Formazione: in cinque punti le nuove linee guida del settore - QdS

Formazione: in cinque punti le nuove linee guida del settore

Michele Giuliano

Formazione: in cinque punti le nuove linee guida del settore

giovedì 04 Marzo 2010

Suggellata l’intesa tra Governo nazionale, Regioni e parti sociali sulla formazione professionale. Una cabina di regia per l’analisi dei fabbisogni delle competenze sul territorio

PALERMO – Bene i valutatori indipendenti e la cabina di regia per i fabbisogni formativi. Dalla Sicilia i commenti al nuovo sistema formativo approvato a livello nazionale sembrano essere positivi. Non poteva che esprimere soddisfazione in tal senso l’Ugl Sicilia che ha sottoscritto l’accordo siglato a Roma nei giorni scorsi, ed esattamente a Palazzo Chigi.
In pratica è stata suggellata l’intesa tra Governo, Regioni e parti sociali sulla formazione professionale. L’accordo, che si articola su cinque linee guida, è finalizzato a sperimentare un utilizzo più efficace e mirato delle risorse disponibili per la formazione professionale, che nel 2010 ammontano a circa 2,5 miliardi di euro. L’obiettivo è valorizzare la preparazione professionale degli inoccupati, dei disoccupati e dei lavoratori in mobilità o in cassa integrazione, attraverso la rilevazione dei fabbisogni formativi e l’introduzione di un metodo di apprendimento per competenze, in sostituzione dell’approccio scolaristico per discipline separate.
Tra le novità, l’individuazione di “valutatori” indipendenti che potranno certificare le effettive competenze dei lavoratori, la rivalutazione dell’istruzione tecnico-professionale, il rilancio del contratto di apprendistato e l’ampliamento e diversificazione delle azioni formative per gli inoccupati, anche promuovendo l’apprendimento nell’impresa. L’accordo prevede anche l’istituzione presso il Ministero del lavoro di una Cabina di regia nazionale per l’analisi dei fabbisogni di competenze e figure professionali nei territori e nei diversi settori produttivi, finalizzata non solo a rendere visibili i bacini di occupazione nascosta, ma anche e soprattutto a promuovere una qualificata occupabilità delle persone.
“Per Ugl che ha siglato l’accordo romano – dichiara Giuseppe Messina, Responsabile regionale Dipartimento politiche economiche e del lavoro di Ugl Sicilia – le linee guida mirano a favorire il reimpiego dei lavoratori in cassa integrazione, disoccupati o in mobilità. Finalizzato al rilancio dell’occupazione quale priorità del 2010. Tra i punti dell’accordo – prosegue Messina – è previsto il “libretto formativo” come strumento di registrazione delle competenze, il rilancio del contratto di apprendistato ed il contratto di inserimento per gli over 50, i giovani e le donne. La previsione di accordi di formazione lavoro per il rientro anticipato dei cassintegrati favorisce il reintegro dei lavoratori nel sistema produttivo. Ci aspettiamo dal governo regionale e dell’assessore al Lavoro Lino Leanza la convocazione del tavolo tecnico per migliorare l’accordo quadro regionale sugli ammortizzatori sociali in Sicilia e la presentazione alle organizzazioni di categoria della proposta di piano regionale per l’occupazione per il confronto”.
Per Giovanni Condorelli, segretario generale di Ugl Sicilia “il documento, nel valorizzare il ruolo sussidiario delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori, punta sulla formazione professionale e sull’utilizzo qualificato ed efficace delle risorse disponibili per il 2010”.
 

 
Situazione nell’Isola. In Sicilia formazione senza occupazione
 
PALERMO – In tanti anni contraddistinti da una pioggia di fondi dall’Ue per la formazione siciliana, il mercato occupazionale siciliano è rimasto in piena crisi. Segno evidente che qualcosa non ha funzionato nel sistema. “In Sicilia – conclude Condorelli dell’Ugl – ci aspettiamo molto dal governo Lombardo per il rilancio dell’economia siciliana, per invertire il trend negativo relativo ai dati sugli occupati, puntando anche sui tirocini formativi e di orientamento al fine di valorizzarne le potenzialità in termini di occupabilità e prevenire gli abusi e l’utilizzo distolto dello strumento”. Oggi l’occupazione resta inchiodata attorno al 52 per cento, come rilevato dall’Istat, a fronte però di una spesa altissima ogni anno per il rilancio delle politiche attive del lavoro. Anche quest’anno ad esempio sono stati stanziati 240 milioni di euro per il solo piano dell’offerta formativa da cui vengono finanziati gli enti per la formazione e riqualificazione di disoccupati ed inoccupati. Spesa dunque che rimane alta ma che quest’anno è stata aggiustata con una serie di correttivi per la qualità della formazione: basterà questo?

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