SicilFiat, anche da Bersani solito ritornello - QdS

SicilFiat, anche da Bersani solito ritornello

Antonio Casa

SicilFiat, anche da Bersani solito ritornello

mercoledì 17 Febbraio 2010

Ieri il segretario nazionale del Partito democratico ha incontrato gli operai davanti ai cancelli dello stabilimento. “Piano per auto di nuova generazione”. Ma il futuro di Termini è lontano dalle quattroruote

TERMINI IMERESE (PA) – Sul futSiciluro di Termini Imerese si assiste al solito ritornello: “Salviamo lo stabilimento Fiat”. A nessuno viene in mente che con i soldi, impiegati e promessi a destra e a manca, si potrebbero riconvertire gli impianti, ri-formare i circa duemila operai e garantire loro un futuro che da anni, ormai, è incerto, costellato da indecenti e mortificanti periodi di cassa integrazione. A questo cliché non si è sottratto, ieri, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che ha incontrato gli operai davanti ai cancelli dello stabilimento.
“La Fiat non può andare avanti solo a lavorare in tema di ricerca sui motori tradizionali o a basso consumo. Bisogna che guardi più avanti e lo Stato deve dire qualcosa a questo proposito: un piano per le auto di nuova generazione. Questa è la politica industriale che vogliamo”, ha detto Bersani. “Non c’è nè Nord nè Sud davanti alla questione industriale. Con Fiat multinazionale – ha aggiunto – si discute di mercato europeo. Noi siamo quelli che producono meno di tutti in Europa. è ora che il governo metta sul tavolo come e chi riduce la capacità produttiva. In Europa non chiude nessuno, tranne che dovrebbe chiudere Termini Imerese, quando produciamo il 30% di quello che consumiamo di auto”, ha concluso il segretario del Pd. Dieci-dodici offerte per lo stabilimento della Fiat di Termini Imerese sono troppe: ne serve solo una ma che sia seria”.
Nessun accenno che chiunque produca auto a Termini spende di più se non realizza accanto uno stabilimento che costruisca anche componentistica e, anche quando, Termini è costretto a fare i conti con un mercato agguerrito e una logistica infelice.
A Bersani ha fatta eco il segretario regionale del Partito democratico, Giuseppe Lupo: “Non possiamo per dere la fiducia. Condivido piena mente la posizione espressa dal segretario nazionale del Partito Democratico Pier Luigi Bersani sulla Fiat,
che non può  abbandonare il sito produttivo di Termini Imerese senza prima aver concorso a determinare una credibile prospettiva industriale che salvaguardi lo sviluppo produttivo e il mantenimento dei livelli occupazionali. Non si può maltrattare il territorio siciliano, che non è “usa e getta” – ha aggiunto Lupo -, senza farsi carico del futuro di migliaia di lavoratori e della prospettiva di crescita dell’intero territorio termitano”.
 
Approfittando della visita, gli operai della Fiat si sono presentati con maschere al volto che riproducevano la faccia dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, con le sembianze di Dracula.
Ai giornalisti Bersani ha riservato anche dichiarazioni di politica nazionale: “Abbiamo altri problemi, non può esserci sempre lui al centro di una discussione: Berlusconi sì, Berlusconi no, come cercherà di fare in queste altre elezioni regionali. è ora che si capisca che ci sono altri problemi. Negli ultimi 9 anni ha governato 7 anni; è ora di dire in cosa o in meglio è cambiata questa Italia. Noi non siamo catastrofisti ma ragionevolmente ottimisti e fiduciosi, non ci piacciono le chiacchiere e le frasi fatte per propaganda”.
 


Anche l’Idv allineato: “Da Scajola  attendiamo soluzioni concrete”
 
 PALERMO  – “Dall’informativa che domani (oggi per chi legge, ndr) il ministro Scajola esporrà al Senato ci attendiamo solo soluzioniconcrete e risolutive per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese. Non è ammissibile continuare a tenere sul baratro tutti i lavoratori coinvolti”. Lo dicono in una nota congiunta il sen. Fabio Giambrone, commissario regionale siciliano di Italia dei Valori e l’on. Leoluca Orlando, portavoce nazionale del partito.
“Per Italia dei Valori è imprescindibile la salvaguardia dei livelli occupazionali ed il mantenimento della produzione di automobili sia che resti la Fiat sia che subentri un’altra proprietà – aggiungono – Non si può permettere che venga cancellato dalla realtà produttiva uno dei pochi esempi rimasti di attività industriale in Sicilia. A rischio migliaia di posti di lavori, la perdita di professionalità altamente specializzate e la fine dell’economia di un intero territorio”.

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