Governo GV eterno, finché dura - QdS

Governo GV eterno, finché dura

Carlo Alberto Tregua

Governo GV eterno, finché dura

martedì 22 Gennaio 2019

Auspicabile il boom di Di Maio

Dopo l’approvazione del decreto sui due assi del Governo, Quota 100 e Reddito di cittadinanza, Salvini ha fatto una memorabile dichiarazione: “Dureremo dieci anni”. Evidentemente, “il Capitano” ha ipotecato non solo la corrente legislatura ma anche la successiva. Un atto di fiducia nel futuro, nel Paese e nella coalizione GialloVerde.
Si potrà non essere d’accordo con questo “Governo del cambiamento” ma bisogna dargli atto che, finalmente, questa classe politica sta mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale.
Scritto questo, non sappiamo se gli effetti saranno positivi o negativi per gli italiani. Sappiamo solamente che gli indicatori di tutti i soggetti internazionali che cercano di disegnare il futuro indicano una crescita del Pil italiano fra lo 0,3% e lo 0,9% contro la previsione dell’1% del Governo.
Ovviamente, noi ci auguriamo che la previsione governativa sia quella giusta, al di là degli auspici di tanti gufi. Come sempre la realtà ci dirà la verità.
 
Il Governo GialloVerde, come l’amore, dunque, è eterno (finché dura). Sì, perché qualunque cosa terrena termina, prima o poi.
La realtà, i fatti, le contingenze concrete determineranno la rotta di questo Governo che sarà costretto, per evitare il rischio pendente della procedura di infrazione europea, a correggere la sua azione man mano che si verificheranno gli eventi nei prossimi mesi: quest’ultimi saranno determinanti per il suo futuro.
Ormai, è a tutti chiaro che il risultato delle prossime elezioni europee costituirà l’elemento di continuità o di svolta per questa maggioranza, in relazione ai consensi che i due partiti otterranno.
Secondo i sondaggi, la Lega dovrebbe sopravanzare il M5s con un range oscillante fra i 5 e i 10 punti. Ma si sa, i sondaggi non sempre ci “azzeccano”. Quello che accadrà dopo il 26 maggio nessuno può dirlo, anche perché il nuovo Parlamento europeo sarà abbastanza diverso da quello uscente. In primo luogo perché non è ancora chiaro se il Regno Unito dovrà eleggere i propri 73 eurodeputati. Ciò dipende dalla uscita dall’Ue con no deal o con l’accordo.
 
Il secondo elemento riguarda gli altri 678 eurodeputati e cioè se i gruppi tradizionali come Ppe e socialdemocratici riusciranno a non arretrare tanto e, d’altra parte, se i cosiddetti partiti sovranisti avanzeranno molto o poco. Inoltre, non sappiamo dove si collocherà il M5s.
Quando il futuro è così nebuloso e difficilmente decifrabile, la consenguenza è l’incertezza nei cittadini che, a sua volta, provoca un calo di fiducia nel futuro anche da parte delle imprese.
Al riguardo, abbiamo dovuto certificare il calo della produzione industriale e la stagnazione dei consumi.
Va precisato, però, che il dato italiano va sempre scomposto fra Nord e Sud perché, nonostante tutto, il primo ha una crescita del Pil e dell’occupazione che è nella media europa mentre il secondo ne è parecchio sotto.
Se una pecca ha il programma del Governo GV, questa riguarda il mancato stanziamento di somme rilevanti da destinare alle infrastrutture del Sud, per cominciare il riallineamento del tasso infrastrutturale meridionale, così distante da quello del Nord.
 
L’attuale situazione socio-economica del nostro Paese non è imputabile al Governo GialloVerde, bensì a tutto il quarto di secolo della cosiddetta Seconda Repubblica, in cui vi è stata una costante: l’indecisionismo politico.
Per decidere occorrono responsabili istituzionali che abbiano adeguati attributi mentali, una coscienza profonda dei propri doveri e la capacità di prendere decisioni impopolari. Proprio da questa capacità deriva la distinzione fra statisti e quaquaraqua.
Non possiamo dire che in questi venticinque anni l’Italia sia stata governata da statisti. Diversamente, non ci troveremmo con lo spaventoso dato di 2.345 miliardi di debito pubblico, pari a trentottomila per cittadino e a novantottomila per famiglia.
Disegnare il futuro è opera di persone che hanno forte personalità, grande competenza ed incommensurabile integrità, caratteristiche non comuni a questa classe politica dei diversi livelli. Ma dobbiamo fare i conti con questa e non con altre.
Poi, ora con Berlusconi, che Dio ce la mandi buona.

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