Quei depressi che odiano la vita - QdS

Quei depressi che odiano la vita

Carlo Alberto Tregua

Quei depressi che odiano la vita

giovedì 10 Gennaio 2019
Serotonina è il titolo dell’ultimo romanzo di Michel Houellebecq che tratta, tra l’altro, del depresso e della depressione, che hanno tuttavia una certa vitalità.
Il depresso, nella terminologia psichiatrica si riferisce a persona affetta da una sindrome malinconica. Il depresso è anche avvilito, abbattuto e prostrato, vede la vita in nero e il futuro catastrofico. Insomma, tutto il negativo possibile.
Egli ha un fondo di vitalità perché cerca di uscire dal suo stato, ma non usa i mezzi giusti per farlo con la conseguenza che la sua condizione peggiora continuamente.
In questo articolo non intendiamo fare un’analisi medica della malattia quando lo è, bensì evidenziare come lo stato mentale depressivo è molto diffuso anche in persone che stanno bene.
Vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, fare catastrofismo, accentuare le negatività, avere terrore delle prospettive sono modi per sprecare la propria vita.
 
Il modo di pensare negativo, ripetiamo, molto diffuso, può e deve essere ribaltato in ognuno di noi pensando che oltre alle diuturne difficoltà vi sono anche tante cose belle.
Ricordo una canzone ottimistica di Domenico Modugno (1928–1994), Meraviglioso, le cui parole scritte da Riccardo Pazzaglia, dicono “tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole, la vita, l’amore”. Ecco, basta pensarci bene. A che cosa? A come vivere il meglio possibile tramutando gli ostacoli in opportunità, affrontando le difficoltà con spirito costruttivo, trovando le soluzioni per superarle e, quando non si riesce, provare e riprovare senza abbattersi mai; e quando si cade, rialzarsi e ricominciare.
Si tratta di affrontare quello che ci capita con determinazione, forza di volontà, spirito di sacrificio e inventiva, perché dobbiamo sempre provare e riprovare finché non raggiungiamo l’obiettivo.
La domanda che sorge è: meglio vivere bene o vivere male? La risposta è lapalissiana: vivere bene. Però di fronte a questa verità vi è una minoranza di persone che si predispone per imboccare comunque la via della negatività. Perché questo accade? Per effetto della forza di gravità.
 
Che c’entra la forza di gravità? C’entra. L’attrazione verso il basso, cioè verso il centro della Terra è effetto del movimento rotatorio del nostro pianeta. Attira verso il basso anche il nostro umore e, per conseguenza, la nostra visione della vita e del futuro.
Per contrastare la forza di gravità cosa facciamo? Intanto siamo passati da quadrupedi a bipedi, perché nella nostra testa si è generato uno strumento che ci fa mantenere in equilibrio pur stando su due piedi e non anche sulle mani.
Peraltro, lo stesso principio è stato adottato recentemente da quei velocipedi a due ruote che stanno in piedi apparentemente contrastando la forza di gravità che li vorrebbe abbattuti al suolo.
E poi vi è la capacità dell’uomo, attraverso la ricerca, di volare facendo staccare dal terreno apparecchi che pesano decine o centinaia di tonnellate, e la capacità di mandare nello Spazio veicoli in grado di perforare l’atmosfera
 
Che c’entra tutto ciò con la depressione? C’entra, perché se l’Umanità non avesse guardato avanti, non avrebbe puntato al progresso e sarebbe rimasta nelle caverne.
Si deve prendere atto che esiste una parte della gente che, anche per cause estranee al proprio modo di sentire, vede tutto nero. Tuttavia tale visione negativa va combattuta. Come? Con la cultura, la lettura, l’acquisizione di conoscenze, lo studio di ciò che hanno scritto i grandi intelletti, con la musica che alimenta la sensibilità e con tanti altri strumenti dell’Arte e dei Saperi.
Anche fra chi è colto c’è qualcuno depresso o negativo, ma si trova in stretta minoranza. Chi vede lontano, anche al di là dell’orizzonte, di solito è animato di voglia costruttiva, pensa a progetti di medio e lungo periodo, si dà da fare per realizzarli, non importa quanta fatica sia necessaria.
Il dilemma fra vivere in modo positivo o negativo è una costante di tutti. Per fortuna, siamo dotati di libero arbitrio, per cui sta a noi scegliere quale strada imboccare, cioè se vivere valorizzando al massimo tutto quello che facciamo e godendo di tutto ciò che ci circonda, ovvero continuare nel cammino che ci porta verso il centro della Terra… e della perdizione.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017