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Palermo – Scuole: edifici cari, poco sicuri e a volte persino abbandonati

Luca Insalaco

Palermo – Scuole: edifici cari, poco sicuri e a volte persino abbandonati

sabato 06 Marzo 2010

Il tutto mentre l’aumento della popolazione scolastica reclama la disponibilità di nuove classi. Circa il 30 % degli istituti è ospitato in palazzi nati con altra destinazione d’uso

PALERMO – Inadeguati, fatiscenti, spesso presi in locazione. Oltre per i tagli a insegnanti e personale Ata varati dal Governo, la scuola palermitana soffre per le ferite di strutture poco sicure o comunque inospitali. Basti pensare che nella nostra provincia il 30 per cento delle aule è ospitato in edifici locati. Con tutte le conseguenze del caso, come una carenza di strutture sportive e laboratoriali in edifici nati con una diversa destinazione d’uso, per non parlare della presenza di barriere architettoniche e della necessità di adeguamento alle norme di sicurezza.
Tutto questo mentre l’aumento della popolazione scolastica e l’innalzamento dell’età dell’obbligo reclamano nuove classi.
Il paradosso, poi, è rappresentato da un edificio nato come una scuola, ma lasciato inutilizzato a deteriorarsi. L’immobile sorge in via Belmonte Chiavelli e consta di circa 30 aule oltre a una palestra.
“Non si capisce perché a fronte del costo esorbitante per gli affitti che paga ogni anno la Provincia, si continua a far rimanere chiuso un istituito polivalente in grado di accogliere studenti di elementari, medie e superiori, con aule laboratorio e accessi per i mezzi di soccorso”, denuncia Giusy Scafidi, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio provinciale.
“L’istituto, oltretutto, si trova in un punto strategico e potrebbe prendere gli studenti che arrivano dai paesi del circondario, evitando loro attraversare tutta la città per raggiungere la scuola, ma anche andare a vantaggio di chi arriva dalla Stazione centrale”.
Le vicende della scuola, peraltro, di recente sono finite in Parlamento, oggetto di un’interrogazione di un deputato leghista. Nel 1992 la Provincia di Palermo deliberò l’acquisto dell’immobile per poi revocarlo. La querelle tra il costruttore e l’ente si spostò quindi nelle aule di giustizia. Una vicenda piuttosto delicata, insomma, sulla quale, nonostante siano passati diversi anni e mutata la presidenza, l’amministrazione provinciale non vuole pronunciarsi.
Resta, tuttavia, il problema degli affitti, che incidono pesantemente sui bilanci dell’ente di via Maqueda, scosso, peraltro, dalla vicenda “Ibs-Forex”. Per il liceo artistico “Catalano” di via La Marmora, solo per citare un dato, la Provincia paga un affitto annuale di 468 mila euro mentre per l’Ipsia Medi il canone annuo invece è di 223 mila euro.
 

 
Incolumità. A norma soltanto il 13 per cento
 
PALERMO – Proprio all’Istituto Medi di via Leonardo Da Vinci, lo scorso mese di gennaio, gli studenti sono scampati miracolosamente al crollo di un muro di contenimento che ha finito per sfondare la palestra.
Enorme e comprensibile paura tra i mille alunni, fatti evacuare in fretta e furia, e accuse lanciate dal movimento degli studenti sulla sicurezza dell’istituto.
Dal canto suo, la preside Adriana Buongiorno ha assicurato che per la stabilità statica dei locali e degli spazi, la scuola è in possesso di una documentazione più che completa. Dando, tuttavia, uno sguardo d’assieme al territorio, la situazione degli edifici scolastici è alquanto sconfortante. Secondo uno studio condotto dalla Cgil Palermo, su 1.187 scuole del palermitano, solo il 13 per cento è del tutto agibile e a norma, il 16 per cento risulta adeguato ma ancora privo di certificazione, il 71 per cento necessita di manutenzioni alla struttura e agli impianti.

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