 
Quello della scarsa presenza femminile in politica, in verità, è un problema più generale che, in Sicilia soprattutto, riguarda non solo il Parlamento ma anche gli Enti locali.
 
Lo scorso venerdì 30 novembre, il Quotidiano di Sicilia ha pubblicato i dati diffusi da Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale della Fondazione Anci) all’interno del rapporto “I Comuni italiani 2019 – Numeri in tasca”, (leggi qui) pubblicato lo scorso mese di ottobre. Un quadro dettagliato di come, a livello nazionale e regionale, la strada per il cambiamento sia molto più lontana di quanto sembri. La nostra regione si colloca infatti agli ultimi posti per numero di donne alla guida di un Comune: più nello specifico, la Sicilia risulta terz’ultima nella classifica nazionale sulla percentuale di sindaci donna. Con il 6,6% di incidenza sul totale, si trova davanti a Campania e Calabria.
 
La Sicilia e, più in generale il Sud, dunque, non si distingue certo per favorire la parità di genere in politica. Basti pensare, infatti, che la media nazionale di donne sindaco sfiora il 14% (13,9 per l’esattezza) e a tirare su la media sono principalmente gli Enti locali delle regioni del Nord: in ordine Emilia Romagna (20,9%), Veneto (18,5%) e Piemonte (17,5%).

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