Il dramma delle incompiute, in Sicilia la lista rimane lunga - QdS

Il dramma delle incompiute, in Sicilia la lista rimane lunga

Rosario Battiato

Il dramma delle incompiute, in Sicilia la lista rimane lunga

martedì 23 Febbraio 2010

L’ultima relazione del procuratore generale della Corte dei Conti conferma uno stato preoccupante. Ristuccia cita, tra le altre, la casa albergo di Militello “mai utilizzata e danneggiata”

ROMA – Il cancro della corruzione divora alle fondamenta il sistema Italia e le ultime notizie di questi giorni non sembrano far altro che confermare questo andazzo. Dai reati contro la Pubblica amministrazione alle opere incompiute c’è ben poco da salvare in un sistema che ha sempre più lo slancio malato dell’affarismo illegale e senza scrupoli e sempre meno quel senso di rispetto delle regole necessario per una corretta ed equilibrata gestione del territorio.
L’ultima relazione del Procuratore Generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, presentata lo scorso 18 febbraio, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, ha ulteriormente affondato il bisturi nel cuore di un paese, e di una regione nel caso specifico siciliana, che necessitano di una buona dose di purificazione interna per poter realmente ripartire ed uscire dalla crisi che attanaglia il mondo occidentale. Nel mare delle incompiute siciliane, vera manna dal cielo cominciata negli anni 50’ e di fatto mai conclusa, la Corte segnala come la Procura regionale siciliana abbia effettuato un atto di citazione “concernente la realizzazione di una casa albergo per anziani sita nel Comune di Militello in Val di Catania (CT) definita, mai utilizzata e sottoposta ad azioni vandaliche”.
Al di là del singolo caso siciliano, visto che l’isola vanta una ben lunga tradizione di incompiute a partire da Giarre in provincia di Catania, considerata la capitale italiana se non europea del fenomeno, la Corte rileva “come le cause di questo fenomeno – che determina un ingente spreco di risorse pubbliche – siano molteplici e da annoverare nella carenza di programmazione, eccessiva frammentazione dei centri decisionali, complessità delle procedure di progettazione, dilatazione dei tempi di esecuzione imputabili alle imprese committenti ed alle amministrazioni aggiudicatrici, carenze ed inadeguatezze dei controlli tecnici ed amministrativi”. Un’accusa che quindi colpisce politica, pubblica amministrazione, imprenditori e il sistema dei controlli che dovrebbe vigilare sugli appalti e sulle realizzazioni delle opere. Un gruppo di artisti, Alterazioni Video, qualche anno fa ha effettuato una ricerca in tutta Italia per definire le coordinate dell’incompiuto italiano.
“L’indagine condotta in questi due anni – si legge in un comunicato dell’associazione – ha portato alla classificazione di circa 360 architetture incompiute in tutta Italia con una particolare concentrazione geografica nel Sud – la Sicilia vanta il triste record di 160 opere – e cronologica nel ventennio ‘60-‘80”.
Anche Piero Grasso, procuratore Antimafia, in una relazione del 2007, ha voluto evidenziare come su 357 opere incompiute in Italia più della metà si trovino in Sicilia. Il comune di Giarre, ad esempio, ospita oltre una decina di strutture incompiute tra cui le più celebri sono il teatro, la piscina olimpionica, il palazzetto dello sport, il campo di polo, il centro per anziani, il parcheggio multipiano. Dati su dati per certificare una pessima tendenza italiana, e siciliana in particolare, ma quando sarà il momento di invertire la tendenza?

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