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Messina – Le perplessità dei “vicini” calabresi sul caso Area portuale dello Stretto

Lina Bruno

Messina – Le perplessità dei “vicini” calabresi sul caso Area portuale dello Stretto

martedì 19 Febbraio 2019

Il mancato coinvolgimento nelle ultime scelte è alla base della durissima contestazione. La Giunta regionale di Oliveiro ha annunciato la volontà di impugnare la Legge 136/2018

MESSINA – La sedicesima Autorità portuale non piace alla Calabria. Dopo il documento in cui il governatore Mario Oliveiro e i sindaci di Reggio Calabria e Villa San Giovanni – Giuseppe Falcomatà e Giovanni Siclari – hanno espresso la loro contrarietà alla nuova riorganizzazione, è arrivato un provvedimento della Giunta calabrese, in cui è stata annunciata la volontà di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge 136/2018, nella parte in cui prevede l’istituzione dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, ricomprendente i porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
 
“È stato tirato fuori il porto di Gioia Tauro – ha detto Siclari – per dare la sede a Messina. Un gioco politico diretto dal M5s siciliano che ha guardato più a interessi elettorali locali che alle esigenze dei territori. Non ci è piaciuto soprattutto il metodo. Non rimpiangeremo certo Gioia Tauro, da cui non abbiamo avuto alcun vantaggio in questi anni. Era giusto però che fossimo interpellati, prima che si decidesse sugli sviluppi programmati nella nostra area portuale e sul ruolo delle due regioni. Abbiamo chiesto anche che si prevedesse una sede a Villa, vista la sua rilevanza nei transiti e le potenzialità che può esprimere. Non siamo stati invece coinvolti su nulla”.
 
“La sensazione – ha aggiunto il sindaco di Villa – è che dobbiamo essere solo la ruota di scorta di tutto questo, che serve a giustificare che ci sia un’altra Autorità che fa capo alla Sicilia. Perché poi isolare Gioia Tauro che già è in sofferenza e ha una sua posizione strategica e funzionale nel Mediterraneo?”.
 
Il mancato coinvolgimento della Calabria è proprio la motivazione con la quale la Giunta regionale ha deciso l’impugnativa. “Essendo mancato l’esame in sede di Conferenza Stato-Regioni – si legge nel documento – a differenza di quanto precedentemente accaduto in relazione ad altri interventi normativi di riforma del sistema portuale, tutti preceduti da ampia e approfondita discussione in sede di Conferenza Stato-Regioni, passaggio ritenuto necessario dalla stessa Corte costituzionale (sentenza 261 dell’11 dicembre 2015)”.
 
In pratica, si ritiene che la nuova normativa sia contraria “all’articolo 177, comma 3 Costituzione, in quanto lesivo della sfera regionale di competenza legislativa concorrente”. La Giunta regionale ha poi ricordato anche che con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del maggio 2018, è stata istituita la Zona economica speciale (Zes) di Gioia Tauro, e che “l’Amministrazione della Zes è affidata a un Comitato di indirizzo”. Con l’istituzione dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, invece, a parere della Giunta calabrese, si verificherebbe un’irragionevole sovrapposizione di funzioni in capo all’Autorità stessa e al Comitato di indirizzo. Circostanza, questa, che comporterebbe “un aggravamento dei procedimenti amministrativi necessari per l’insediamento e lo svolgimento delle attività economiche in zona portuale, in spregio dei principi di buona amministrazione di cui all’articolo 97 Costituzione, nonché dei principi di semplificazione e di efficienza dell’amministrazione”.
 
Per Siclari, comunque, il problema della gestione della Zes non si pone visto che a Reggio e Villa sono stati assegnati complessivamente solo 13 ettari su 2476 totali. “Avevamo chiesto che fosse inclusa la zona industriale – ha detto – e invece è stata messa solo l’area dello scivolo”.
 
I deputati grillini, la calabrese Federica Dieni e il messinese Francesco D’Uva, hanno ribadito che non ci saranno penalizzazioni né alcun conflitto di competenza perché nel Comitato di gestione della nuova Autorità sono previsti componenti delle due regioni e delle Città metropolitane che garantiranno gli interessi dei territori. Per D’Uva, in ogni caso, ci sono ancora margini di confronto nella redazione dei decreti attuativi. “Quest’area – ha detto – ha delle peculiarità tali da non potere essere gestita da una realtà lontana come Gioia Tauro. Dobbiamo imparare a lavorare in modo sinergico e a essere campanilisti a favore dell’Area dello Stretto”.

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