Sanità, concorrenza e più produttività - QdS

Sanità, concorrenza e più produttività

Carlo Alberto Tregua

Sanità, concorrenza e più produttività

sabato 15 Dicembre 2018

Curare al meglio i cittadini

L’articolo 32 della Costituzione recita: “La Repubblica tutela la salute (…) e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Con la legge 833/78 è stato istituito il Servizio sanitario nazionale, che prevede la gratuità delle prestazioni a tutti i cittadini iscritti alle anagrafi salvo il pagamento di ticket.
Contrariamente all’articolo 33 della stessa Costituzione che prevede “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”, per la Sanità non vi è alcuna distinzione se a fornire le cure ai malati siano le strutture pubbliche o quelle private.
Nel Forum pubblicato nelle pagine interne, la ministra della Salute, Giulia Grillo, ha confermato tale principio costituzionale e cioè che la Sanità pubblica e privata sono in concorrenza, perché quello che conta è la qualità del servizio reso ai cittadini.
I malati vogliono essere curati e guariti: non gliene importa nulla se i medici e gli apparati siano pubblici o privati. Una distorsione politica ha invece spinto per finanziare il settore pubblico, limitando a priori il finanziamento a quello privato.
 
Ora, è noto a tutti che le Regioni (enti che somministrano il servizio ai malati) pagano le cure prestate in base a una sorta di fattura, denominata Drg (Diagnosis related group) per singola prestazione, con un unico prezziario, indipendentemente che essa sia stata effettuata da un ospedale o da un istituto privato. Nel sistema, vi sono funzionari che controllano sia la qualità che la quantità delle prestazioni.
Su una questione che ho posto, e cioè il controllo dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) Grillo mi ha risposto un poco dispiaciuta che ancora essi hanno una funzione più formale che sostanziale e che il servizio ispettivo del ministero raccoglie informazioni che i vari soggetti sanitari trasmettono. Anzi, ha aggiunto, è in preparazione un ddl per potenziare le funzioni del servizio ispettivo.
Altra questione che non consente una gestione funzionale del Ssn riguarda il fatto che il Ministero può dare solo indirizzi oltre che fornire i finanziamenti, in quanto poi, sono le Regioni che hanno la gestione diretta sul territorio. Quando bisogna fare una norma, deve passare dalla Conferenza Stato-Regioni, e questa è una complicazione non da poco.
 
La ministra ha poi sottolineato come sia necessario aumentare competitività e concorrenza in modo da valorizzare le cospicue risorse spese per il Ssn che per quest’anno ammontano a 113,3 mld, tra il 6 e il 7 per cento del Pil. è importante, sostiene la ministra, curare al meglio i cittadini, non chi li cura, ma questi ultimi devono avere coscienza della delicatezza della loro funzione, soprattutto nei confronti di minori, anziani, disabili o anche di chi ha la sfortuna di malattie che portano al termine della vita.
Le risposte che trovano sviluppo nel Forum ci hanno fatto capire che la Grillo è una donna di buon senso, medico, e che ha improvvisamente dovuto affrontare un settore delicato che presenta molte sfaccettature e soprattutto tante difficoltà, appunto per l’interlocuzione necessaria con le venti Regioni e due Province autonome.
Vi è da sottolineare che la Sanità è influenzata dai colori politici, erroneamente, in quanto le malattie non sono di destra, né di sinistra e neanche di centro.
 
Il malato ha la necessità di avere rapporti con medici qualificati, che studiano continuamente, che si aggiornano sui progressi dei farmaci, sui protocolli e che traggono esperienza dal loro rapporto quotidiano con i pazienti.
Il malato deve avere fiducia nel medico, il quale non può avere una competenza parziale, ma deve essere in condizione di accertare il quadro clinico generale di chi ha in cura, somministrando i rimedi più appropriati non solo riguardo ai farmaci ma anche all’insieme delle cure sia per guarire ma anche per consentire ad essi di convivere con la malattia.
E poi c’è il versante della cura del dolore, perché quanto meno il paziente non deve soffrire.
Sulla produttività si gioca la lotta agli sprechi e alle disfunzioni. Questo parametro non è ancora inserito nelle procedure. Ricordiamo che la produttività si misura col numero dei servizi prestati in un’ora di lavoro. Sulla salute non è completamente applicabile, ma non se ne può fare a meno.

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