Sul Governo bufera anche internazionale - QdS

Sul Governo bufera anche internazionale

redazione

Sul Governo bufera anche internazionale

martedì 22 Gennaio 2019

L'ambasciatrice a Parigi convocata per le accuse sui migranti di Di Maio, al quale Tajani dice, "Studi prima di parlare". Fmi, come già Bankitalia, taglia la crescita italiana e Tria attacca il fondo. Il grillino Lannutti "Banche controllate dai Savi di Sion". Impasse sul Decretone, Regioni sul piede di guerra

Un’autentica bufera, anche internazionale, quella che si è scatenata sul governo pentaleghista a causa delle prese di posizione dei suoi esponenti.
 
La vicenda più eclatante riguarda lo scontro con Parigi dopo le parole del vicepremier Luigi Di Maio, capo politico grillino, che ha attacco il presidente francese Emmanuel Macron accusandolo di quanto sta avvenendo nel Mediterraneo con le stragi del mare, e individuando la causa delle tensioni nella politica coloniale transalpina: "se la Francia non avesse le colonie, che sta impoverendo, sarebbe la quindicesima forza economica internazionale e invece è tra le prime per quello che sta combinando in Africa".
 
"Noi – ha aggiunto – abbiamo solo acceso il faro su una verità, la Francia è uno di quei Paesi che stampando la moneta per 14 Stati impedisce lo sviluppo e contribuisce alla partenza dei profughi. Se l’Europa in questo momento vuole avere un po’ di coraggio, deve avere la forza di affrontare il tema della decolonizzazione".
 
Durissima la presa di posizione francese, che ha convocato l’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Teresa Castaldo: "Queste dichiarazioni da parte di un’alta autorità italiana sono ostili e senza motivo visto il partenariato della Francia e l’Italia in seno all’Unione europea. Vanno lette in un contesto di politica interna italiana".
 
Che le affermazioni di Di Maio siano state fatte soltanto per problemi sul fronte interno del governo italiano lo sostiene anche il commissario agli Affari economici Ue Pierre Moscovici: "Alcune dichiarazioni vengono fatte per uso nazionale, somigliano a provocazioni, perché il contenuto è vuoto o irresponsabile, per cui è preferibile evitare di cedere alla provocazione".
 
"La qualità delle relazioni tra la Francia e l’Italia – ha aggiunto il rappresentante europeo – è importante. Mi auguro che si possa presto superare questa fase conflittuale che trovo negativa e priva di senso. Le provocazioni di solito squalificano chi le fa".
 
E un duro attacco al vicepremier grillino e a Di Battista che lo ha sostenuto con dichiarazioni simili, è venuto dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, durante la sua visita in Sicilia.
 
Rispondendo a Palermo alle domande dei cronisti ha detto: "Il franco Cfa responsabile della situazione in Africa? E’ una balla colossale di cui hanno parlato Di Maio e Di Battista, dovrebbero studiare prima di parlare".
 
Intanto il governo pentaleghista è stato bacchettato anche in campo economico: il Fondo monetario internazionale (Fmi), come già Bankitalia, ha tagliato le previsioni della crescita italiana per il 2019 dall’1% di ottobre allo 0,6%.
 
Una vera e propria denuncia delle conseguenze che le politiche economiche adottate dal governo pentaleghista potrebbero essere opposte a quelle prospettate: altro che boom, insomma.
 
Con il nodo spread-banche, la situazione italiana, così come la Brexit in Gran Bretagna, è stata posta al primo punto fra i fattori di rischio dell’intera economia europea.
 
Così Salvini e Di Maio, seguendo uno schema di comunicazione ormai ben sperimentato, mandano all’attacco il ministro dell’Economia Tria, che dichiara "E’ l’Fmi che con le sue politiche rappresenta un rischio".
 
Lo supporta, sul web, il senatore grillino Elio Lannutti con un tweet sulle "Banche controllate dai Savi di Sion" che si rivela un clamoroso autogol per la sua carica antisemita, tanto che Di Maio è costretto a sbugiardarlo.
 
Ma non sui sindacati, definiti "un comitato di affari". La Cgil ha preannunciato querela.
 
Tutto questo rumore serve però a smorzare l’allarme per l’impasse sul cosiddetto Decretone.
 
Manca infatti ancora il sì della Ragioneria sulle coperture finanziarie.
 
I tecnici del Ministero del Tesoro stanno verificando i conti sul cosiddetto Reddito di cittadinanza – che nonostante si sia ridotto a poco più del Reddito di inserimento del governo Gentiloni continua a non quadrare – e
Quota 100.
 
Torna intanto a trecento milioni il fondo Imu-Tasi, ma 90 dei 110 milioni per recepire le richieste dei Comuni giungono da un taglio al Fondo per il reddito di cittadinanza che scende
a 5,89 miliardi.
 
Allarme dalle Regioni: "Chiarire tempi e modalità sull’attuazione del reddito, o si rischia lo tsunami".
 
E la bufera continua.

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