Turismo, in crisi anche le agenzie viaggi - QdS

Turismo, in crisi anche le agenzie viaggi

Michele Giuliano

Turismo, in crisi anche le agenzie viaggi

sabato 13 Marzo 2010

La concorrenza delle  prenotazioni on line hanno causato un calo di fatturato peggiorando la crisi nel complesso. Il viaggio è diventato un bene di lusso e le commissioni arrivano a costare anche 100 euro a famiglia

PALERMO – La crisi anche a causa della tecnologia.
La diffusione di internet sta creando problemi alle agenzie di viaggi in Sicilia, investite prima dalla crisi internazionale e adesso anche dai collegamenti on line.
Oramai con un click c’è tutto a portata di mano, spesso ci sono pure delle agevolazioni per chi utilizza internet. Ed allora perché passare per forza dall’agenzia che comunque richiede una commissione per ogni prenotazione?
Con i tempi difficili che corrono adesso si sta attenti anche alle 10-20 euro che mediamente vengono chiesti come commissione dalle agenzie per un viaggio prenotato da due persone. Figurarsi quando poi si tratta di una famiglia, magari composti da 4 unità. Il peso della commissione in agenzia si fa sentire. Facendo un giro per le agenzie la crisi si è fatta sentire nel 2009 e il 2010 non è cominciato sotto i migliori auspici: “Il viaggio è diventato un bene di lusso – afferma Daniela Vinci dell’agenzia Vespri Viaggi di Palermo – e così molte famiglie si sono accontentate di trascorrere vacanze brevi e week-end fuori porta solo una volta l’anno”.
“Fino a qualche anno fa si prenotava anche un viaggio per stagione, invece adesso solo per l´estate”, conferma Claudio Pianigiani della Gifra Viaggi di Catania. Tutto collima: infatti anche gli addetti ai lavori del settore turistico a livelli statistico possono confermare il difficile momento che sta attraversando la Sicilia oramai da un paio di anni a questa parte.
“Il 2010, turisticamente parlando, è partito male e dopo un Natale e Capodanno che avevano fatto registrare un buon andamento di arrivi e presenze, lasciando presagire una ripresa, dobbiamo invece registrare come l’onda lunga della crisi non accenni a diminuire”. È quanto afferma il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca, alla lettura dei dati relativi al monitoraggio mensile effettuato dalla Federazione: l’inchiesta ha toccato anche il territorio siciliano dove sono state intervistate con metodologia internet decine di imprese ricettive, distribuite a campione sull’intero territorio.
“Leggere che le presenze alberghiere sono calate del 2,1 per cento a gennaio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – prosegue Bocca – significa che tutte le tipologie turistiche attualmente in funzione, località montane, località termali, città d’arte e città d’affari, hanno sofferto cali di arrivi e pernottamenti, a fronte di tariffe alberghiere che continuano a essere ferme se non in calo generalizzato”.
Unico spiraglio nel panorama turistico siciliano è il settore croceristico che sta vivendo un vero e proprio periodo di boom. Le agenzie di viaggio sono già sommerse da prenotazioni per i viaggi del 2011: “Le compagnie di crociera – riferisce Daniela Moscuzza dll’Agenzia Ortigia Viaggi di Siracusa – hanno adottato una politica di marketing vantaggiosa per le famiglie. I bambini non pagano e la vacanza comunque ha un costo sostenuto e si può disdire la prenotazione con largo anticipo”.
Non resta quindi che aggrapparsi alle poche speranze per costruire un futuro che resta ancora abbastanza nero.
 


A Taormina e Capo d’Orlando cali di presenze del 10%
 
I numeri dell’Osservatorio Turistico dell’Assessorato regionale al Turismo della Regione Siciliana parlano chiaro. I dati relativi all’estate 2009, confrontati con gli stessi dati dell’anno precedente, mostrano un calo delle presenze totale del -5 per cento nell’intero territorio, una flessione tutto sommato limitata che però presenta fattori allarmanti. Sopratutto in provincia di Messina. Leggerissima flessione per località come Milazzo, le Isole Eolie e Giardini, netto calo per altre località turistiche come Capo d’Orlando e Taormina: 10 per cento circa delle presenze in meno. Fanalino di coda con cali di presenze superiori al 22 per cento è Patti. A risentire di questi dati negatici gli agriturismi e gli alberghi. Sempre l’Osservatorio ha potuto appurare anzitutto nell’ultimo anno censito un calo di arrivi di circa 400 mila unità. Peggio ancora le presenze che hanno toccato un -800 mila. Esiste un altro problema reale, oltre alla crisi, a livello infrastrutturale per la Sicilia ed è quella della mancanza di diversificazione dell’offerta di posti letto. C’è tra l’altro una dura realtà con la quale confrontarsi: la Sicilia infatti è seconda tra le isole europee sia per numero di strutture alberghiere (1.171) che per strutture extra-alberghiere, come B&B e case vacanza (2.532), ma ha un tasso di non occupazione dei posti-letto del 78 per cento, tra i più alti a confronto con le altre isole europee.

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