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Messina – Giampilieri, un borgo fantasma e per gli sfollati futuro incerto

Francesco Torre

Messina – Giampilieri, un borgo fantasma e per gli sfollati futuro incerto

sabato 13 Marzo 2010

Dopo cinque mesi dal nubifragio gli abitanti tentano con difficoltà di tornare alle loro vite normali. Soggiorni in albergo prorogati fino ad aprile. I sussidi tardano ad arrivare

MESSINA – A distanza di oltre 5 mesi dal terribile nubifragio che ha colpito la zona sud di Messina, sono ancora in tanti gli abitanti di Giampilieri, Scaletta, Altolia, Molino e gli altri quartieri coinvolti ad essere ospitati nelle strutture alberghiere della città.
Al Capo Peloro Resort di Torre Faro, per esempio, lì dove in piena emergenza era stata data accoglienza a 170 persone, in questo momento sono ancora una quarantina gli sfollati in attesa di una casa e di una risposta alle tante domande su un futuro che non presenta certezze. Per tutti loro, la struttura commissariale capitanata dal Presidente della Regione ha esteso la possibilità di soggiornare in albergo a spese degli enti pubblici fino al 30 aprile. Dopo, chissà.
I numeri, comunque, dimostrano che in molti sono tornati alle proprie abitazioni, o hanno trovato un alloggio temporaneo presso parenti o nelle abitazioni messe a disposizione dal Comune nel territorio della città. Tra questi, per esempio, vi è Giuseppe Oliva, la cui casa di Giampilieri è situata in una cosiddetta “area verde”, ritenuta dunque sicura dai tecnici della struttura commissariale.
“Siamo rientrati a Giampilieri il 18 gennaio, in seguito all’ordinanza di sgombero dagli alberghi per tutti gli abitanti delle “zone verdi”: praticamente non avevamo alternative”, racconta Oliva. “Continuiamo comunque a vivere con preoccupazione e paura, anche perché da allora ha piovuto tanto. E Giampilieri è un paese fantasma. I negozi chiusi, neanche un bar aperto, i bambini in casa. Gli unici rumori, a tratti assordanti, sono quelli delle macchine escavatrici e dei lavori che si stanno eseguendo un po’ ovunque. Tutto ciò – continua Oliva – è molto triste e anche fastidioso, ma sappiamo che dobbiamo conviverci e lo facciamo senza lamentarci. Almeno adesso stiamo nella nostra casa”.
 
L’abitazione del sig. Oliva non ha avuto danni dall’alluvione, ma molte altre sì. E poi c’è chi ha visto intere forniture commerciali andate a male, il fango entrare fin dentro i depositi, nelle cantine dove riposava il vino, un’economia sconvolta e rovinata. Chi pagherà per tutto questo, materialmente e moralmente? “Per quanto riguarda il sostegno economico non sappiamo nulla, solo che i sussidi promessi a molti non sono arrivati e hanno dovuto anticipare molti soldi anche per l’affitto della casa. E anche dalla Procura non arrivano notizie, ma onestamente non m’informo nemmeno – confessa Oliva – siamo tutti occupati a lavorare e a stare nell’intimità della nostra casa con la famiglia, dopo tanti mesi di albergo ne sentivamo il bisogno”.
 

 
Gli interventi. Aspettando una ricostruzione da 550 milioni di euro
 
Messina – “Quello portato avanti dai vigili del fuoco è un lavoro straordinario”, sottolinea il sindaco Buzzanca durante un sopralluogo a Giampilieri. Tante le ditte coinvolte nell’operazione di bonifica, soprattutto sui due versanti maggiormente critici, Via Puntale e Via Vallone, che verranno interamente ridisegnate e su cui mai più si potrà tornare ad abitare.
Lo dice il dirigente regionale della protezione civile, Pietro Lo Monaco, che per la suddetta via di collegamento immagina una “passeggiata della memoria”, con un massiccio rimboschimento a nord proprio sotto la collina franata e due lunghe file di alberi fino al torrente. Sono tanti i cantieri già aperti, tante le opere  appaltate in emergenza, ma ora si dovrà fare i conti con la ricostruzione e con la messa in sicurezza strutturale, e allora ci vorranno i soldi. 550 mln di euro, la cifra che continua a circolare. Ma il Governo nazionale non ha ancora messo un centesimo, e nel frattempo in provincia ci sono state nuove emergenze, nuove frane, nuovi sfollati. Bisogna dare risposte concrete, subito.

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