Frumento duro, la Regione siciliana cerca varietà autoctone - QdS

Frumento duro, la Regione siciliana cerca varietà autoctone

Michele Giuliano

Frumento duro, la Regione siciliana cerca varietà autoctone

domenica 20 Gennaio 2019

Finanziato dal Ministero un progetto per 128 mila euro per tracciare le tipologie siciliane e salvaguardarne le risorse genetiche. L’attività avrà una durata biennale e sarà sviluppato da un ente pubblico di ricerca opportunamente selezionato

PALERMO – La storia del frumento siciliano va preservata anche attraverso la classificazione delle diverse tipologie, per studiarne le caratteristiche e salvaguardarne le risorse genetiche di interesse alimentare e agrario locali dal rischio di erosione genetica.
 
A questo scopo è stato predisposto dalla Regione l’avviso per l’aggiudicazione del progetto Cavasifd, caratterizzazione di varietà autoctone siciliane di frumento duro, emesso a seguito della Legge 194/2015, che stabilisce i principi per l’istituzione di un sistema nazionale di tutela e valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
 
L’avviso ha lo scopo di selezionare un ente pubblico di ricerca o Ats fra enti pubblici di ricerca, che vada a caratterizzare dal punto di vista morfologico e genetico almeno 10 varietà di frumento duro, conservate presso le aziende responsabili della conservazione in purezza o agricoltori custodi. In tal modo, sarà possibile verificare l’autenticità della matrice alimentare a tutela della filiera e dei consumatori.
 
Il progetto avrà durata biennale e si articolerà in 4 attività: caratterizzazione morfofisiologica, attraverso l’adozione di adeguati protocolli scientifici, delle più importanti varietà locali iscritte o in fase di iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà da Conservazione.
 
Successivamente, si procederà alla caratterizzazione molecolare attraverso l’uso di marcatori molecolari (Dna finger printing) per lo studio delle diverse accessioni delle popolazioni locali, la verifica della variabilità genetica intra-popolazione, il saggio delle diversità e delle relazioni genetiche per definire profili univoci atti all’identificazione varietale.
 
Il terzo passaggio consiste nella caratterizzazione con marcatori biochimici delle proteine di riserva, e quindi l’analisi delle stesse e la realizzazione di un catalogo dei profili elettroforetici delle gliadine e delle glutenine delle varietà locali. In ultimo, ci si occuperà della promozione del progetto, divulgazione e diffusione dei risultati, con la realizzazione di incontri con gli attori della filiera cerealicola e con gli agricoltori manutentori in purezza delle varietà prese in considerazione.
 
In totale il progetto costerà circa 128 mila euro. Potranno partecipare al bando gli enti pubblici di ricerca, singolarmente o costituite nella forma giuridica dell’Ats (Associazione temporanea di scopo), da formalizzare entro 15 giorni dalla data di comunicazione dell’affidamento del progetto. Nella propria proposta progettuale, gli enti dovranno dimostrare comprovata esperienza negli ambiti specifici indicati nelle diverse fasi attuative: la caratterizzazione morfofisiologica mediante protocolli nazionali ed internazionali, la caratterizzazione molecolare tramite l’impiego di marcatori molecolari, la caratterizzazione con marcatori biochimici secondo protocolli riconosciuti. In ultimo, dovranno dimostrare di saper promuovere e divulgare i dati raccolti per darne la più ampia ed efficace diffusione.
 
Alla base di tutto, gli enti dovranno aver già maturato esperienze di collaborazione in ambito regionale e locale. Le proposte progettuali saranno valutate da una apposita commissione che provvederà a valutare innanzitutto la ricevibilità e ammissibilità della richiesta, quindi la analizzerà nel merito, attribuendo i punteggi per singola caratteristica, e quindi procederà all’istruttoria per la compilazione della graduatoria finale.
 
L’ente che avrà raggiunto il miglior punteggio vedrà affidarsi l’attività a seguito della sottoscrizione di una convenzione. In fase di attuazione, si dovrà seguire il progetto in modo conforme a quanto previsto in fase iniziale, come si evincerà dal cronoprogramma delle attività, e sarà possibile, in corso d’opera, presentare una sola richiesta di variazione, che dovrà essere approvata dall’amministrazione.
 
La domanda andrà presentata all’assessorati regionale dell’Agricoltura e dovrà contenere il curriculum vitae dell’ente proponente e il progetto esecutivo, che conterrà i materiali da impiegare, le modalità di esecuzione delle prove, i costi e le risorse proprie messe a disposizione.

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