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Catania – Una città dissestata anche socialmente, raddoppiate le richieste d’aiuto nel 2018

Desiree Miranda

Catania – Una città dissestata anche socialmente, raddoppiate le richieste d’aiuto nel 2018

sabato 15 Dicembre 2018

Tutti i dati Caritas in anteprima: +120% di utenti nelle mense. Salvo Pappalardo: “Manca il cibo”. Sono stati 228.084 gli assistiti nel 2017, con un aumento del 90% nel 2018

CATANIA . Aumentano sempre più i poveri che chiedono aiuto alla Caritas di Catania. Sono tanti gli stranieri, ma sono sempre più in crescita anche i catanesi, stando ai dati diffusi per il 2017 e alle prime analisi dei dati raccolti durante il 2018. Una situazione che potrebbe anche peggiorare a seguito del dissesto del Comune di Catania. “Abbiamo un aumento in tutti i servizi che offriamo, in alcuni casi anche più del doppio rispetto allo scorso anno. Manca il bene primario, ovvero il cibo”, dichiara al nostro giornale Salvo Pappalardo, responsabile delle attività in Caritas.
 
In alcuni settori è possibile fare una distinzione tra stranieri e catanesi, ma sono quest’ultimi che, grazie anche alla nazionalità, possono accedere a più servizi, soprattutto quelli per cui è necessario un rapporto con le banche come il microcredito. Se dunque l’help center alla stazione, il centro di accoglienza diurno e di pronto soccorso sociale, è frequentato per lo più da africani (anche se non mancano gli europei) per un totale di 228.084 assistiti nel 2017 (con un aumento di circa il 90% nel 2018), le mense sono usate in percentuale paragonabile da entrambi per un totale di 134.000 utenti nel 2017 e un aumento del 120% nel 2018 rispetto allo scorso anno. “Per lo più viene gente che già conosciamo, ma registriamo anche un 40% di nuovi passaggi”, dice Pappalardo.
 
Aumentano anche i pasti distribuiti in città dall’unità di strada ai senzatetto. Se sono stati 36.750 nel 2017 si registra un aumento di almeno il 30% nel 2018 per una distribuzione dei pasti pari a 80/90 unità al giorno.
 
Altri servizi a cui si rivolgono soprattutto gli stranieri che non hanno i documenti in regola è la Rete sanitaria nata tre anni fa. Non avendo documenti non avrebbero diritto alle cure mediche se non quelle del pronto soccorso, ecco perché alcuni medici si sono messi a disposizione della Caritas. Anche qui a tendenza è in crescita con 350 assistiti nel 2016, 460 nel 2017 e oltre 500 nel 2018.
 
Ai catanesi, in quanto dotati di tutti i documenti riconosciuti dallo stato italiano, è invece riservato il servizio del microcredito istituito nel 2011. Si tratta di un contributo che consente a famiglie e persone in momentanea difficoltà economica di poter accedere a prestiti bancari agevolati tramite istituti di credito convenzionati con la Caritas diocesana.
 
Quattro gli strumenti d’azione: Microcredito regionale, Microcredito etico sociale, Prestito della speranza e Microcredito per sovraindebitamento e antiusura. I primi tre sono diretti a sostenere le famiglie e arrivano fino a 7 mila euro. L’ultimo è rivolto a chi ha troppi debiti che non riesce a fronteggiare e a chi è vittima d’usura per un contributo fino a 150 mila euro. “Sono strumenti che non possono essere concessi a tutti anche se le richieste sono sempre più, almeno del 150% in più nel 2018. Strumenti però fondamentali – spiega responsabile delle attività in Caritas – perché chi soffre di questi problemi ha conseguenze anche psichiche e morali e serve serenità”.
 
Le pratiche erogate sono 157 per un importo totale di 760 mila 700 euro. Allarmanti, in particolare, i dati su chi subisce usura, aumentati del 250% nel 2018. Sono 620 le persone ascoltate durante l’anno, mentre sono stati 240 nel 2017, ma la maggior parte continua ancora a non denunciare. “Non si sentono tutelati dalla legge”, spiega Pappalardo. Anche il centro ascolto ha aumentato i suoi numeri con più di mille famiglie ascoltate durante l’anno pari a un +90% rispetto al 2017.
Una situazione drammatica e che potrebbe peggiorare ancora a seguito del dissesto del Comune. Alcuni lavoratori sono già andati a chiudere aiuto alla Caritas. “La situazione non ci consente di dare una soluzione definitiva e immediata al problema”, afferma l’assessore ai servizi sociali del Comune, Giuseppe Lombardo. “Stiamo lavorando attraverso le risorse esterne in modo da allestire un tetto per chi ne ha bisogno. Siamo pronti a consegnare 4 immobili sequestrati alla mafia che potranno ospitare circa 30 senza tetto. Ovviamente questa non è la soluzione, ma abbiamo un progetto a lungo termine per cui entro il 2019 si possano allestire strutture per i senza tetto”.
 
Altre iniziative riguardano le mense con una gara per garantire circa 150 indigenti. “Le povertà sono tante: non solo quelle socio economiche, ma dobbiamo fare i conti con le risorse, comunali e non, che sono sempre insufficienti. Nel dissesto occorre razionalizzare la spesa, ma quando si parla di sociale deve esserci un canale di priorità”, conclude Lombardo.

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