A Sant’Alessio la spiaggia non c’è più e l’economia locale sta colando a picco - QdS

A Sant’Alessio la spiaggia non c’è più e l’economia locale sta colando a picco

Antonio Borzi

A Sant’Alessio la spiaggia non c’è più e l’economia locale sta colando a picco

giovedì 18 Marzo 2010

Ambiente. Il lungomare sparisce e il turismo crolla.
Smobilitazione. Case sfitte, commercianti in ginocchio e agenzie che disdicono i contratti con gli alberghi. Intanto il progetto da 15 mln € per le barriere in mare resta da realizzare.
Soluzioni. Vanno rimosse le barriere ai torrenti per ripristinare il processo di costruzione della spiaggia. L’ipotesi di utilizzare la terra in eccesso proveniente dalle frane del messinese.

SANT’ALESSIO(ME) – Una città fantasma che sta scomparendo progressivamente. Sant’Alessio si trova in uno stato di coma profondo e le prospettive non sono esaltanti. Si assiste all’interno del paese a una smobilitazione generale di fronte alla triste realtà. Le mareggiate invernali hanno divorato metri e metri di spiaggia e adesso manca il pane su cui si basa l’economia del luogo: il turismo.
Le case sono sfitte, le attività commerciali chiudono, gli investimenti sono inesistenti. Quest’inverno la situazione è tragicamente peggiorata e tutti si chiedono se tutto questo poteva essere evitato.
C’era un progetto da 15 mln € per edificare una barriera sotto il livello del mare in modo da contenere la potenza delle mareggiate invernali. Un progetto però mai realizzato interamente. La barriera infatti è stata edificata con uno spessore inferiore rispetto al previsto e non ha coperto l’intera ampiezza della spiaggia. Infatti in coincidenza con il torrente Salice passa il tubo di tubo del depuratore. Il problema è stato ritenuto troppo arduo da affrontare e si è semplicemente preferito passare avanti. Il risultato è stato quello di avere 20 metri di mancata barriera. E non sembra un caso  che proprio in corrispondenza di questa mancanza non vi sia un metro di spiaggia, cosa purtroppo comune a più di metà paese, e soprattutto sia stata distrutta l’unica piazza del lungomare.
I commercianti sono in ginocchio, come ci rivela Onofrio Sangimbeni, che gestisce l’hotel Kennedy: “Siamo in una situazione disperata- spiega – perché diverse agenzie estere hanno disdetto i contratti nei nostri confronti. Ovviamente non essendoci la spiaggia non abbiamo più la nostra materia prima. Per non parlare di come  il problema si rifletta anche nei lidi che, in mancanza dell’arenile, non hanno il terreno su cui esercitare la propria professione”.
I numeri sono allarmanti. “Noi prima di questi eventi- continua Sangimbeni- avevamo circa 40.000 presenze annuali. L’anno scorso ne abbiamo avute 14.000 e per noi sarà un successo confermare questo dato anche se sembra difficile che ciò accada”. Girando per il paese gli animi sono tesi. La gente è stanca di proclami e tocca con mano una crisi evidente. Le tasse rimangono mentre tutti i possibili introiti stanno progressivamente scomparendo.
Il primo cittadino di Sant’Alessio, Giovanni Foti, non nega la gravità della situazione ma sottolinea anche i punti fondamentali da risolvere con urgenza. “Nel comune – afferma Foti – c’è una sorta di sommossa popolare perchè la gente è arrivata all’esasperazione. L’economia è in ginocchio e l’emergenza si sta allargando anche alla sopravvivenza fisica del paese che non ha spiaggia in più della metà del territorio.Noi ancora aspettiamo risposte dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Il 2 settembre 2009 abbiamo presentato la terza parte del progetto per il completamento della barriera  che contempla anche la restante parte da edificare in corrispondenza del torrente Salice.
“Abbiamo chiesto – continua Foti – ai Comuni di Scaletta e Giampilieri di prelevare la terra in eccesso dovuta ai tragici fatti che noi tutti conosciamo. Ma il problema è strutturale. Quando negli anni 80 hanno ostruito lo scorrimento dei torrenti come l’Agrò o quelli di Furci e Roccalumera hanno impedito il naturale processo di “costruzione” della spiaggia. In questo modo ci troviamo dinanzi a questo stato d’emergenza. Bisogna che la natura torni a fare il suo corso e che vengano tolte le barriere ai torrenti”.
Quali interventi prevede l’Amminstrazione nell’immediato? “Contiamo – conclude Foti – di poter prelevare 80mila metri cubi di sabbia dal torrente Agrò grazie al finanziamento di 1mln € giunto dal ministero dell’Ambiente. Però bisogna ricordare come per risolvere questo problema siano necessari almeno 600 mila metri cubi di sabbia e non è nemmeno facile reperirli”.

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